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Come preparare un viaggio in Giappone (1)

Creato il 07 gennaio 2013 da Patrickc
Cena in Minshuku

Una splendida cena in una pensione a conduzione famigliare (minshuku) a Utoro, in Hokkaido. Nota: è per una sola persona (e c’è pure un granchio intero)

Torno in Giappone per la quarta volta. Chi mi conosce pensa che stia diventando una fissazione. In realtà dopo anni passati a seminare decine di bandierine sulle cartine geografiche (28, per ora) il 2012 è stato per me l’anno dei ritorni. Alcuni viaggiatori non lo capiscono, questo ripercorrere i propri passi. Loro non vedono l’ora di scoprire un nuovo Paese, magari con una toccata e fuga superficiale. E invece tornare è bello. E sono belle anche le piccole cose, i dettagli di questa esperienza. C’è un sottile piacere nel riconoscere un paesaggio ormai sbiadito nella memoria dal passare degli anni, cercare le differenze, sperando non siano brutali e in peggio (accade).  Ed è bello avere un caffè o un albergo che ormai è la propria casa-lontano da casa dall’altra parte del mondo, che sia a Tokyo o alle isole Lofoten. Ma non c’è’ solo questo, naturalmente. Tornare in un Paese dove si è già stati significa  provare a conoscerlo meglio, provare a scendere sotto la sua pelle, approfondirlo. Nel caso del Giappone, un Paese che si apre subito al visitatore, ma solo superficialmente, tornarci è qualcosa di più, quasi un percorso di iniziazione, anche se per uno straniero temo che sia un viaggio che non può aver mai fine.

Ora scendiamo nei dettagli

Un viaggio (quasi) low cost

Ace inn

Mai sentito parlare di ‘capsule hotel’?
L’Ace inn di Tokyo è la versione ‘soft’

In questo blog forse cerchi qualcosa di più che le mie sensazioni, quindi veniamo subito agli aspetti pratici. Ora faccio una panoramica, ma in futuri post analizzerò ogni singolo aspetto, compresi i miei posti preferiti.

Innanzitutto chiariamo una cosa. Nonostante ci sia una quantità immensa di siti che offrono aiuto, suggerimenti, consigli il Giappone non è un Paese difficile in cui viaggiare. E non è nemmeno particolarmente caro. Lo era certo negli anni ’90, ma da qualche tempo è cambiato tutto, complice la (ritrovata) forza dell’euro e il calo del costo dei voli aerei. Il biglietto per questo viaggio l’ho pagato 420 euro per andata e ritorno. Non è una cifra da poco, sia chiaro. Ma per un viaggio intercontinentale di 12 ore e passa è un prezzo stracciato.

E anche una volta che sei arrivato in Giappone i prezzi non saranno così alti come potresti pensare, nonostante Tokyo sia la città più cara del mondo (e lo è, per gli affitti per esempio). Mangiare non è caro: ve la potete cavare davvero con pochissimo se vi accontentate di mangiare spesso gli ottimi ramen (anche solo 5 euro per un pasto molto abbondante) o nelle catene di gyudon (riso e carne) come Yoshinoya o Matsuya. Ma anche ottimi ristoranti a pranzo propongono menù completi a 15 euro, anche di tempura (come Tsunahachi). Attenti però: appena si sfiora l’alta cucina si arriva rapidamente a 150-200 euro per un pasto completo.

Anche pernottare non è caro. Ci si può rivolgere al couch surfing, per spendere zero. Ma ci sono tantissime opzioni per spendere 25-30 euro per un alloggio. Senza utilizzare i bizzarri capsule hotel nemmeno così economici, si va dalle sistemazioni tipo ostello (Hana hostel a Kyoto, o Ace inn a Tokyo, per esempio) ai ryokan, pensioni in stile tradizionale dove si dorme sul tatami, consigliatissime. Se volete spendere ancora meno e vi accontentate di una poltrona reclinabile potete anche dormire in un internet cafè (non sto scherzando) e risparmiare su un pernottamento spostandovi fra le città con i comodi bus notturni invece che con il treno.

