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Ci vediamo al Galileio Cafè

Da Lacrespa @kiarastra

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Il liceo! Che bella invenzione!

Ieri sono tornata al Galileio per recuperare qualche documento e salutare i miei giovani padawan.

La strada dalla stazione alla scuola mi ha un po’ scazzicato la saudade, ma il pensiero delle levatacce alle 5 del mattino l’ha subito spazzata via in un secondo: ho salutato il bell’Alberto, ho dato uno sguardo ammirato all’alto modaiolo Vinicio, ho detto ciao ai pesci mutanti dell’Olona e poi ho varcato spavalda le sliding doors del Galileio.

Prima tappa, la Segreteria naturalmente. “Ciao segreteria, vorrei il mio cedolino di giugno e il tfr”, la segreteria mi guarda sorpresa, una domanda prende forma e cade come un pesante macigno sulla scrivania: “Dove sarà il fascicolo

(ehi ho un fascicolo)

della Crespa professoressa?” Mi guardo in giro e non vedo l’impeccabile Grace, dov’è ? chiedete a lei! penso fra me e me e anche la Segreteria lo pensa ed infatti dice “ma dove saranno i fascicoli dello scorso anno? Solo Grace lo sa e oggi non c’è!”

(ecchecazz)

Vabbè sconsolata al pensiero di dover ritornare, salgo i tre piani. Di solito evito di salutare gli ex alunni perchè io sono un po’ come Mary Poppins, una volta che ho compiuto il mio danno pedagogico culturale volo a mietere nuove giovani vittime, ma siccome li avevo avvisati non potevo redimermi. Inoltre volevo assicurarmi che fossero ancora lì, che la mia non fosse stata un’allucinazione durata un anno, che c’era un tempo in cui ero un’insegnante delle superiori…e c’erano! Mi hanno anche riconosciuto! Loro sempre gli stessi, stravolti dalla prima settimana dopo le vacanze natalizie, con negli occhi le macchinette delle merendine e della cioccolata da saccheggiare dopo le impegnative lezioni di greco e latino. Poveri! I piccoli troll mi hanno offerto i cioccolatini, perchè dopo un anno hanno capito che l’unico modo per tenermi buona è corrompermi con la cioccolata o con i muffin realizzati con le loro trollesche mani.

Naturalmente ho salutato la mia collegaprofmito, le ho raccontato della scuola media e lei con il suo ottimismo mi ha detto che insegnare ai bambini è molto formativo e io annuisco convinta ma è anche però ‘na rottura de cojoni, ma questo mi guardo bene dal dirlo. La collega saggia continua dicendo chè è proprio in quelle scuole che tocchi con mano la società con i suoi problemi e con le sue difficoltà, cosa che ricalibra le tue priorità educative e le tue prospettive didattiche, e io annuisco sempre convinta anche se non è proprio la mia massima aspirazione guardare in faccia la realtà, nuda e cruda: infatti la prima regola del crespo verbo recita “fuggi dal mondo vero e rifugiati nel fatato mondo dei classici”. Le difficoltà e i problemi sono solo delle dicerie messe in giro da gente con il desiderio di un vita ricca di colpi di scena e di tribolamenti, ma a noi crespi questo non interessa. Siamo diversamente sociali, abilmente disimpegnati, funambolicamente in equilibrio tra il male e il bene.

A pensarci bene il tempo arrotonda le spigolosità di un anno che tutto sommato è stato sì bello, ma anche faticoso e difficile. Vivere i propri alunni nella quotidianità della scuola è diverso, sono io diversa: mi chiamano prof, ma tanto non sono più la loro prof e non lo sarò più, come non sarò più responsabile per loro, quindi se entrano in ritardo in classe dopo l’intervallo per cazzeggiare con me alle macchinette, chissenefrega, tanto ormai il testimone educativo è stato consegnato e ci penserà qualcun altro a cazziarli.

E poi volevo dire che il bello del Liceo è che ci sono le macchinette che danno resto, il che costituisce un bel vantaggio (alla mia scuola o devo scroccarlo sempre alla collega giovane che ha la chiavetta, o sono costretta a offrire cioccolate a go go ai miei alunni…macchinette mangiasoldi!) e forse sarà stata la nostalgia, ma il caffè non mi è sembrato mai così buono.



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