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QUANDO HO SAPUTO che l’Italia si era data un primo ministro congolese, confesso di essermi meravigliato. Da Mobutu a Kabila, i congolesi hanno sempre avuto i peggiori governi di tutta l’Africa e noi Rwandesi ne sappiamo qualcosa. Ho pensato: come se gli italiani non avessero già abbastanza ministri incapaci. Che bisogno hanno d’importarli ?
POI MI SONO sono detto che i congolesi non sono tutti uguali e che forse la signora Kyenge si sarebbe rivelata più brava di Margaret Thatcher, Indira Gandhi e Golda Meir messe insieme, almeno per quello che le consente il suo ministero che non è certamente una carica di Primo Ministro. Aspettiamola alla prova dei fatti. Non siete d’accordo sul ius soli? Okay, ne avete il diritto. Si potrebbe fare come in Francia, lasciare la scelta a partire da 13 anni, perché la nazionalità non dev’essere imposta automaticamente e qualcuno preferisce conservare quella di origine. Ma a questo punto mi sono accorto di avere scordato una cosa: gli italiani sono razzisti.
NON USO facilmente il termine “razzista», perché di solito puo’ essere sostituito da mille altri termini più aderenti alla realtà: xenofobo, ignorante, provinciale, pauroso, nazionalista. Ma in questo caso ho scoperto che gli italiani sono razzisti, nel senso che se la prendono con qualcuno soltanto perché ha segni esteriori di un’etnia diversa. E sono razzisti della specie peggiore: quella di chi non sa di esserlo. Infatti si sono autodefiniti «brava gente» come se il demone del razzismo infestasse soltanto gli altri popoli, preferibilmente quelli biondi con gli occhi azzurri. Come se gli italiani fossero un popolo buono per natura, più buono degli altri, amico di tutti, pronto a fraternizzare con tutti. Ma quando questa «brava» gente scorrazzava in Africa, sapete quello che ha fatto? Leggete un po’ qui.
Cufra fu sottoposta a tre giorni di saccheggi e violenze: 17 capi senussiti furono impiccati, 35 indigeni evirati e lasciati morire dissanguati, 50 donne stuprate; si registrarono anche 50 fucilazioni e 40 esecuzioni con ascia, baionette e sciabole. Le truppe vittoriose si abbandonarono a ogni atrocità: alle donne incinte venne squartato il ventre e i feti infilzati, giovani furono donne violentate e sodomizzate con le candele, teste e testicoli mozzati portati in giro come trofei, tre bambini immersi in calderoni di acqua bollente, ad alcuni vecchi vennero estirpate le unghie per essere poi accecati. (Da Genocidio in Libia, le atrocità nascoste dell'avventura coloniale di E. Salerno, ed. Manifestolibri).
COSI’ non c’è da stupirsi che la signora Kyenge non venga criticata per il suo lavoro ma insultata per la sua razza. In ogni caso, se gli italiani non sono migliori degli altri popoli, non sono nemmeno peggiori. Prendete gente di ogni parte del mondo, dategli il potere, un’arma e un dio crudele. Faranno come gli italiani a Cufra. Senza l'arma e il potere, faranno come gli italiani sulla pagina Facebook di Cécile Kyenge.
Dragor