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Cenni di fenomenologia della Tumblerista Quarantenne, con introduzione del concetto di figapollo

Da Julesdufresne

Buongiorno. Dunque, la TQ; tanto per cominciare, la TQ non ha veramente, o necessariamente, quarant’anni — diciamo comunque che si tratta di una donna adulta, ampiamente adulta.

Il suo grande cruccio nella vita è la propria situazione sentimentale, che è (sempre) tragica.

La TQ, infatti, fosse pure un ingegnere nucleare, non ha mai sviluppato la capacità di relazionarsi al mondo maschile oltre quella in dotazione standard a una quindicenne nemmeno troppo sveglia. La sventurata è quindi preda inerme di pulsioni contrastanti e pazzescamente banali, ingenerate da modelli pseudo-culturali appartenenti alla sfera dell’inverosimile, il tutto senza avere gli strumenti per elaborarle anche solo a livello formale (quindi tripudio di riproposizioni didascaliche).

È proprio in virtù di questa tragica letteralità che si fa, nello spazio di due reblog, bimba tenerella e troione da sbarco, cinica mangiauomini e posata intellettuale (?) (si è scattata una foto con gli occhiali da vista), signora disincantata e ragazzina smaniosa , senza soluzione di continuità e senza mai smettere di prendere tutto ineluttabilmente sul serio.

Si innamora una volta alla settimana, di solito di uomini che non ricordano con esattezza il suo nome di battesimo, e si convince ogni volta che sarà per sempre e sarà un tormento e sarà sublime proprio perché sarà un tormento; in mancanza di stimoli di qualsiasi natura da controparte, è costretta a lavorare di fantasia e ricostruire tutta la storia d’amore della settimana sotto il profilo delle omissioni — ci riesce con disinvoltura, per lei è praticamente un secondo lavoro.

È priva di qualsiasi filtro cervello-tasto Pubblica, si umilia continuamente e volentieri, è stupidamente sboccata e volgare. (Au village, sans prétention, J’ai mauvaise réputation)

Ostenta i vizi (sigarette e Sex on the beach), parla continuamente di cibo, indecisa se fornire confusi indizi riguardo un imprecisato disturbo alimentare o presentarsi piuttosto come sana, allegra e robusta mangiatrice da compagnia. Scrive in cattivo doppiaggese, perché i telefilm sottotitolati sono il suo pane quotidiano, ed è quindi sempre fottutamente intenta a fare una qualche dannata cosa del cazzo. Dorme poco, conduce una vita sregolata (almeno secondo gli standard di impressionabilità della zia anziana di una quattordicenne), ama i dolci.

È quasi certo che abbia anche un blog, zeppo di resoconti-muro di testo delle passate relazioni, resoconti da cui altre TQ potranno estrarre paragrafi che —miracolo!— si attagliano perfettamente alla loro propria complicatissima e unica storia d’amore, e ripubblicarli felici. Ai fini della definizione è tuttavia necessario che abbia un tumblr, sul quale, smielatezze a parte,  posterà con cadenza almeno giornaliera squallide gif tratte da film porno tedeschi e foto artistiche di fighepollo molto desaturate, un po’ perché la bisessualità di facciata è chic e un po’ perché sia mai che qualcuno si confonda e pensi che modella e scrivente coincidano.



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