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Con l'operazione «colletti bianchi», in arresto sindaco di Casapesenna. Ma tra le carte anche i nomi di Cosentino e del prefetto di Frosinone

Creato il 10 febbraio 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale

Con l'operazione «colletti bianchi», in arresto sindaco di Casapesenna. Ma tra le carte anche i nomi di Cosentino e del prefetto di Frosinone
«Spero sia una lezione per i giovani e per chi, in questa terra, resta facilmente affascinato dalla camorra - diceva il sindaco commentando l'arresto del boss Zagaria - Spero faccia capire che il conto si paga sempre». 
«Certo sono dispiaciuto che alcuni concittadini lo abbiano coperto e, dunque, aiutato - aggiunse - ma l'importante è che lo abbiano preso». 
Due mandati, poi un'interruzione, poi di nuovo sindaco dal 2009, un passato nel Pdl anche se ora il sindaco si definisce «apolitico». «Qui si contano oltre 6800 residenti, tanti anziani e un elevato tasso di disoccupazione - disse ancora - qui non sono tutti camorristi». 
Poi lanciò un invito «a non abbassare la guardia perchè la camorra non è affatto sconfitta». 
Già, ma intanto un altro colpo è statomesso a segno anche contro le bugie.
All'interno dell'operazione portata a termine questa mattina, grazie anche al coraggio e l'aiuto dell'ex vicesindaco Zara, ci sono nomi importanti tra cui proprio quello del sindaco di Casapesenna che finisce in manette. 
Ma a rendere la le indagini ancora più interessanti, c'è anche il prefetto di Frosinone e quello del deputato Nicola Cosentino il quale, pare sapesse della lacerazione interna al partito e al consiglio comunale di Casapesenna, ma voleva che si credesse il contrario. Dall'ordinanza di custodia cautelare notificata questa mattina a Fortunato Zagaria, il sindaco di Casapesenna, è emerso anche questo. Nel provvedimento c'è infatti il testo di un messaggio che Zagaria inviò a Cosentino (all'epoca coordinatore campano del Pdl) dopo un incontro con Domenico Zinzi, attuale presidente della Provincia di Caserta, dell'Udc. 
Questo il testo: «Per la crisi politica a Casapesenna mi sono sentito con Zinzi, gli ho riferito che tu non ne eri al corrente e che hai lasciato sempre decidere alla sezione locale le questioni locali (c'Š stata una spaccatura nell'UDC locale). Ciao, Fortunato». 
E non solo.
Tra le carte dell'inchiesta della Dda di Napoli nei confronti di “colletti bianchi” ritenuti favoreggiatori del clan dei Casalesi e in particolare di Michele Zagaria, c'è anche il resoconto una telefonata fatta dal prefetto di Frosinone, Paolino Maddaloni a Fortunato Zagaria, sindaco di Casapesenna, quando questi era vice sindaco, per dargli una dritta su quando far dimettere la maggioranza dei consiglieri comunali e ottenere così lo scioglimento del consiglio. Il prefetto Maddaloni, in questa inchiesta, non risulta indagato: è invece indagato per turbativa d'asta in un'altra inchiesta sugli appalti per le centraline antismog del Comune di Caserta. 
La telefonata tra Maddaloni e Fortunato Zagaria è del 5 febbraio 2009. Il prefetto conferma all'allora vicesindaco che il 24 febbraio è il termine ultimo per procedere allo scioglimento dell'amministrazione comunale e gli suggerisce di fare «quella operazione» entro il 10 febbraio; si tratta di una «cosa» della quale Maddaloni dice: «Ci tenevo». « Ed infatti - nota il gip - la data del 10 febbraio 2009 è proprio quella in cui i consiglieri comunali fedeli a Zagaria presenteranno le dimissioni». 
Maddaloni chiama alle 20.30 da un apparecchio intestato al ministero dell'Interno: «Ingegnere, sono il dottor Maddaloni. Volevo dirle che proprio adesso mi ha chiamato Iorio e nella posta di stasera è uscito quel calendario; il termine è fissato il 24, quindi adesso ci troviamo pure con quel discorso della voce del 24 (già si diceva che quella fosse la data, ndr). 
Quindi - prosegue il prefetto - per il 24, per cui quella operazione entro il 10...». Zagaria lo interrompe: «Va fatta». Maddaloni aggiunge: «Per avere quelle due settimane di tempo per perfezionare, però ha detto quello che in due settimane ce la facciamo ampiamente perchè loro preannunciano già prima telefonicamente che ci stanno queste cose, in modo che già le inseriscono». 
Zagaria si limita a commentare: «Va bene». Il prefetto riprende: «Va bene? regolatevi voi... No, ci tenevo a rettificare questo termine». Il vicesindaco ringrazia: «Ha fatto benissimo... Noi aspettavamo una cosa». Maddaloni spiega: «E no, quello invece mi ha chiamato proprio... Dato che mi aveva dato quel termine, ha capito che ci tenevo a questa cosa e ha detto: guarda adesso che prendo la posta... Ed è uscita questa cosa in mezzo». Oltre alla telefonata nella quale comunicava la data entro cui il consiglio comunale di Casapesenna doveva essere sciolto per andare nuovamente al voto in giugno, il prefetto di Frosinone Paolino Maddaloni (che è a giudizio davanti al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per il reato di turbativa d'asta) ebbe altri due contatti telefonici con Fortunato Zagaria, il sindaco arrestato oggi con l'accusa di violenza privata aggravata nei confronti del suo predecessore. Da questi contatti, scrive il gip, «si rileva l'interessamento affinchè vada a buon fine l'iter burocratico per lo scioglimento dell'amministrazione comunale». Le telefonate sono del 10 febbraio 2009, giorno in cui si dimisero 13 consiglieri determinando lo scioglimento del consiglio comunale. Fortunato Zagaria chiama Paolino Maddaloni alle 13.52 e lo informa: «Abbiamo fatto tutto stamattina, i commissari oggi prendono servizio». 
E prosegue: «Le volevo solamente chiedere la cortesia, se è possibile, di seguire la». Il prefetto afferra al volo: «Si, si , si, si, si.. è scontata già questa cosa... basta ah». Il vicesindaco vuole accertarsi: «È già scontata?». 
E Maddaloni: «Sì, è già scontata questa richiesta... quindi già l'avevo incamerata, ci penso io, chiamo il collega dell'altra sera e glielo raccomando». Zagaria riferisce che sta andando a Roma per incontrare un sottosegretario, che a sua volta dovrebbe adoperarsi per fare in modo che l'iter prosegua senza intoppi e in giugno si voti. Il prefetto commenta: «Va bene. No, comunque questa cosa me la vedo io, va bene ah.. O ci vuole fare una telefonata pure lui perchè lui pure tiene lasciamo... cioè, voi diteglielo, io vado e vado per fatti miei, poi se lui lo fa lo fa se no, no, non cambia niente se lui sente di farlo spontaneamente lo fa, altrimenti vado avanti io, non vi preoccupate». Alle 17.43 è il prefetto di Frosinone a richiamare il vicesindaco: «Allora, per rassicurarvi che le carte stanno già a Roma... tutti i provvedimenti sono stati mandati già qua e Roma è già allertata per fare il provvedimento che deve mandare al capo dello... (si interrompe la ricezione)».
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