Gesù e la donna cananea
Il termine “Chiesa cattolica” deriva dalle due parole greche. La prima è il sostantivo ekklesia, che denomina l’assemblea cittadina della comunità degli uomini liberi di una città stato, e la seconda è l'aggettivo katholikòs che sifgnifica universale. La derivazione dal greco dipende da una antica traduzione del Nuovo e Vecchio Testamento (la cosiddetta Bibbia dei Septuaginta) che è servita a diffondere il cirsitianesimo in occidente. “Chiesa cattolica” quindi significa in origine “assemblea della comunità universale”.E adesso veniamo al Cristianesimo, per indagare se tale concetto di universalità si possa adattare alla predicazione di Joshua Bar-Joseph (Gesù il figlio di Giuseppe), profeta apocalittico ebraico che fu denominato il Cristo diversi anni dopo la sua morte. Da notare che la parola Cristo deriva ancora una volta da un termine greco, Christos, che vuol dire “unto”; tale termine rappresenta la traduzione quasi letterale del termine ebraico Mashiach che significa a sua volta “unto con l’olio” in riferimento all’usanza rituale ebraica di ungere con l’olio le persone destinate ad un ruolo sacerdotale, al regno di Israele, a volte persino i profeti.
Queste indagini etimologiche non sono solo divagazioni erudite, in quanto aiutano a comprendere la forte connotazione ellenistica della nascente chiesa cattolica, la religione che afferma di fondarsi sugli insegnamenti evangelici, ovvero su quanto in tali libri viene riferito riguardo a parole, opere e miracoli di Joshua Bar-Joseph (ormai noto col nome di Gesù Cristo).
Al di là dell’obiettiva difficoltà a trovare una qualsiasi prova che quanto narrato nei vangeli corrisponda a fatti realmente accaduti, pur restando ragionevoli dubbi che le parole riportate nel vangelo corrispondano a parole pronunciate 2000 anni fa da Joshua Bar-Joseph, possiamo almeno controllare se nel racconto evangelico si trovano tracce di questo afflato universale.
A tale scopo leggiamo quanto scritto nel vangelo secondo Matteo, capitolo 10, laddove chiamati a sé i dodici apostoli e conferito loro i poteri semi-divini di “scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità” (versetto 1), Gesù li istruisce con queste parole (versetti 5, 6, 7)
Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino.Simili parole si ritrovano nel capitolo 15 (versetti 22 e 23), laddove Gesù incontra una donna Cananèa, ovvero non appartanente alle tribù di Israele, che grida:
«Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.Questa atteggiamente di Gesù viene successivamente modificato anche in seguito all'intercessione degli apostoli (versetto 23)
Allora i discepoli gli si accostarono implorando: «Esaudiscila, vedi come ci grida dietro».La risposta di Gesù in un primo momento ribadisce i concetti su espressi (versetto 24):
Ma egli rispose: «Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele».E di fronte all’insistenza della donna che chiede aiuto Gesù risponde ancora con durezza (versetto 26):
«Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini»Parole dure, durissime, dal momento che significano che sarebbe sbagliato che Gesù desse a quella donna ciò che dovrebbe essere riservato agli eletti del popolo di Israele. Si evidenzia qui un atteggiamento di Gesù che non è per niente “cattolico”, dal momento che manifesta atteggiamenti che sono l’esatto opposto dell’universalità.
Solo dopo un’ulteriore insistenza, e dopo una prova di umiltà da parte della donna, Gesù si risolve ad esaudire il suo pio desiderio (versetti 27, 28):
«E' vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita.Tale episodio ovviamente lo si può interpretare a proprio piacimento, per esempio se si volesse esaltare la magnanimità di Gesù si potrebbe ipotizzare che egli avrebbe reagito con durezza solo per sondare la fede della donna, eppure non troviamo nei vangeli traccia di un simile comportamento di Gesù nei confronti degli appartenenti al suo popolo, degli uomini della casa d’Israele. Dov’è quindi l’afflato universale (ovvero “cattolico”) di Joshua Bar-Joseph?
Come può considerari cristiano, o addirittura cattolico, un non-ebreo quando legge queste parole del Nuovo Testamento? E come può considerarsi cristiana quella religione cattolica che viola il secondo comandamento, regola che impone all’uomo di non adorare alcuna immagine divina? Forse occorre non vedere (o far finta di non vedere) le icone dei santi e delle madonne, adorate al punto di venire portate in processione e coperte di fiori e di ori, retaggio di una tradizione pagana che risale ai tempi dell’antica Babilonia.
I pontefici della chiesa cattolica venerano degli idoli
Vedi Deuteronomio, capitolo 5 versetti 8-9-10, laddove vengono enunciati i dieci comandamenti:
Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai. Perché io il Signore tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano, ma usa misericordia fino a mille generazioni verso coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti.E vedi anche Levitico, capitolo 19 versetto 4:
Non rivolgetevi agli idoli, e non fatevi divinità di metallo fuso. Io sono il Signore, vostro Dio.E poi ancora Levitico, capitolo 26 versetti 1 e 2:
“Non vi farete idoli, né vi erigerete immagini scolpite o stele, né permetterete che nel vostro paese vi sia pietra ornata di figure, per prostrarvi davanti ad essa; poiché io sono il Signore vostro Dio. Osserverete i miei sabati e porterete rispetto al mio santuario. Io sono il Signore.Infine anche nel Nuovo Testamento leggiamo:
“Perciò, cari miei, fuggite l’idolatria” (prima lettera ai Corinzi 10:14)
“O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri“ (prima lettera ai Corinzi 6:9)
“Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. E' questa la seconda morte” (Apocalisse 21:8).