Non si può certo negare che avesse una fervida immaginazione e quel pizzico di creatività giusta a trasformare l’identità di "cose". Infatti, per evadere l'Iva per 1,7 milioni di euro, le opere d'arte provenienti da Francia e Germania diventavano «beni usati».
Lo ha scoperto l'Ufficio delle dogane di Cuneo, che ha denunciato il titolare della società di commercio. Le opere d'arte avrebbero dovuto sottostare al regime degli acquisti intracomunitari, al quale non sono sottoposti i «beni usati».
In altri accertamenti, fatti questa volta dall'Ufficio delle Dogane di Torino, sono stati scoperti due concessionari di auto che - secondo l'Ufficio delle Dogane - hanno evaso quattro milioni di euro, sempre aggirando la normativa relativa all'Iva.
Anche in questo caso, i due titolari sono stati denunciati. Il giorno del giudizio, si sa, arriva per tutti...quello universale lo "usava" dipingere anche Michelangelo
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