Risparmiare quindi si può, spendendo non più di 40-50 euro al giorno per vivere in Giappone. Ma non dimenticare però che l’ospitalità e la cucina sono fra le cose indimenticabili di un viaggio nel Paese del Sol Levante: concediti almeno un pernottamento in un ryokan di medio livello o in una minshuku (sorta di guesthouse/bed & breakfast tradizionale, di solito a mezza pensione) e prevedi almeno 70 euro e almeno altrettanto per un pranzo in un ristorante di un certo livello. Nei prossimi giorni dedicherò un post alle varie possibilità di pernottamento in Giappone: sono davvero molte e diversissime.

Treno giapponese

Vi aspettavate uno Shinkansen. E invece vi ho messo un tokkyu (credo)
Ci sono moltissime categorie di treni in Giappone. Questa foto l’ho scattata a Kyoto

Trasporti e itinerario (non solo treni)

Un’altra scelta da fare subito è l’itinerario. Spesso, in passato, ho viaggiato prenotando solo la prima notte in albergo (come in India), altre volte senza neppure questa minima sicurezza. In Giappone, invece, devi decidere un itinerario, almeno di massima e non solo perché i giapponesi amano ricevere le prenotazioni con un certo anticipo.

Treni. La velocità, capillarità e puntualità dei treni giapponesi sono leggendarie (anche se qualche incoveniente mi è capitato). Ma perché va pianificato l’itinerario prima, ti chiederai? Da questo dipende una delle scelte fondamentali, che si rivelerà decisiva per il  budget: prendere o meno il Japan rail pass? Si tratta di un pass ferroviario disponibile in vari tagli (7 o 14 giorni) che costano da 235 euro in su. Come un piccolo interrail consente viaggi illimitati sul 90 per cento dei treni giapponesi. Considerando il costo esorbitante delle tratte su Shinkansen (i treni ad altissima velocità) il prezzo si ammortizza rapidamente. Per capirsi, anche solo con un’andata e ritorno fra Tokyo e Kyoto basta a giustificarne l’acquisto. Va preso però in anticipo: in Giappone non si può comprare. Dovrete prenderlo in agenzia o su uno dei tanti siti che lo propongono e farvi spedire a casa il voucher  (suggerisco la seconda opzione). Ma le possibilità per spostarsi sono in realtà numerose e alla fine potreste non sfruttare appieno il pass. Io  una volta ci ho rimesso. E ho deciso che questa volta non lo faccio.

Forse prenderò un treno, magari con la formula del puratto kodama ticket che consente ottimi sconti sugli shinaksen. O forse no.

Bus. I comodissimi bus, oltre a essere più comodi su numerose tratte poco servite dal treno, consentono un certo risparmio. Quelli notturni, poi, permettono di evitare un pernottamento (portatevi dietro un cuscino per appoggiare il collo, però). Sono fra i più comodi mai provati e nei ‘dream bus’ c’è un solo sedile per fila: per intenderci accanto hai o il finestrino o il corridoio e ampio spazio per reclinare il sedile alle spalle. Una compagnia offre anche un bus pass al costo di 10.000 yen (circa 90 euro).

Aerei. C’è infine la possibilità di prendere voli interni. La rete di piccoli aeroporti è capillare e potrebbero essere comodi non solo per raggiungere le isole lontane, come Okinawa, ma anche l’Hokkaido a nord, per esempio. Ci sono compagnie low cost come skymark (l’unica col sito anche in inglese), ma la cosa più conveniente è fare un pass aereo che permette di abbattere i costi (comunque non inferiori a 90-100 euro a tratta).

Vedi anche: Giappone, cinque miti da sfatare e, sul pass ferroviario, Japan Rail pass (Giapponepertutti)

Hai domande o altri suggerimenti (o critiche)? Scrivi tutto nei commenti, proverò a rispondere o fare aggiunte nei prossimi post!


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