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Collisione Uars sulla Terra: rischio caduta frammenti anche in Italia.

Creato il 22 settembre 2011 da Tnepd

Collisione Uars sulla Terra: rischio caduta frammenti anche in Italia.

Collisione Uars sulla Terra: rischio caduta frammenti anche in Italia.

Ne avevamo parlato pochi giorni fa, adesso è l’ora X, Uars sta per precipitare sulla Terra, e i suoi frammenti potrebbero cadere anche sull’Italia… Riportiamo l’agenzia di TMNews: Roma, 22 set. (TMNews) – Si è tenuta nella sede del dipartimento della protezione civile la riunione del Comitato operativo convocato d’intesa con l’Asi, l’Agenzia spaziale italiana, per analizzare gli scenari relativi al rientro sulla terra del veicolo spaziale della Nasa Uars – Upper athmosphere reasearch satellite e valutare possibili interventi legati alle eventuali traiettorie che potrebbero interessare l’Italia.

L’Upper Earth Research Atmosphere della Nasa, satellite dal peso di sei tonnellate in orbita dal 1991, dovrebbe raggiungere l’atmosfera terrestre domani. Difficile sapere dove e quando arriverà sulla terra ma secondo la Nasa c’è solo lo 0,03% di possibilità che una persona sia colpita da qualche frammento di questo apparecchio grande come un autobus.

“L’arrivo” del satellite nell’atmosfera “è previsto per il 23 settembre” annuncia la Nasa sul sito internet. Ma è ancora “troppo presto per prevedere l’ora e il luogo” dove il dispositivo giungerà. Solo 20 minuti prima dell’impatto la Nasa sarà in grado di comunicare il luogo preciso della caduta dei frammenti del satellite.

L’Uars ha misurato per anni i livelli di ozono e altri dati meteorologici degli strati superiori dell’atmosfera: fuori servizio dal 2005, da allora ha continuato ad orbitare perdendo progressivamente quota, uno dei circa 22mila – di cui appena 900 satelliti ancora integri, di cui solo 380 funzionanti – oggetti che costituiscono la “spazzatura spaziale” attorno al nostro pianeta.

Una quantità che aumenta esponenzialmente, tanto che un rapporto dell’Us National Research Council, commissionato dalla Nasa, raccomanda ormai di mettere a punto una strategia di “ripulitura” prima che i detriti mettano a rischio altri satelliti ancora operativi o la stessa Stazione Spaziale Internazionale “Alpha”.


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