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Cose da studente in crisi

Creato il 28 dicembre 2011 da Bagaidecomm @BagaideComm
COSE DA STUDENTE IN CRISIC’è una pagina su Facebook che riunisce più di 300.000 studenti universitari, e Fabrizio Cucci, 23 anni di Foggia, è “Lo studente in crisi” che ci sta dietro. Frequenta il corso di laurea di economia delle istituzioni e dei mercati finanziari e l’idea della pagina arrivò dopo un esame: «il professore aveva la fama di spietato assassino ma io, che sostenni l’esame con un suo assistente riuscii a passare con un 26»; verbalizzato il voto «iniziai a condividere note sul superare esami a fortuna: andarono bene e così decisi di raccoglierle in una pagina». Dai pochi amici iniziali, la pagina, ora, sembra raccogliere gli universitari di tutta Italia: «sono sorpreso anche io dai numeri», spiega «soprattutto perché spesso mi sento più realizzato regalando un sorriso, piuttosto che imparando a memoria nozioni che difficilmente mi serviranno in futuro». «il successo della pagina» afferma Fabrizio «credo sia dovuto al fatto che tutti gli studenti siano sempre in crisi: chi studia tanto vuole giustamente ottenere il massimo; chi studia poco, è perché non riesce a trovare la giusta motivazione» per quanto lo riguarda però: «io sono una via di mezzo». Nonostante nella pagina dello studente in crisi, Fabrizio dipinga l’università come un terribile mostro, l’esperienza universitaria è per lui, come per molti studenti un’occasione di vita: «finora ho sempre seguito tutti i corsi» afferma Fabrizio «infatti, oltre ai vantaggi dello studente frequentante, seguire significa poter scherzare con gli amici sui prof nelle pause». “Divertirsi” è la parola d’ordine per Fabrizio, eppure «non sembra ma sono regolare nello studio e questo è un buon consiglio che posso dare agli altri studenti». « È importante anche cercare informazioni su come si svolge l’esame e cercare di capire cosa vuol sentirsi dire il prof»: sono queste le tattiche indispensabili. Di cose da raccontare gliene sono successe tante, l’ultima: «vado a sostenere diritto commerciale, ma le domande erano assurde, così cerco di rispondere come posso, ma alla fine strappo un 18» al momento della verbalizzazione però qualcosa non va «non era diritto commerciale ma un esame che non era nel mio piano studi; il bello è che quando sono andato dal professore giusto mi sono sentito dire: “è andato meglio nell'esame che non doveva fare”».
Valentina Nichele

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