Mente Lilli Gruber si gode il meritato riposo estivo, lo spazio dopo il Tg della 7 è stato occupato, per tutta l’estate dal programma di approfondimento di temi e casi di cronaca “In onda” condotto da Luisella Costamagna e Luca Telese che con Vittorio Feltri direttore de Il Giornale e Italo Bocchino Vicepresidente di Futuro e Libertà, si domandano quale sia il bilancio ad un anno di distanza dallo “strappo” tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi e dalla nascita del partito Fli che, nonostante la tenera età anagrafica ha vissuto parecchi momenti drammatici dal suo esordio. Un album dei ricordi, con al suo interno: la scissione da Berlusconi, lo scandalo della casa di Montecarlo, il ritiro dal governo, l’assemblea costituente del partito, le ultime elezioni e la nascita del terzo polo. Alla fine di questo percorso politico, cosa resta?
Feltri chiamato in causa per fare il punto della situazione
dichiara: “Non ho fatto alcuna battaglia contro Fini. Avevo delle notizie e le ho date, quello che devono fare i giornali. Abbiamo cercato di farlo al meglio. Non credo che l’appannamento di Fini sia dovuto alle nostre iniziative giornalistiche, quanto ad una congiuntura politica che lo ha danneggiato. Ora lui è presidente della Camera e ha visibilità. Quando si tratterà di tornare al voto, vedremo se la battaglia di Fini avrà avuto un senso o se invece ci sarà da rimpiangere, da parte di tutti quelli che sono usciti dal PdL, la vecchia Alleanza Nazionale. Dal punto di vista politico al momento il Fli non è riuscito a sfondare: se alle politiche invece dovesse esplodere il Fli insieme con Montezemolo, con Casini o da solo… Vedremo. Ma non penso che sarà Montezemolo il capo del Terzo Polo”. Dunque dopo l’uscita dal Pdl chi è stato maggiormente svantaggiato è stato proprio Fini, mentre la maggiornaza che era tormetata prima continua ad esserlo anche ora che è orfana di uno dei suoi passati sostenitori “Certo che il governo non è riuscito più a brillare, perchè la maggioranza che era solida è diventata provvisoria. Questo rende difficile la governabilità: se era difficile governare per Berlusconi prima, ora è difficilissimo”.
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Arriva anche il turno di
Bocchino chiamato ad analizzare l’attuale
situazione del suo partito: “Stiamo ai fatti. Un anno fa c’è stata una rottura tra Fini e Berlusconi anche a causa di alcune inchieste giornalistiche. In un anno però Berlusconi ha perso due elezioni. Emerge con evidenza che senza Fini Berlusconi non vince più. Lui tutto è nella vita tranne che moderato. Non c’è più nessuno che lo tampona, l’elettorato moderato è quindi spaventato”. E sentenzia: “Berlusconi non vincerà mai più un’elezione senza Fini”.
Poi un rapido sguardo al nostro futuro che prevede la tassazione dei titoli a danno dei piccoli risparmiatori che nonostante abbiamo da tempo stretto la cingia, nel tentativo di raggranellare qualche soldo, in attesa di tempi migliori rischiano di veder sfumati i loro sforzi dalla tassazione prevista dalla manovra. Bocchino: Chi ha i bot, sul conto titoli dovrà pagare una tassa molto più alta rispetto al passato. La manovra di cui l’Italia ha bisogno è una manovra che investa sullo sviluppo per far crescere l’economia. Bisogna investire, servono i soldi. Dove si trovano? La Corte dei Conti dice che se ne vanno ogni anno 70miliardi di euro in corruzione. 130miliardi vanno in evasione fiscale. E poi gli sprechi: i costi della politica, le province. E Feltri aggiunge: “Tagliare e crescere è un po’ difficile. Penso che si debbano recuperare delle risorse, e il modo più sbagliato è quello di incidere sulle pensioni. Così com’è sbagliato tassare i titoli.
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In conclusione una manovra che tenta di recuperare la
montagna di sprechi anche pregressa, un lungo elenco che vede corruzione, interessi e responsabilità politiche che ora gravano sul Paese e mentre aspettiamo il nuovo Caronte che ci traghetti in acque migliori, tiriamo avanti, come solo il nostro modo di essere italiani sa fare!