Magazine Diario personale
Ci sono bagni di domenica nei centri commerciali, troppo affollati. Fra le tante, due donne incinte aspettano in fila.Una madre esibisce tutto il repertorio di nomignoli e canzoncine, mentre cambia suo figlio sul fasciatoio pubblico. Io sono lì, come le altre, ad attendere il mio turno. Ho un assorbente pronto nella borsa, ce l'ho messo prima di uscire di casa. So con certezza che il ciclo tornerà a momenti e non sarà una sorpresa. Sono l'unica che tiene lo sguardo basso cercando di evitare, le altre osservano la scena intenerite e ammirate.Mio nipote è fuori che mi aspetta, sublimerò il mio istinto materno così, tra i suoi baci, i suoi abbracci, le sue risate. Immaginando che mi scambieranno per sua madre, questo pensiero mi provoca una fitta di orgoglio, ma durerà il tempo dello shopping.
Ci sono stanze vuote, come la tua camera da letto, mamma. Queste stanze contengono il mio passato, il mio presente e il mio futuro. Son rimasta a guardarla ieri, incapace di muovermi, faticando anche a respirare.Sono rimasta immobile, di pietra, ad ascoltare i miei singhiozzi che sbattevano impazziti sulle pareti sgombre, libere di tutto quel che un tempo parlava di te.
Ho visto il pianto rimbalzare indietro - eco impietosa - e colpirmi in pieno petto, come un cattivo presagio.C'erano libri, nella mia camera di ragazza, rimasti lì dai tempi dell'università. Quando ancora non sapevo, non immaginavamo nemmeno. Quando tutto era ancora possibile, gli scenari e le variabili infinite. La mia adolescenza, la nostra vita insieme, potevamo ancora dirci una famiglia intera, potevamo sperare che la vita tornasse ad essere clemente con noi. Ma così non è stato.Quel vuoto adesso occupa uno spazio esatto dentro di me: all'altezza dello stomaco. E me lo sono visto davanti: un'enorme bocca, spalancata in un grido, che mi confermava quel che la mia mente sa, ma il cuore fatica ad accettare. E' finita, davvero. Tu non ci sei più. Un'altra donna abiterà quella stanza e non sarai tu.La vita procede, anche senza di te, va avanti, si evolve e inghiotte i frammenti di quel passato che era Nostro. Uno per uno.E a me manca la tua voce, la tua risata limpida, mi manca sentirti cantare, in fondo alle scale.Le cose che non so spiegarti....
Ci sono telefonate che arrivano a scardinare tutto, a spezzare l'unico filo di speranza che ti teneva su. Arrivano in giorni già sporchi di fango, aggiungono lacrime e buio. La terra frana insieme a te e ti inghiotte.Una voce educata ti annuncia che il tuo sogno si è spostato ancora, un po' più in là, ormai non sai neanche tu dove. Perché vivi in un mondo in cui i soldi possono davvero comprare tutto, anche le tue speranze, i tuoi umili e insignificanti progetti. La casa se n'è andata a puttane, senza di noi.Lo sapevo io, lo sapevi anche tu, quella casa era nostra, ormai era fatta, eravamo disposti a tutto.Sarebbe stata l'inizio, la svolta meritata.Ma quelle cose che accadono una volta sola, su un milione, stai pur sicuro che accadranno a me, a noi. C'è un uomo che non è toccato dalla crisi, ha soldi da investire. E' determinato e oltre a due appartamenti vuole acquistare anche quello piccolo e modesto, che ormai credevamo nostro. Abbiamo fatto tutto quel che c'era da fare, affrettando i tempi, mobilitando tutte le nostre risorse e per cosa? Il costruttore avido antepone ovviamente i suoi sporchi interessi. Mi pare di stare in un film, l'incubo che si avvera, quello più impensabile. C'è un uomo che il destino ha messo tra di noi e la realizzazione del nostro sogno: ha un milione di euro. L'ennesima delusione e poi di nuovo la prospettiva di ricominciare, cercare, aspettare. Mentre la vita accade lì fuori, da qualche altra parte.
E se qualcuno là sopra mi ama, non è più in casa da un pezzo.
Sono in macchina e osservo la vita scorrere, quella degli altri, la mia si è fermata di nuovo. Mi sfilano davanti agli occhi i passanti e sono tutti più felici di me. Sorridono, mentre spingono un carrozzino o tengono per mano un bambino. Passeggiano calmi col giornale sotto al braccio. Hanno buste della spesa e aprono portoni con grandi mazzi di chiavi. Si fermano e si baciano. Chiacchierano con un' amica, hanno tacchi alti e gonne corte, sembrano sicure di se, il passo certo e fermo di chi sa dove sta andando. Alla radio stanno passando "Il testamento di Tito": stasera vi invidio la vita.
Spingo avanti il mio sguardo, provo a fare come fai tu, amore mio, a dirmi che la ruota riprenderà a girare anche per noi, prima o poi. Che la nottata non può essere infinita. Ma non mi convinco, non ci riesco. Utopia, serve a farci camminare, è vero, ma le mie gambe sono stanche, il mio cuore deluso e amareggiato. Mi sento come quel pagliaccio che messo su uno sgabello diventa il bersaglio di torte, o palline. Viene preso di mira, colpito e ogni volta cade giù. Poi si rialza e stessa sorte di prima.O l'invitata di una festa, quella in disparte che osserva gli altri ridere e ballare senza poter prendere parte a quell'atmosfera gioiosa e divertita.
Buon anniversario amore mio! Sono due anni ormai che cerchiamo nostro figlio. Un anno che cerchiamo la nostra casa. E non c'è nulla da festeggiare.La ricerca sfianca, logora, toglie spazio agli svaghi, al piacere, al tempo della leggerezza e della spensieratezza.Volevamo una pausa, siamo di nuovo al punto di partenza con tre candeline da soffiare.
Oggi la mia rabbia semina tempesta. Osservo la precisione delle parole, cerco nella loro esattezza un senso che oggi mi sfugge, così come la pace dell'animo che adesso mi manca. La fiducia tornerà ne sono certa, ora sono avvilita. Il senso di ingiustizia preme e spinge, non mi dà tregua. Vorrei altro per noi, ma non basta la volontà, non bastano più neanche l'azione e la determinazione.Nina Cerca e continuerà a cercare. Ha il cuore grande, è capace di contenere in sé tutto, sia la gioia che il dolore. Contemporaneamente.Nina oggi esplode, in questa casa troppo piccola e buia, di cui è stanca di guardare le pareti bianche, mute testimoni del suo bisogno di fuggire. E' stufa di cercare lo spicchio di cielo, incorniciato dalle case, tra le sbarre delle finestre. Le amiche, Lui, sono tutti al lavoro. Nina cerca anche quello.
Se " queste stanze " e' solo un altro luogo della mente,
se chiudo gli occhi volendo si puo' far così.
Senza contare i passi poi comincio a camminare,
perso nell'eco dei miei dubbi a volte va così.
E' stato un giorno troppo lungo, un giorno da dimenticare...
Cose difficili, così difficili da dirti adesso qui.
Lasciami stare non ci pensare, comunque vada lascia che la pioggia cada su di me.
Lasciami stare non mi fermare,
se nei tuoi occhi c'e' riflessa la mia stessa strada.
Lasciami andare non ti voltare,
questo dolore e' necessario per capire...
E saro' certo che sono stati giorni veri, perso nel ritmo strano del rumore dei miei pensieri.
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