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Come nascono i bambini

Da Fiaba


Domenica 22 Aprile 2012 22:34 Scritto da marco.ernst

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Prima o dopo succede che tutti i bambini chiedano e vogliano sapere come sono nati: è un lungo viaggio, eccolo.

Tutto comincia il giorno che una mamma e un papà s’innamorano. Si vedono (può essere stato ad una festa, per strada, in ufficio o in discoteca) e i loro cuori iniziano a battere come i bassi di un pezzo di disco – music (Ettunz, ettunz, ettunz...). Poi cominciano, forse per il troppo sangue affluito al cervello, a non capire più nulla: sapete, quelle cose stupide che fanno solo i grandi, tipo disimparare a parlare (picci-picci, cippi-cippi, cicci-cicci, muci-muci ecc. neanche il vostro fratellino piccolo era così scemo prima d’imparare a dire mamma e papà).

Dopo viene la fase peggiore (per fortuna non quella del ritorno ai pannolini): si vanno a sedere su di una panchina al parco, si guardano negli occhi e scoprono che non sanno più pronunciare neppure quelle parole piene di “c”, ora fanno solo dei sospiri pieni di “a”; è proprio una regressione, dopo le consonanti tornano alle sole vocali.

Che schifo vedere impiegati di banca, dirigenti e professionisti ridursi in questo modo! passi per le donne che, si sa, non hanno dignità, ma un papà, via, non si fa così!.

Però è proprio durante questa fase di cretinismo che succede una cosa strana e meravigliosa: dai corpi dei due sospiranti vengono emesse delle bolle trasparenti che si chiamano amore, sono proprio come le bolle di sapone, ma invisibili, e si librano nell’aria e li circondano. La maggior parte di queste scoppia, ma, a volte, due di loro, una del papà e una della futura mamma, si uniscono a darne una più grande e resistente; siccome i due continuano a sospirare le loro “A” d’amore, a volte la mamma ingoia una di queste bolle e non sa che per una dozzina d’anni avrà finito di andare alle feste, in discoteca o a fare i falò in spiaggia insieme agli amici con la chitarra.

Dentro la mamma la bolla cresce e diventa un palloncino colorato, e qui ci sono regole ben precise: se il palloncino è rosa, il bambino sarà femmina, se è celeste, sarà maschio, se è viola saranno due gemelli di sesso diverso (due futuri sospiratori), se è rosso, due gemelle, se blu scuro due gemellini maschi.

A volte cresce un palloncino di quelli fatti a forma di bruco, e allora saranno tre, quattro, cinque, o anche sei gemelli e ogni sezione del palloncino-bruco avrà un colore diverso.

Forse abbiamo corso troppo, perché vedremo più tardi a cosa servono questi palloncini.

La bolla, infatti, per diventare palloncino, ci mette molto tempo, circa nove mesi, durante i quali la mamma diventa grassa, perché così almeno non va in discoteca o sulle panchine a sospirare, altrimenti sai quanti gemelli avrebbe, magari cento o duecento!

Nel frattempo c’è in cielo un esercito di cicogne che, avendo il collo lungo, hanno anche la vista lunga e l’udito fino e così ascoltano i sospiri e riescono a vedere quando la mamma ingoia le bolle d’amore. Allora queste cicogne messaggere vanno alla fabbrica dei bambini a comunicarlo agli addetti all’assemblaggio che, durante i nove mesi, montano accuratamente tutti i pezzi del nascituro: gli organi, le venti dita (e non è facile, piccole come sono!), gli occhi e le orecchie; non c’è mai tempo a sufficienza per mettergli anche i trentadue denti, pazienza, per quelli c’è tempo anche dopo (non credeteci, non è così, il tempo ci sarebbe, ma questi assemblatori ricevono tangenti dai fabbricanti di omogeneizzati per non inserire i dentini).

Quando sono passati i nove mesi e la mamma assomiglia ad un pallone pubblicitario di quelli che si vedono alla domenica sopra gli stadi di calcio, in fretta, perché altrimenti la mamma vola via, viene chiamato un taxi, ma se lei è troppo grossa e non ci sta ci vuole un’ambulanza, e il papà l’accompagna al mercato dei bambini.

Qui, poiché la povera mamma dovrà soffrire un poco, a tenerla allegra ci pensano dei personaggi da circo: ci sono l’uomo sui trampoli, i nani, i clown e anche i giocolieri.

Dopo aver passato la grande insegna luminosa e multicolore con scritto “Bimbo Mercato”, occorre entrare prima nel laboratorio “analisi palloncini”; qui c’è un uomo molto magro che fa aprire la bocca alla mamma e le infila una delle sue sottilissime braccia fin dentro nella pancia: quando ha afferrato la corda del palloncino, lo tira fuori; capite allora perché le mamme provano un poco di dolore: prima il braccio in pancia, poi il palloncino, magari quello a bruco, che le passa dalla gola...

Certo, l’uomo magro è così magro che, a volte, rischia di volare via attaccato al palloncino: per questo con lui c’è sempre la donna cannone che, nonostante la mole, è agile e svelta ad afferrarlo per i piedi non appena si alza da terra e lo tiene fin quando, tolto il filo, il palloncino viene lasciato andare in cielo, così gli angeli sanno che presto ci sarà un nuovo bambino da custodire.

Ora, così, si scopre finalmente il colore del palloncino e, quindi, di che sesso sarà il bambino o se saranno più di uno.

L’uomo magro manda allora uno dei suoi assistenti a legare il filo del palloncino alla pancia del bambino, così che lo si possa riconoscere (i grandi, che sono sempre complicati, chiamano questo filo “cordone ombelicale”).

Sbrigate tutte le pratiche, sapete: documenti, nome, città di nascita eccetera, papà e mamma vengono finalmente accompagnati dagli assistenti dell’uomo magro nell’orto; qui ci sono un sacco di fiori e ortaggi ben ordinati. Sotto le margherite si trovano le bambine, sotto i girasoli, i maschietti, sotto i cavoli, che sono più grandi, ci sono i gemelli. Ora, qualcuno si chiederà perché i bambini vengono messi sotto i fiori: sapete, spesso i neonati, e chi ha un fratellino piccolo lo sa, fanno certe puzzette... almeno così il profumo dei fiori rinfresca l’aria.

E se vi chiedete perché i cavoli hanno cattivo odore, pensate a due, tre o più gemelli impegnati in una gara di puzze...

Vicino all’orto c’è anche una piscina dove, sotto le alghe, nascono pesci, balene, granchi e tutti gli animali acquatici, mentre nella serra tropicale ci sono alte palme per le scimmie (ogni tanto qualcuna cade, picchia la testa ed è per questo che spesso le scimmie si grattano la zucca: è per i bernoccoli!).

Ma torniamo a mamma e papà che oramai hanno quasi finito il loro acquisto: eh sì, tutti i personaggi che abbiamo visto vanno pure pagati, è per questo che si dice “comprare i bambini”; in realtà i bambini sono gratis, ma ciò che si paga è il servizio, compreso il becchime per le cicogne.

Nell’orto gli assistenti, che sono gnomi, poiché devono essere piccoli per guardare sotto i fiori, cercano a fiuto il famoso filo del palloncino: quando lo trovano, a fatica trascinano fuori i bambini da sotto il loro fiore, espongono su di questo la targhetta con scritto “libero” e consegnano il neonato a mamma e papà.

E’ stata lunga, è stata dura, ma finalmente il bambino è nato: certo la procedura è un po’ complicata, ed è per questo che si aspettano alcuni anni per raccontare ai bambini come sono nati: mica è una cosa così semplice che tutti possano capire immediatamente!



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