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Cerimonia di recupero dell'anima

Da Marialuisapesce @marialuisapesce

In Borderlines Charles Nicholl parla della perdita dell'anima e descrive un caso di recupero dell'anima avvenuto ai nostri giorni in Tailandia. Mentre stava attraversando a nuoto un fiume in Tailandia, per dirigersi in Laos assieme ad una donna tailandese di nome Katai, sia lui che la donna furono travolti dalla corrente. Si trattò di un'esperienza molto traumatica per Katai. In seguito la donna gli fornì alcune spiegazioni sul khwan hai, ovverosia la perdita dello spirito. Gli disse:"Noi diamo il nome di Khwan allo spirito che si trova all'interno di ognuno di noi. Il Khwan è qualcosa che possiamo perdere molte volte nel corso della nostra vita. Quando sei malato o hai subito un grosso trauma, noi diciamo Khwan Khwaen che vuol dire che il tuo Khwan si trova sospeso sopra di te." E proseguì spiegando:"Si può perdere il Khwan quando nella vita avvine qualche grosso cambiamento, come quando ci si sposa o si ha un bambino o quando muore qualcuno che amiamo molto. Il Khwan è ciò che vola via da noi. Noi lo chiamiamo l'anima- farfalla, perchè vola via da noi così facilmente."

Disse a Charles Nicholl che doveva trovare qualcuno che celebrasse il bai see soo khwan, una cerimonia per richiamare indietro il Khwan. La cerimonia sarebbe costata molti soldi, ma la risposta di Katai fu: "Ne varrebbe la pena anche se costasse il doppio. E' come pagare per un'operazione quando sei malato. E'qualcosa che va fatto, costi quel che costi."

"Furono approntati molti oggetti, che sarebbero stati usati come offerte, e svariate decorazioni per il Sao Khwan.

I fiori vennero composti in picccoli mazzi e ognuno di essi poi fu avvolto in una foglia di banana. Ogni foglia fu lucidata fino a farla brillare. I fiori erano per il Pha Khwan, una struttura conica a più strati, posta su un piatto di argento dorato, che serviva a contenere le offerte donate per invitare il khwan a tornare. Oltre ai fiori, c'erano anche due polli cotti; una mezza bottiglia di whisky; dei dolci di riso bollito, zucchero di canna e zucca candita; alcuni pezzetti di miang; delle foglie e noci di betel; delle candeline rosa; ed una serie di piccoli doni simbolici: un braccialetto, un orologio da polso ed un bicchere di whisky. Charles Nicholl reagì alla vista di quelle offerte con la seguente osservazione:"C'è qualcosa di incantevole in questo modo di rappresentare il Khwan come una creatura infantile e volubile, che viene convinta a tornare da tutta questa serie di gingilli e dolcetti preparati appositamente per lei."

La cerimonia proseguì con un canto che l'uomo degli spiriti recitò in lingua pali e birmano. Una parte del canto era rivolta ai trentadue minikhwan, ciascuno dei quali rappresenta una parte del Khwan che vive in diverse parti del corpo. Dopodichè l'uomo si rivolse agli spiriti del fiume e menzionò la "Signora Fiore di Cocco", una sorta di ninfa dei boschi che Katai amava tanto. Poi invocò il Khwan di Katai, rivolgendosi direttamente a lui con le segueti parole:"Vieni, o Khwan. Non permettere che ilKkhwan della testa venga dissuaso, nè che alcuno dei trentadue Khwan del corpo di questa ragazza si scoraggi. Puoi tornare qui senza correre alcun rischio. Ti prego, acconsenti. Guarda, abbiamo organizzato una festa per te. Ti abbiamo portato dei begli abiti da indossare e uno specchio in cui poterti rimirare, anche se noi non possiamo vederti. Ti abbiamo preparato una festa davvero splendida"

L'uomo degli spiriti proseguì magnificando in questo modo ciascuna delle offerte. Questa fase della cerimonia andò avanti per circa un quarto d'ora. Katai rimase sempre inginocchiata a capo chino, con la mano destra su Pha Khwan. Ad un certo punto l'uomo degli spiriti smise di cantare e tutti i partecipanti rimasero seduti in silenzio per un paio di minuti.

Poi l'uomo degli spiriti fece un cenno di assenso e tutti si rilassarono. Durante quei minuti di silenzio il Khwan di Katai era tornato, attirato dal canto dell'uomo degli spiriti e dalle offerte, benchè non si fosse ancora insediato nel corpo della ragazza, ma avesse preso dimora nel Pha Khwan.

La cerimonia andò avanti. Le mani di Katai vennero spruzzate con acqua di fiori. Dopodichè le venne dato del cibo per incoraggiare il Khwan a compiere l'ultima tappa del suo viaggio di ritorno. Alcune delle parole usate in quest'ultima fase furono: "O Khwan, vieni a prendere il cibo dalle sue mani. Fa che lei possa tornare ad essere forte e coraggiosa, liberala dalla malattia, lascia che apra le palme delle sue mani ed ottenga ciò che vuole. Vieni a prendere questo cibo."

Infine, un filo beneaugurale fu usato per suggellare il ritorno del Khwan el copro di Katai. Il filo in questione era un pezzo di spago che era stato benedetto e poi legato attorno al polso della ragazza. Il filo serve a legare fortuna, salute e felicità, che a loro volta legano il Khwan al corpo. La cerimonia ora era completa.


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