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Cloud Nine - Incensati (I parte)

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
Camp Thereunder. Luci biancastre montate sul soffitto di una caverna alta quanto un palazzo di quattro piani. Tende permanenti allineate magistralmente e strade abbastanza larghe da garantire il transito di veicoli e fanteria corazzata. L’avamposto era silenzioso fatta eccezione per il punto in cui s’incontravano le due vie principali di CTU, una sorta di piazza al cui centro era situato un edificio prefabbricato quadrato come la pianta dell’avamposto. Selene ci mise un attimo di troppo per comprendere cosa fosse tutto quel caos intorno al centro di comando, ma quando il loro veicolo si fermò, era chiaro cosa stesse accadendo. Incensati li aveva chiamati Roman, un nome adatto per quelle figure. Per quanto la luce artificiale garantisse un’illuminazione intensa, cinque figure sfuggivano allo sguardo, come se l’occhio non riuscisse a comprendere del tutto cosa fosse l’alone di buio che i cinque avevano intorno. Sono K’Thor, della peggior specie! Dannazione!
Ognuno di quegli alieni superava abbondantemente i due metri, due gambe lunghe quasi il doppio di quelle umane vantavano un’articolazione in più che permetteva agli alieni di muoversi con un’agilità e una forza ineguagliabili. Le spalle spioventi sembravano troppo inclinate per appartenere a un essere dalla posizione eretta e quell’impressione veniva amplificava dalle braccia esili e lunghe, ma era il capo di quegli esseri ad attirare l’attenzione più di ogni altra cosa. Due occhi privi di iride s’illuminavano incessantemente mostrando quel frenetico palpitare che poteva essere interpretato come emozioni, il volto privo di peluria e piuttosto anonimo non aveva altri orifizi, oltre a una bocca sottile e priva di labbra. Incensati! Dannazione dovevi capirlo che non era riferito solo all’odore, ma ai dannati Oscuri! Si rimproverò Selene avvicinandosi cauta. C’erano molti tipi di K’Thor: ognuno per ogni fazione del loro Consiglio, ognuno con dei segni di riconoscimento palesi e inequivocabili. Gli Oscuri erano una delle fazioni più enigmatiche, eppure era quella che meglio si era adattata all’arrivo dell’uomo: gli Oscuri prestavano servizio sulla Xiria, alcuni vivevano tra gli xatrani e soprattutto alcuni xatrani erano stati accettati tra i loro ranghi. Kolovich era uno di loro, così come lo era il suo ufficiale tattico. Quando il genere umano non aveva ancora imparato a costruire utensili, il Tempio Oscuro era sede di una setta di adoratori della notte. L’invenzione dell’immortalità aveva cambiato la concezione religiosa dei K’Thor e il ricco ordine monastico era sprofondato nella miseria, solo per riciclarsi come setta di guerrieri. Combinando le capacità psioniche a un addestramento estenuante, i primi Oscuri erano riusciti a trasformare i loro paramenti rituali in vere armi, così le lunghissime lame da cerimonia erano diventate pesanti armi da mischia. I mantelli neri come la pece si erano evoluti, dando la possibilità agli alieni di rendersi invisibili, amplificando così la loro fama come guerrieri in grado di padroneggiare le tenebre e l’occulto. Dai paramenti privi di fronzoli, gli alieni sembravano essere dei semplici Discepoli, l’equivalente di soldati semplici con poche responsabilità e pochi poteri. A differenza della scala gerarchica xatrana, i K’Thor promuovevano i loro sottoposti in base alla capacità psionica e quando succedeva che uno di quegli alieni diventava più potente dei suoi superiori, allora veniva sfidato a duello o assassinato. Del resto l’immobile società K’Thor richiedeva un simile bagno di sangue: troppi contendenti avrebbero destabilizzato l’ordine delle cose, facendo crollare nel caos le organizzazioni piramidali che loro stessi avevano fondato. – Quentin quando avevi intenzione di dirmi che gli incensati sono Oscuri? – – Mi scuso, avrei dovuto spiegarti meglio, capo. – Senza scoraggiarsi Selene si avvicinò alle figure incappucciate, per chi non aveva a che fare con quelle creature era praticamente impossibile comprendere come ragionassero – Chi è al comando? – Una figura come le altre si fece largo tra gli alieni. La stoffa del suo mantello sembrava più raffinata e un cinturone con il simbolo del Tempio Oscuro reggeva una pistola K’Thor di grosso calibro, gli occhi palpitanti di curiosità erano l’unica cosa che si scorgeva del volto coperto dal cappuccio, mentre il modo in cui si poneva ai nuovi venuti lo qualificava come capo squadra degli Oscuri e superiore in grado »»La femmina chiede chi sia il leader di questa squadra di cacciatori oppure non sa chi comanda l’avamposto umano?«« – Se c’è differenza. – Fissare negli occhi un K’Thor che cercava di affermare la propria posizione voleva dire sfidare il suo onore e la sua reputazione davanti a tutti, maggiore era il guadagno che ne poteva derivare, maggiore sarebbe stato il potere sullo sconfitto. In molti casi le due razze evitavano di comportarsi come richiedeva l’etichetta aliena, ma in alcune occasioni confronti come quello che Selene stava portando avanti si erano conclusi con la morte di qualcuno per omicidio »»Camp Thereunder è sotto il controllo degli xatrani.«« – Quindi mostrami dove posso trovare il suo comandante. – – T’Taf! – lo richiamò un uomo corpulento e dall’aspetto trasandato, la parte superiore della tuta slacciata e lasciata penzolare come una coda – Voi dannati incensati non sapete quando stare da parte! La donna che stai minacciando è una dottoressa incaricata direttamente dal Governatore, lasciatela in pace, prima che io vi sbatta fuori dal perimetro! – L’intervento del soldato non fece distogliere gli occhi palpitanti dell’alieno »»Hai trovato ciò che cercavi.«« – Dottoressa Levkova! – Selene decise che lo scontro era terminato, spostò lo sguardo sul nuovo arrivato – È lei al comando in quest’avamposto? – – Armiere Douglas Martin. – si presentò l’uomo con un ampio sorriso – Il Colonnello mi aveva anticipato il vostro arrivo. Ho già fatto approntare le vostre tende nella parte più interna, sfortunatamente avrete come vicini quei dannati incensati della Xiria! – Selene lanciò un’occhiata al mucchio di mantelli che si era chiuso intorno al proprio leader – Il K’Thor che li comanda sembra fin troppo sicuro di se, daranno fastidio? – – L’Apprendista T’Taf è uno dei più fidati uomini del Capitano Kolovich e nell’ultima settimana li ho visti massacrare più Mutanti di quanti io ne abbia uccisi in tutta la dannata guerra! – ammise Martin con uno sguardo di disapprovazione – Evitassero di farci saltare i nervi in continuazione sarebbe bello averli qui. – – Sembra che lei sia contento di averli intorno. – – Gurevich li considera più pericolosi dei Mutanti stessi, ma posso garantirle che se non fosse per gente come T’Taf, CTU sarebbe invaso dalle bestie e noi staremmo ancora a chiederci come sono fatti i tunnel, dottoressa! – Selene simulò un sorriso, sapeva che i K’Thor erano stati utili all’invasione, ma la presenza di una squadra di Oscuri metteva a rischio la loro copertura. Congedato Martin e dirigendosi verso la tenda attivò la radio della squadra – HP hai portato qualcosa per i nostri nuovi amici? – – Già fatto, capo. Disturbatori psionici e sensori di occultamento. –

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