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Cosa succede alle librerie in Francia?

Da Marcofre

Si è detto che la legge Levi entrata in vigore il 1° settembre, non fa altro che mettere ordine in un settore dove i pesci grandi (la Grande Distribuzione, Amazon), mangerebbero i pesci piccoli (le librerie indipendenti). E si è citato l’esempio della Francia dove esiste una legge analoga, persino più severa (lo sconto massimo è del 5%), ma che è servita a salvare le librerie indipendenti.

Ne siamo certi? Andiamo a controllare.

La cifra d’affari delle librerie indipendenti d’Oltralpe è scesa del 5,4% tra il 2003 e il 2010 (-2,5% nel 2009, -3% nel 2010). Trent’anni fa queste realtà detenevano il 40% del mercato del libro, ora il 25%. Senza la celeberrima legge Lang le cose sarebbero andate peggio? Probabile.

Ma perché accade questo? Quali le ragioni di questa questa progressiva pressione sulle librerie indipendenti che i provvedimenti legislativi sembrano ormai incapaci di arginare?
Due le ragioni: l’affermazione della Grande Distribuzione, e quella cosa chiamata “Internet” (e che la legge Levi ignora completamente).

Ci sono tuttavia altri due nemici particolarmente insidiosi.
I costi degli affitti dei locali nei centri cittadini, che lievitano a dismisura (e che solo la Grande Distribuzione può permettersi), e quello dei trasporti (che solo la Grande Distribuzione può sostenere). Anche qui: che ha da dire la legge Levi al riguardo? Niente.

Un aspetto che si è mancato di sottolineare: non basta mettere un tetto agli sconti e lasciare che le cose si regolino da sé. Ci vogliono iniziative, e soldi. In Francia nel 1988 (7 anni dopo la legge Lang, quella appunto a difesa del libro), fu creata da 4 editori (tra cui Gallimard) un’associazione per sostenere e sviluppare le librerie indipendenti. C’è qualcosa di analogo nella legge Levi?

Ve lo immaginate Mondadori o Feltrinelli che pur possedendo una propria rete di librerie, mettono mano al portafogli per aiutare la concorrenza delle piccole librerie? No? Nemmeno io.

Cosa fare? Le idee non mancano, e rimando alla lettura di questo articolo online del quotidiano Le Monde.

Visto che tra un anno (se non ricordo male), la legge Levi dovrebbe essere riesaminata per verificarne gli effetti, potrebbe essere utile ispirarsi a quelle proposte (per esempio: una remunerazione minima garantita al libraio; contratti di partenariato tra librai indipendenti e piccoli editori per dare spazio agli scrittori esordienti invece che ai soliti noti) per renderla un poco utile.

Al momento, arriva con 30 anni di ritardo…


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