Foto copertina by Mario Cremascoli.
“…La perdita di Erika, il lutto, è stato ovviamente un colpo molto duro. Ritrovarsi ad allenamento, andare avanti nonostante tutto, pensando che lei avrebbe voluto così, accorgersi di cercarla in campo sovrappensiero…”
“…Non è uno sport facile e neanche “comodo”. Ci si allena in tutte le stagioni. Ma le soddisfazioni che regala, sportivamente e umanamente, ripagano tutti gli sforzi…”Dopo la 5° giornata di Football Americano Femminile che si è svolta Domenica scorsa a Bologna, Roberta Brini, capitano delle Neptunes Bologna ,purtroppo infortunatasi a due settimane dall’inizio del campionato, traccia un bilancio di questa stagione e analizza per Noi il momento del suo Team e e del movimento di football americano femminile nel nostro Paese.
Come è nata la tua passione per il Football Americano e cosa ti ha spinto a volerlo praticare ?
A dire il vero, non ho mai seguito il Football Americano. Da bambina, vedendolo nei film americani, sognavo di poterci giocare, ma non me ne sono mai interessata seriamente. Ho iniziato per caso in una fredda e piovosa sera di metà febbraio di 2 anni fa, perchè una mia amica, che è la compagna di uno dei coaches della sezione senior maschile dei Neptunes, mi disse “Sai che stiamo facendo una sezione femminile sperimentale? Perchè non provi?”
In quel periodo, stranamente, non stavo praticando alcuno sport e, anche se gli sport di squadra non mi sono mai piaciuti, accettai per curiosità.
Dopo la prima sera passata a correre e tuffarmi nel fango con quella banda di pazze che sono le mie compagne, venni battezzata subito difensore e non smisi più.
Un tuo bilancio dopo le prime giornate relativo al movimento del Football Americano Femminile che per la prima volta in Italia ha avuto un suo campionato ufficiale.
Che dire… finalmente!!! Dopo 2 anni di sforzi e speranze, finalmente abbiamo un’ufficialità, grazie alla passione e all’aiuto di chi ha deciso di credere in noi! Apprezzo tantissimo gli sforzi di tutti quelli che hanno speso anche un solo minuto del loro tempo per la nostra causa. Grazie!
Come primo campionato, penso sia stato organizzato al meglio, ottimizzando tempi, partite, recuperi, ecc.
Spero che per la prossima stagione saranno presenti anche le nuove squadre che si stanno formando e che magari venga rivista qualche regola… A tutte piacerebbe avere qualche minuto in più di gioco e altre piccole cose, che all’estero sono la norma e che spero conquisteremo anche noi.
Al di là di tutto, posso comunque dire di potermi baciare i gomiti per quello che abbiamo! Il riconoscimento ufficiale è stata la conquista più grande e più desiderata da tutte/i!
Riguardo invece ai risultati e le prestazioni sul campo, qual è la squadra che ti ha impressionato di più e quale l’avversaria che ti ha messo più in difficoltà ?
Per rispondere a questa domanda, ho fatto un lavoro di squadra. Purtroppo, mi sono infortunata 2 settimane prima dell’inizio del campionato e non ho potuto giocare neanche una partita.
Personalmente, vedendo giocare tutte le squadre dall’esterno, sono rimasta impressionata dalla crescita che tutte le giocatrici hanno avuto. Se penso alle prime partite, c’è un’enorme differenza.
D’accordo, non saremo perfette, ma c’è da considerare che le squadre sono formate al 99% da ragazze che sono partite da zero.
La crescita tecnica è diversa, rispetto ad una realtà in cui ci sono poche individualità nuove in mezzo ad un gruppo ben formato.
Per questo sono molto orgogliosa di tutte le squadre e dell’impegno che ci mettono.
Dal punto di vista pratico, parlando con le mie compagne che hanno giocato, le maggiori difficoltà le hanno trovate con le reverse delle Furie, molto ben eseguite, mentre sono rimaste impressionate dalle Lobster, che pur essendo in 11 hanno deciso di affrontare il campionato con le loro forze, ottenendo anche ottimi risultati.
Passando al tuo team delle Neptunes Bologna, quanto siete cresciute come atlete e come gruppo in questa stagione?
Penso che abbiamo avuto una grande crescita.
Abbiamo avuto un’ottima preparazione atletica e tecnica da parte dei nostri coaches.
Come gruppo, abbiamo avuto una crescita particolare. La perdita di Erika, il lutto, è stato ovviamente un colpo molto duro. Ritrovarsi ad allenamento, andare avanti nonostante tutto, pensando che lei avrebbe voluto così, accorgersi di cercarla in campo sovrappensiero. Non è stato facile. Ma vederci tutte insieme, lì, ad andare avanti, mi ha fatto capire e sentire la forza che abbiamo come singoli e come squadra.
Mi piacerebbe che tutte potessimo prendere spunto da questa consapevolezza, perchè penso che sia l’unica cosa che un po’ ci manca, la fiducia nelle nostre capacità.
Avete già parlato dei vostri programmi futuri di squadra?
Al momento no, abbiamo lavorato e pensato giorno per giorno ad ogni singola partita.
L’unica cosa che siamo sicure di dover fare, è una bella campagna di reclutamento!
Dai a tutte le donne che ci leggono un buon motivo per avvicinarsi a questo sport, sia come atlete che come tifose?
Beh, come tifose, posso dire che è ancora uno di quegli sport in cui c’è una tifoseria sana.
E’ sicuramente uno sport movimentato, è impossibile che ci siano minuti noiosi in cui non succeda nulla e c’è sempre la possibilità di vedere azioni spettacolari. Se qualcuna ha anche solo la curiosità di provare, non deve fare altro che buttare via paure e preconcetti e farlo! Il Football Americano è uno sport talmente articolato, che necessita di ogni tipo di corporatura e qualità atletica. C’è un posto per tutti. L’importante è la grinta. Non è uno sport facile e neanche “comodo”. Ci si allena in tutte le stagioni. Ma le soddisfazioni che regala, sportivamente e umanamente, ripagano tutti gli sforzi.