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Cinque dischi...In bianco.

Da Farmacia Serra Genova
Per noi poveri sprovveduti che credevamo che la cena in bianco fosse solo un antico e saggio espediente per limitare i danni di improvvisi moti insurrezionali dell'intestino, è da poco arrivata una nuova accezione di questo concetto. È in voga, infatti, riunirsi in decine - ma che dico - centinaia in posti prestabiliti, tutti quanti di bianco vestiti, per consumare una cena all'aperto. Una romantica distesa bianca con un colpo d'occhio su uno scenario d’altri tempi, o un'accozzaglia di sconosciuti vestiti da fantasmi a mangiare (cibo che si portano da casa) cercando in tutti i modi di non macchiarsi le vesti immacolate: più o meno questo, a seconda dei punti di vista.
Di recente l’evento – che sia un flash mob o pianificato in modo ufficiale, non importa – si è svolto in varie città d’Italia, e quindi – totalmente sconvolta da questo nuovo senso non-malaticcio di “cenare in bianco”, anche i cinque dischi di oggi sono in bianco.
1. Procol Harum – A whiter shade of pale

Bizzarro che questa canzone, il cui titolo inglese significa “Una sfumatura di pallido più bianca”, sia stata incisa in versione italiana (dai Dik Dik) con il titolo “Senza luce”. Se non altro, però, il testo italiano è un po’ meno criptico dell’originale. “A whiter shade of pale” parla di vestali, vergini, e volti di spettrale pallore, mentre “Senza luce” racconta di un uomo che – poveraccio – è stato mollato, cerca di dimenticare l’accaduto bevendo come se non ci fosse un domani e portandosi a letto la prima che passa, anche se non assomiglia alla tipa che lo ha lasciato. Gli italiani, gente semplice.
2. Offspring – Pretty fly for a white guy

Una leggerezza di cui solo l’adolescenza è capace. La mia adolescenza, intendo, a cui questa canzone appartiene. Non dico che sono stata una ragazzina totalmente spensierata, ma di certo da gggiovane lo ero di più di quanto lo sia ora, vecchia zia quale sono. Nella parte spensierata di ogni adolescente, dunque, è giusto ci sia spazio per una canzone intitolata “Sono abbastanza figo per essere un bianco”.
3. Coldplay – White shadows

A questo pezzo, come ad altri del disco “X & Y” ha collaborato Brian Eno; Un video poco rassicurante, però molto bello, e in più ci sono i sottotitoli, per non perdersi nulla delle “ombre bianche” di cui canta Chris Martin.
4. Velvet Underground – White light/white heat

“White light/white heat”: luce bianca/calore bianco. Mi rendo conto che l’ipotesi che sto per fare è un po’ azzardata, ma in questa canzone i Velvet Underground potrebbero star facendo riferimenti al mondo delle droghe. La butto lì, eh.
Però la cosa bella è che in una luce e in un calore bianco, ognuno può decidere di vederci ciò che vuole, anche il flash di una macchina fotografica e il sole di un sabato di luglio sulla pelle, o la luce bianca della stazione della metro che ci riporta a casa verso il calore bianco di un bagno nella vasca.
5. The Beatles – I’m so tired

Su, era dovuta: una canzone dall’Album Bianco dei Beatles, che scelsero il bianco ben prima che diventasse così à la page. Un doppio album da cui è difficilissimo scegliere una canzone soltanto. Stremata dalla fatica (“I’m so tired!”), e con tutto questo bianco negli occhi e nelle orecchie, la puntata di oggi finisce qui, miei cari lettori.

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