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Crank. Cronaca di una dipendenza_Di Ellen Hopkins

Creato il 16 maggio 2011 da Flavia
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Titolo: Crank

Autore: Ellen Hopkins

Edoto da: Fazi (Fuori collana)

Pagine: 400

Voto: 5,5/6

Scusate il ritardo, dovevo postare quest arecensione secoli orsono - ho finito il libro martedì - ma non ho avuto modo di mettermi al pc e scrivere come si deve su questo libro che è stato un fulmine a ciel sereno: toccante, commovente, mi ha letteralmente rapito! Non me l'aspettavo e quando è finito è stato trite, per fortuna è il primo di una serie... uhauhauhauha!

 

Crank. Cronaca di una dipendenza_Di Ellen Hopkins

Inizio con il dire che non capisco assolutamente perché questo libro sia stato tanto censurato nelle scuole americane! Non è per nulla diverso da altre storie che trattano del tema della droga, come il classico 'Noi i ragazzi dello zoo di Berlino', o l'amore mio 'Requiem for a dream' in cui anzi, il tema è trattato con molta meno 'eleganza' e gentilezza di quanto Ellen hopkins non faccia nel suo Crank, però, forse è questa la cuasa.

 

Le parole di Crank ti entrano dentro, non s'impongono, nè scandalizzano: raccontano. Raccontano una storia, ma non mostrandola o semplicemente cucendo gli eventi: Crank è un flusso di pensieri, della protagonista, Kristina, dalla vita se non perfetta, felice e 'normale', per quanto questa parola abbia senso, ma poi viene sconvolta, all'improvviso, come un temporale estivo, e nella vita di Kristina entra Bree.

Crank - Cronaca di una dipendenza, è il racconto dell'eterna lotta tra Kristina, studentessa diligente, brava figlia, buona amica, e Bree, l'alterego della ragazza, che lei conosce dopo che viene iniziata al mondo del Crank, il Mostro, una droga, ma è molto più.

 

È una ragione di vita. Puoi

voltargli le spalle. Ma andartene

davvero, no, non puoi.

Crank. Cronaca di una dipendenza_Di Ellen Hopkins

 

La dipendenza viene mostrata viva e presente, con tutti i suoi lati folli, affascianti e piacevoli - perchè esistono e non è che nascondendoli o semplicemente facendo finta che siano solo 'leggende' le cose cambieranno - ma quello che mi ha colpito profondamente è stato il lento, inesorabile, abisso in cui la protagonista cade, senza rendersene conto!

È come il rumore lontano di un sassolino che cade nell'acqua, poi più ci si avvicina al punto di non ritorno, più il rumore si fa forte e pressante, angosciante, fino a quando tutto il mondo intorno non crolla in melle pezzi e ciò che si è costruito fino ad allora è perso e davanti a sé si ha solo il vuoto.

Ed è proprio di fornte a questo vuoto che Kristina inizia a ribellarsi a Bree e, se all'inizio sembra quasi impossibile per lei riuscire anche solo a tornare a momenti di lucidità tali da poter prendere in mano la propria vita, man mano che si cammina nella sua storia e la si osserva cadere, cadere, cadere ancora nei tanti ostacoli che costellano il suo cammino - i più dei quali li ha messi lei stessa: Bugie, ricadute, mancanza di volontà... - non viene voglia di far altro che starle accanto, cercando disperatamente di farle forza per affrontare ogni colpo, ogni dispiacere.

 

È un viaggio di andata nel mondo della droga, e sinceramente non sono ancora riuscita a capire se il biglietto prevede il ritorno, forse no, perchè da un mondo del genre non si può uscire, o forse, invece, è una fine, un ritorno, diverso da quello che tutti vorrebbero: puro, definitivo, come un anestetico che non ti fa più sentire dolore, perchè tutto deve andare bene alla fine, per essere felici. Ma in Kristina ci sarà sempre Bree: è la parte più oscura di Bree, non cattiva - badate bene - ma oscura.

chi non vorrebbe vedere realizzati tutti i propri desideri, anche i più incoffessabili, quelle voglie nascoste che vengono subito messe a tacere, ebbene, Bree è questo per Kristina: anarchia, voglia di evadere, disobbedienza totale. Libertà. O almeno all'inizio, fino a quando non si rende conto che le bugie che Bree le costringe a far dire la stanno isolando dal mondo che conosceva, e il mondo di Bree in cui Kristina si è ritrovata immersa non è confortevole e sicuro, per niente.

Crank. Cronaca di una dipendenza_Di Ellen Hopkins

 

Ma è possibile tornare indietro?

Se lo vuole Kristina, poi Bree le fa notare come siano gli altri ad allontanarla, se Bree tace, Kristina è sempre sull'orlo del dubbio: tornare alla vita 'normale' o continuare a immergersi in quel mondo distruttivo sì, ma così avvolgente e irresistibile.

 

Il problema dei propositi
è che sono forti quanto
la persona che li formula.

 

È Kristina che deve dare la sua risposta, lottando, cadendo e perdendosi anche, per poi cercare di ritrovare la propria strada, che forse non sarà normale, buona e perfetta, ma è una strada scelta con tutti i 'se' e i 'ma', che porterà la ragazza fino all'epilogo finale che non lo rivelo ma mi ha lasciato perplessa, agitata e con le mani tremanti per la frenesia di sapere come andrà il seguito.

 

L'intero libro è scritto in versi, non poesie all'Ungaretti, nessuno schema, nessun limite alla forma e alla voglia di esprimere ciò che la ragazza sente:  un verso libero, nella composizione ma soprattutto nella forma.

Crank. Cronaca di una dipendenza_Di Ellen Hopkins

Un gigantesco flusso di pensieri, le parole creano, disegnano... rivivono i sentimenti che Kristina sta rpovando, assumono letteralmente le forme che raccontano, per dare quanta più voce è possibile al personaggio - la traduttrice si dev'essere messale mani nel capelli credo in certi punti, in cui pensieri e forme si intrecciano in modo quasi simbiotico ma ha fatto un lavoro stupendo.

 

Le parole sono vive.

 



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