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Conversazioni fra amici nell’era smartphone

Da Giulia Calli @30anni_Giulia

Reduce da un fine settimana con amici lontani venuti in visita a Barcellona, mi rendo conto di come abbia trascurato il mio lato social. Messaggi non letti su Facebook, whatsapp risposti con molto ritardo, silenzio nel blog, ignoramento di Twitter. Mi sono goduta una fine settimana lungo in giro per il Gotico, il Borne e Montjuic, alla ricerca della terrazza con più sole, il tratto di spiaggia con più spazio, le tapas più originali.

Quantità di calorie immesse, non calcolabili.

Rimane comunque da notare come la comunicazione fra amici oggi non sia più la stessa. Gli amici che ti vengono a trovare sono felici di vedere posti nuovi, mangiare bene e sbevacchiare in allegria, ma si percepisce una sensazione di amaro di fondo, una frustrazione indefinita, un "sarebbe tutto perfetto se solo...". E tu non puoi porvi rimedio.

Il punto è che i loro smartphone non funzionano all'estero. Internet è kaput e mantenerlo in roaming vorrebbe dire farsi succhiare il sangue . Il tour per Barcellona quindi si inframmezza di pause ristoratrici non solo per le gole arse dal sole ma anche per gli smartphone senza materia prima.

La prima domanda una volta seduti al bar non è più "che birre avete?" ma "qual è la password del wifi?". E se il locale offre la possibilità di una bella cena in terrazza, ma fino alla quale il segnale internet non arriva, allora forse anche il cibo si consuma un po' più in fretta, e la conversazione si stanca con più facilità perché non comprovabile con la testimonianza googleriana.

Quanti di voi sono passati effettivamente dal before all'after smartphones e si rivedono nell'immagine qui sotto?

Io non mi escludo dalla casistica, sono una accenditrice seriale di schermi smartphone, ho il riflesso automatico del controllo della notifica ma cerco di trattenermi ed evito di farmi i fatti miei sui social se sono al tavolo con altre persone. A meno che non siano terribilmente noiose. Però non resisto alla tentazione di includere Google nelle mie conversazioni con amici, e tutte le domande che rimangono nell'aria le passo a lui, onnisciente amico a cui non devo pagare il conto al bar.


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