Nel match di Ginevra tra Italia e Brasile tanto, tanto spettacolo, poca fortuna per gli azzurri e un pareggio che per i verdeoro sa di vittoria. Gli azzurri giocano, pressano e si rendono pericolosi, costringendo il Brasile a giocare di contropiede: prima Balotelli (tra i più in forma) poi Maggio, servito al meglio da Pirlo, sfiorano il vantaggio, costringendo Julio Cesar ad una serie di interventi prodigiosi.
Poi svanisce la tensione, e cala il sipario sul gioco frenetico dei primi 20 minuti. Si crea una fase di studio, quasi di stallo. Il Brasile, però, ne approfitta, e all 33esimo si porta in vantaggio: da destra Fred infila l’1-0 alla sinistra di Buffon, alla faccia della prestazione, alla faccia di quanto visto in campo. Due minuti più tardi raddoppia il Brasile: il contropiede fatale di Neymar mette Oscar a tu per tu con Buffon, che, battuto, nulla può sul suo destro rasoterra. È beffa, e l’Italia torna negli spogliatoi sorpresa, ma non afflitta.
Nella ripresa è El-Sharawi, stavolta, a far tremare il Brasile, che su tacco di Balotelli colpisce al lato trovando l’opposizione di Julio Cesar. Dal corner è Daniele De Rossi, di destro, a trovare l’1-2 della speranza, segnando il suo 14esimo gol con la Nazionale. Pochi secondi dopo, lasciato del tutto solo, Balotelli trova il 2-2 con una magia da fuori area: tiro a giro, all’angolino, Julio Cesar battuto e l’Italia torna in partita. Nonostante il pressing azzurro e l’arrendevolezza del Brasile, il match si chiude sul 2-2. Meglio l’Italia di Prandelli che il Brasile di Scolari.
Il pareggio, difatti, sa di sconfitta per gli azzurri, più volte pericolosi, quasi mai fortunati. Da 30 anni l’Italia non batte il Brasile. Forse, per rompere il tabù, agli azzurri potrà tornar utile la Confederations Cup, neanche a dirlo in casa dei verdeoro.