Ragazze, mi rivolgo a voi: avete visto la prima puntata del talent I Re della Griglia su DMax?
Vogliamo parlarne? Cioè, vogliamo parlare di Chef Rubio?
Perché diamine abbiamo perso tempo a parlare dell’onnipresente Cracco e di Masterchef, a disquisire sui nuovi giudici di Cuochi & Fiamme (avete visto la nuova divisa di Simone Rugiati?), quando avevamo a portata di mano il tatuatissimo Rubio?
Mea culpa, l’ho scoperto solo ieri sera.
E faccio ammenda promettendo solennemente che seguirò tutte le prossime puntate de I Re della Griglia (in onda lunedì h 21.10 su Dmax, canale 52 del digitale).
Anche perché, eureka, non serve avere l’abbonamento a Sky per godersi il nuovo talent della cucina.
Dunque, se vi siete persi la prima puntata vi riassumo velocemente di cosa sto parlando.
I Re della Griglia coinvolge 9 concorrenti – 2 donne e 7 uomini – che, nel corso di 6 puntate, si sfidano al barbecue.
Il vincitore, oltre a essere proclamato Re della Griglia, pubblicherà un proprio libro di ricette e verrà spedito in Svezia per partecipare ai mondiali i barbecue 2015 (sì, anch’io ho scoperto della loro esistenza solo leggendo il comunicato stampa).
Inutile dire che il programma è sponsorizzato dalla Weber, marchio leader nel settore barbecue.
Se state pensando a una semplice abilità nell’uso di carbonella e affini, vi sbagliate di grosso: nella prima puntata, infatti, i concorrenti hanno dovuto preparare anche le salsicce, tritando la carne, mettendola nel budello e creando salse di accompagnamento.
Chi sono i giudici?
Chef Rubio, già protagonista di Unti e Bisunti: braccia tatuate, un passato nel rugby come giocatore professionista (sentite già il brivido lungo la schiena? Poteva essere un nuovo Martin Castrogiovanni?) e un diploma alla scuola di cucina Alma di Gualtiero Marchesi.
Paolo Parisi, barbetta bianca dietro cui si nasconde un vero e proprio creativo: allevatore, restauratore, ai massimi livelli in Italia per la cottura alla griglia, famoso per il suo uovo alla mandorla (ottenuto dando alle sue galline ruspanti latte di capra), proprietario della Cascina Le Macchie in Toscana dove Gualtiero Marchesi manda gli studenti dell’ultimo anno per capire i processi produttivi.
Cristiano Tomei, proprietario del ristorante L’Imbuto a Lucca, è un pioniere nell’uso di materie primitive in cucina: fioco, legna, corteccia, erbe selvatiche. E’ famoso per la sua bistecca primitiva, creata su un pezzo di corteccia di pino marittimo.