Come ho potuto dimenticarmi che Novembre è il mese del tartufo?

Come ho potuto dimenticarmi che Novembre è il mese del tartufo?

nov 16 • Ingredienti • 14 Views • Nessun commento

A Novembre le vacanze estive sono al massimo un vago ricordo, e l’entusiasmo dei buoni propositi per il nuovo anno lavorativo si esaurisce con Ottobre. Per gli ottimisti ci sono le ferie natalizie in arrivo, ma non distraetevi: per chi cucina Natale è il momento più faticoso dell’anno.

Ecco, arriva sempre un momento a Novembre in cui mi sento così sfinita che non mi tira su nemmeno l’odore di mela nel forno, la crema di zucca per cena o le patate americane arrostite nella carta stagnola. In più, quando accendo il termosifone nel mio appartamento, mi prende la voglia di fuga in campagna: foglie morte, erba bagnata di brina e caminetti a legna.

Quest’anno, fortunatamente per il mio datore di lavoro, quel giorno è arrivato di sabato e siamo partiti per i Colli Euganei, una meta bucolica dietro l’angolo se stai a Venezia, che per mio marito è un ritorno ai luoghi della sua ‘infanzia e per me la visita ad un parente acquisito, stranamente gradevole.

Allora, io quando parto per gite come queste ho in mano uno studio comparato che prevede almeno un giro di perlustrazione nella Michelin prima di decidere che son posti troppo cari. Poi passo alle Osterie d’Italia, confronto i risultati con i commenti su Tripadvisor e decido. D’altronde è quello che qualsiasi maniaco del controllo farebbe, no?

Questa volta invece no, ho detto a mio marito: “Decidi tu” (dovevo stare proprio male…) e la faccenda si è rivelata una cosa seria dato che siamo andati a pranzo alla Tavernetta di Fontanafredda, un ristorante gestito da una sudtirolese che prepara il tartufo. Vedi che a volte Novembre lo sottovaluti? Come ho potuto dimenticarmi del tartufo?

Il tartufo in questione era il bianco d’Alba, e sia i cavatori che i tartufi vengono selezionati direttamente dal ristoratore e fa la differenza (anche sul prezzo: 5 euro al grammo). La bella idea di questo locale è che ti servono i grandi classici (frittatina, tagliolini) ma anche dei piatti speciali del loro menu, che puoi scegliere se farti portare accompagnati da scaglie di tartufo (pesato e grattugiato al tavolo).

Ho mangiato come antipasto una crema di zucca e gorgonzola servita in una tazza con una foglia d’oro e un croissant salato allo speck. Era già perfetta così, ma tre grammi di tartufo bianco l’anno resa un antidepressivo naturale. L’altro antipasto è stato un crostino di pane d’avena fatto in casa, arrostito sul camino con tartare di manzo e scaglie di tartufo bianco. Poi dei tagliolini all’uovo, spadellati con grasso d’oca e scaglie di tartufo nero. Nel piatto erano accompagnati da un cestino di pasta fillo e da una foglia di pasta all’uovo, essicata al microonde e colorata con cacao e rape rosse.

Alla fine abbiamo preso i dolci, fidandoci del consiglio della proprietaria “i miei dolci sono meglio del mio tartufo”, non era vero ma la perdoniamo.