Chi ben comincia è una rubrica a cadenza settimanale -anche se io sono un po' lunatica e a volte salto sorvolo la questione ordine- ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri, e consiste nel condividere con voi lettori le prime righe dell'incipit di un romanzo che ho letto/sto leggendo/leggerò per indirizzarvi positivamente o meno verso la lettura in questione.
Tanto lo sapete che vi adoro, perciò dovevate aspettarvi una chicca simile. Mi sono letteralmente fiondata sul libro senza neanche starci pensare, controllare l'ordine delle letture o altro. Avete idea di quant'è che aspetto di leggere questo romanzo? Ho fatto i salti di gioia quando l'ho iniziato e sono andata consapevolmente in coma quando l'ho finito, verso l'una d notte. Oltre i limiti non ha un prologo, perciò vi lascio due piccoli pezzi, uno dal primo capitolo, col punto di vista di Echo, e uno dal secondo, con quello di Noah. Leggete, e andate in
Oltre i limiti (Pushing the limits)di Katie McGarryEcho
“Mio padre è un maniaco del controllo, odio la mia matrigna, mio fratello è morto e mia madre ha… be’… dei problemi. Come crede che stia?”
È così che avrei voluto rispondere alla domanda della signora Collins, ma mio padre dava troppa importanza alle apparenze perché replicassi con onestà. Perciò sbattei tre volte le palpebre e dissi: «Bene». La signora Collins, la nuova psicologa della Eastwick High, si comportò come se non avessi aperto bocca: spostò una pila di cartelline al lato della scrivania già stracolma e frugò tra i vari documenti, mettendosi a canticchiare quando trovò il mio fascicolo, spesso quasi otto centimetri; poi si premiò con un sorso di caffè, lasciando un’impronta di rossetto rosso sul bordo della tazza. L’odore di caffè scadente e di matite appena temperate riempiva l’aria. Alla mia destra, mio padre sbirciò l’orologio mentre, alla mia sinistra, la Perfida Strega dell’Ovest si agitava impaziente sulla sedia. Stavo perdendo la prima ora di calcolo, mio padre una riunione molto importante, e la mia matrigna di Oz…? Di sicuro stava perdendo la concentrazione. «Non trovate che gennaio sia fantastico?» domandò la signora Collins aprendo la mia cartellina. «Anno nuovo, mese nuovo, un nuovo programma a cui lavorare.» Senza aspettare una risposta, proseguì: «Vi piacciono le tende? Le ho fatte io». Con un movimento sincronizzato, mio padre, la mia matrigna e io ci volgemmo verso le tende a pois rosa appese alle finestre che davano sul parcheggio degli studenti. Facevano un po’ troppo Casa nella Prateria, un vero e proprio pugno in un occhio per i miei gusti. Nessuno di noi rispose, e il silenzio creò un pesante imbarazzo. Il Blackberry di mio padre vibrò. Con uno sforzo esagerato, se lo sfilò dalla tasca per controllare il display. Ashley tamburellò le dita sulla pancia arrotondata, mentre io leggevo le varie targhe dipinte a mano appese al muro, così da concentrarmi su qualsiasi cosa che non fosse lei. IL FALLIMENTO È IL TUO UNICO NEMICO. SE VUOI SALIRE NON GUARDARE IN BASSO. ABBIAMO SUCCESSO SOLTANTO SE CI CREDIAMO. SOPRA LA PANCA LA CAPRA CAMPA; SOTTO LA PANCA LA CAPRA CREPA. Ok… l’ultima frase non c’era, ma se ci fosse stata l’avrei trovata divertente.
NoahL’odore di pittura fresca e cartongesso mi faceva pensare a mio padre, non alla scuola. Quando entrai nella segreteria dell’edificio rimodernato da poco e avvertii quella puzza fu come ricevere l’ennesimo schiaffo in faccia. Mi trascinai verso lo sportello con i libri in mano. «Come butta, signora Marcos?» «Noah, perché sei di nuovo in ritardo, muchacho?» mi domandò, mentre spillava dei fogli.L’orologio sulla parete alle sue spalle segnava le nove di mattina. «Che diamine, è presto!»La signora Marcos girò attorno alla nuova scrivania in ciliegio per raggiungermi allo sportello. Mi rompeva sempre le scatole quando arrivavo tardi, ma mi piaceva lo stesso. Con i suoi lunghi capelli castani, mi faceva venire in mente una versione ispanica di mia madre. «Non ti sei presentato all’appuntamento con la signora Collins, stamattina. Non è un buon modo per cominciare il secondo quadrimestre» mormorò, mentre compilava la giustifica per il ritardo. Fece un cenno con il capo in direzione di tre adulti appartati nell’angolo più lontano della stanza. La bionda di mezza età che parlava con la coppia di ricconi doveva essere la nuova consulente. Scrollai le spalle, increspando il lato destro della bocca. «Ops!» La signora Marcos mi passò la giustifica con la solita occhiata severa. Era l’unica persona in quella scuola a non credere che io e il mio futuro fossimo fottuti. La bionda di mezz’età mi chiamò: «Signor Hutchins, sono felice che si sia ricordato del nostro appuntamento, anche se in ritardo. Se non le dispiace, inizi ad accomodarsi mentre finisco un paio di cose». Mi sorrise come se fossimo vecchi amici, e parlò così dolcemente che per un momento fui quasi tentato di sorriderle a mia volta. Mi limitai ad annuire e a sedermi su una delle sedie disposte lungo la parete. La signora Marcos rise. «Che c’è?» «Lei non ammetterà il tuo comportamento. Forse ti convincerà a prendere seriamente la scuola.»
E si, beh, questi due mi hanno incasinato un po' la giornata, ieri. E anche oggi. Da quando ho iniziato questo libro a ora -ma scommetto che durerà per un bel po'-, me li sento incollati addosso, sento la voglia di leggere ancora di loro, e ancora e ancora e ancora, e parlarne fino a che la mia lingua non ne avrà abbastanza e mi tradirà, annodandosi tutta. Echo e Noah sono...- e qui mi fermo. Perché devo ancora trovare le parole adatte a descriverli, anche se non credo ci riuscirò, e l'unica cosa che ora mi viene in mente è un disastro. Si, loro due sono un disastro, un meraviglioso disastro che nulla, nulla ha a che vedere con la coppia dell'omonima Mc -mi riferisco alla McGuire. Loro sono davvero un disastro, separati e/o insieme, quel genere di disastro che ti accarezza il cuore solo per ridurlo in poltiglia mentre tu non riesci a far altro che stare a guarda incantata e sorridere e annuire, crogiolanti nella lettura. Davvero, li amo alla follia. Ma ora basta, i miei scleri li leggerete nella recensione che sto scrivendo.
Siete congedati *alza le mani con fare solenne e si lascia cadere sul materasso*
Ditemi che avete letto/state leggendo/leggerete subito questo libro.Come si può stare lontano da questi due? Mah!