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Cleveland Cavs, è tutto nelle mani di Irving!

Creato il 28 ottobre 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

8 luglio 2010. E’ bastata una data per sconvolgere il destino recente dei Cleveland Cavaliers. Quel giorno, il 3 volte MVP Lebron James decise, tramite “The Decision” in diretta nazionale, di lasciare la franchigia dell’Ohio per approdare nella calda Florida, ai Miami Heat, per aprire una nuova era. Da quel momento in poi, i playoffs sono stati un miraggio, e l’ultima stagione chiusa 21-45 non fa ancora ben sperare i tifosi dei Cavalieri.

Il nuovo leader però è già stato individuato: si tratta di Kyrie Irving, sophomore ex Duke, selezionato con la prima scelta assoluta al draft del 2011. Kyrie ha dimostrato una leadership innata fin dalle prime partite NBA, e dopo essere stato nominato rookie of the year grazie ai suoi 18.5 ppg e 5.4 apg, è pronto ad una stagione da All Star, dopo aver recuperato bene dall’evitabile infortunio alla mano patito durante un allenamento con la propria squadra a Las Vegas (pugno ad un muro dopo una palla persa…). Irving, a discapito di questo incidente, è già entrato nel cuore dei tifosi e della proprietà, che gli ha detto le redini della franchigia per il futuro, in modo che “Uncle Drew” si possa candidare ad essere uno dei migliori playmaker della lega.

Inspiegabile tuttavia è la scelta fatta dal gm Chris Grant, che con la quarta chiamata assoluta al recente Draft ha selezionato la guardia Dion Waiters, in uscita da Syracuse, con giocatori come T. Robinson, Lillard, Drummond ancora disponibili. Etichettato già come estremamente “overrated” da molti scout e addetti ai lavori, per Waiters il primo anno di NBA si preannuncia difficoltoso: la preseason è sempre da prendere con le pinze, ma le sue prestazioni fin qui poco brillanti (e chiuse con pessime percentuali al tiro) fanno intendere che il povero Dion non sia pronto ad un ruolo di primo livello, almeno per questa stagione iniziale; e la sua convivenza cestistica con Irving è rischiosa. Tuttavia, diamo tempo al tempo, anche perchè disporrà già di un discreto minutaggio (data la penuria di altre soluzioni nel ruolo di guardia).

Le altre soluzioni per il ruolo di guardia/ala piccola si chiamano C.J Miles, neo Cavaliers arrivato da Utah, che garantisce pericolosità perimetrale (anche se l’ultimo anno nello stato dei mormoni è stato al di sotto delle aspettative) e Alonzo Gee, autentica favola americana: non draftato nel 2009, un’esperienza in D-League con gli Austin Toros, ha passato le annate dal 2010 al 2012 da girovago in NBA tra Wizards, Spurs e Cavaliers, squadra in cui ha trovato la fiducia di coach Byron Scott, che gli ha dato ampio spazio nelle rotazioni (i 10.6 ppg in 29 minuti parlano chiaro) “convincendolo” a fermarsi in Ohio firmando un nuovo contratto fino al 2015.

Tuttavia, è il settore lunghi quello che tende a far scattare i primi campanelli d’allarme per la stagione prossima al via: Anderson Varejao, Tristan Thompson e Tyler Zeller non sembrano essere le armi migliori per affrontare una regular season lunga e difficile, data anche la presenza dei Cavaliers in una division ostica come la Central. Se Varejao in queste annate nel “Mistake on the lake” (nomignolo affibbiato alla non ridente Cleveland) non ha mai deluso, ci sono dei grossi punti interrogativi che aleggiano su Thompson. Per il canadese la prima stagione da professionista è stata travagliata, ma il Gm Grant è pronto a scommettere che le sue prestazioni saliranno di livello ora che lo spot di 4 titolare è stato lasciato libero dalla partenza di Antawn Jamison; per cui, bisogna attendere ancora per un giudizio. Zeller è un’incognita: ha speso la sua carriera collegiale alla corte di coach Roy Williams a North Carolina, chiudendo l’ultimo anno con 16.3 ppg e quasi 10 rpg; ma come si sa, l’NBA ha un gioco meno statico di quello universitario, per cui vedremo che ruolo sarà richiesto al neo lungo dei Cavs da coach Byron Scott.

Dopo l’era James la città di Cleveland ha vissuto due annate buie, ma non è detto che questa squadra giovanissima possa portare ad altre delusioni. Se i playoffs sembrano ancora distanti, è vicina la voglia di rivalsa di Irving, nuova stella della squadra, pronto a guidare questi giovani Cavs.

 


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