“Finchè Tim Duncan (34 anni) ha voglia di giocare, gli Spurs saranno sempre una squadra da non sottovalutare“.
Più o meno questo è il pensiero che negli ultimi anni è circolato sulla squadra texana, sottointendendo ovviamente la presenza di Manu Ginobili e di Tony Parker, linfa vitale del sistema Popovich.
Prova ne è stata l’ultima parte di stagione regolare in cui Ginobili, in contumacia Parker, ha ingranato la quinta, ha portato gli Spurs ai playoff e ha strappato a suon di doppie-doppie il nuovo contratto triennale da 39 milioni $. Il vero problema degli Spurs, che hanno perso 4-0 in semifinale di Conference contro i rivali Phoenix Suns, è l’integrazione tra la vecchia guardia e i giovani che devono capire il “mondo a parte degli Spurs” e necessariamente prendersi le responsabilità che Duncan & co inizieranno a scaricargli addosso.
Quindi il lavoro di RC Buford, general manager di San Antonio, dopo aver riaccolto il pupillo Danny Ferry, uscito malconcio da Cleveland, è ed è stato proiettato in direzione di un ringiovanimento; ecco spiegati gli acquisti delle ultime due stagioni, George Hill, Roger Mason (ora girato a New York), DeJuan Blair (definito “steal of the Draft”, un affarone), James Gist (passato da Biella), Garrett Temple, Alonzo Gee e Gary Neal (proveniente dalla Benetton Treviso via Malaga). Allo stesso tempo però la dipartita di colonne più o meno portanti dello spogliatoio come Bruce Bowen, Kurt Thomas e Fabricio Oberto sono stati sostituiti da giocatori di altrettanta esperienza come Antonio McDyess e Matt Bonner, ormai punto di riferimento degli Spurs.
Il grande investimento dell’anno scorso sulla presunta solidità di Richard Jefferson non sembrava aver convinto l’ambiente, ma deve aver convinto a sufficienza l’unica persona che lì dentro conta, ossia coach Pop, per cui è stato rifirmato in estate come free-agent.Importante aggiunta di quest’estate e forse l’uomo che può veramente unire i due gruppi anagrafici della squadra, sia a livello tecnico sia tattico, è il brasiliano Tiago Splitter, scelto al Draft del 2007 alla posizione 28 e rimasto per qualche tempo in Europa a Vitoria a completare la sua crescita come giocatore. Ora giunge in NBA a 25 anni ma con parecchi anni di esperienza ai massimi livelli di Eurolega, come ha dimostrato anche ai Mondiali in Turchia. Quindi un lungo versatile come Splitter potrà dare sostanza e freschezza a tutta la squadra che, come si è visto in semifinale contro i Suns, è arrivata a maggio un po’ sulle gambe.