(stampo a ciambella)
- 2 uova
- 130 gr di zucchero semolato
- 70 gr di olio di semi
- 250 gr di farina 00
- 50 gr di farina di cocco
- 150 gr di latte di cocco
- 1 bustina di lievito
- 1 bustina di zafferano
- un goccio di rum
PER LA GLASSA:
- 125 gr di zucchero a velo
- 2-3 cucchiai di latte di cocco
- q.b di Crunchy pralinato al lampone GliAironi (per la decorazione finale)
LO ZAFFERANO......La pianta, originaria dell'Asia Minore, fu impiegata fin dall'antichitá per uso tintorio, farmacologico, cosmetico e gastronomico. Le sue proprietà erano note agli Egizi come conferma il Papiro di Ebers del 1550 a.C. ca, ma anche in ambito cretese-miceneo, tanto che il fiore dello zafferano é raffigurato nelle pareti del Palazzo di Cnosso. Nella Bibbia e precisamente nel Cantico dei Cantici, lo zafferano viene associato alle piante piú aromatiche e pregiate che nascono nel giardino. Conosciuto anche in India, é citato nei Veda, tra i più antichi testi del brahamanesimo ed è ancora usato dai monaci buddisti per tingere le loro vesti.I Greci, successivamente i Romani e gli uomini del Medioevo, chiamarono la pianta "croco". Omero nell'Iliade indica il croco, insieme al loto e al giacinto, tra i fiori del letto di nuvole di Zeus, re dell'Olimpo. Il medico greco Ippocrate loda le sue facoltá farmacologiche raccomandandolo contro i reumatismi, la gotta e il mal di denti. Galeno addirittura lo prescrive per tutti i mali. I Romani lo usarono soprattutto in cucina: famose le ricette di Apicio con salse a base di croco per condire il pesce. Gli Arabi lo diffusero in Spagna, che ancora oggi é la più grande produttrice di questa pianta. Si deve pertanto agli Arabi il mutamento nel corso del Medioevo del nome, da croco a zafferano. La parola deriva dal persiano "safra" (giallo), passato nell'arabo "za'faràn" e quindi nello spagnolo "azafran". Il giallo si riferisce al colore assunto dagli stimmi dopo la cottura.Soprattutto in Italia, con lo sviluppo della civiltá mercantile del sec. XIII, lo zafferano fu coltivato e commerciato come pianta tintoria, in particolare per colorare panni di lana, seta, lino e fu usato anche nella pittura. Nel Medioevo continuò comunque anche l'uso farmacologico, come antispasmodico e sedativo, contro i dolori dentali, l'insonnia, l'isteria. Lo zafferano fu ritenuto importante per la salute di stomaco, milza, fegato, cuore. Si pensó perfino che favorisse il parto, ritardasse la vecchiaia e aumentasse le capacitá amatorie. Di conseguenza, oltre che in svariati liquori, nei profumi e nei cosmetici, lo zafferano ebbe largo impiego tra Medioevo e Rinascimento anche in cucina.“Con questa ricetta partecipo al Contest di Cucina Vegetariana e Bio "Lo zafferano” del Blog Le Ricette della Nonna e Podere Cunina”
http://le-ricette-della-nonna.blogspot.it/2014/04/il-mio-primo-contest-di-cucina.html