Magazine Società
“La vita è uno stato mentale”
Georges Ivanovič Gurdjieff
Sul giornale di Giuliano Ferrara è pubblicato un ritratto di Massimo Bordin che non trascura un cenno al suo tabagismo e “all’antiproibizionismo che lo portò a far sentire in diretta il «clic» dell’accendino in piena campagna italiana sui divieti di fumo nei locali. Bordin disse qualcosa come: e io mi accendo una sigaretta” (Il Foglio, 14.7.2010). Bene, penso che questo dettaglio sia assai utile alla comprensione dell’uomo che troppo spesso, e anche stavolta – stavolta con Marianna Rizzini – è ridotto a stereotipo e frusta aneddotica.Roba benevola, in genere, o almeno non troppo malevola (che già è molto), e così è pure per questo ritratto che Il Foglio ci offre di Bordin. Tuttavia credo che tutto il carico di Trotzki e Pannella non metta e non tolga uno iota a un uomo che: fuma; ritiene ingiusto l’assoluto divieto di fumo nei locali pubblici (perché, rammentiamolo, è di questo che si trattava); e accende lo stesso la sua sigaretta; e fuma; e si autodenuncia.Sarò un inguaribile romantico, ma ritengo tutto questo bello e nobile, giusto e logico.
Agli antipodi di questo genere d’uomo c’è quello che: fuma (qui stiamo parlando di Ferrara); e ritiene ingiusto il divieto (si legga Il Foglio della prima settimana del gennaio 2005); ma, quando il divieto è fatto legge, dichiara solennemente che la legge va rispettata, anche se ingiusta, sempre, per una sua intrinseca rappresentazione del Potere (non ha importanza se di un Dio o di un Principe, tanto per uomini del genere fa lo stesso), e che, per quanto lo riguarda, ogni tanto un bel tabù non guasta: non fumerà mai più in locali pubblici – dichiara – a cominciare addirittura dalla sua redazione (“Qui sono spariti i portacenere, la legge è legge [...] Siamo in piena ed esemplare astinenza” – Il Foglio, 12.1.2005); e poi fuma di nascosto, come un liceale al cesso. Si ascoltino le trasmissioni a cura della redazione de Il Foglio ospitate da Radio Radicale nel corso della campagna referendaria sulla legge 40 (le trovate su radioradicale.it): dalla puntata del 12 maggio 2005 fino alla fine, Ferrara fa sentire innumerevoli volte il «clic» dell’accendino. E non erano passati neanche quattro mesi. E mai una volta qualcosa come: e io mi accendo una sigaretta.
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