Pubblicato da Federico Di Gioia il 12 marzo 2012 · Lascia un commento
In Siria è stato rivelato stamattina tutto l’orrore di quello che può essere definito come un vero e proprio massacro nella città di Homs. Nel quartiere di Karm al-Zeitoun sono stati ritrovati i cadaveri mutilati di 45 vittime tra donne e bambini e altri sette corpi nel quartiere di Jobar. I responsabili del massacro sono tuttora ignoti, ma i filmati che gli attivisti hanno pubblicato su Youtube lasciano pochi dubbi sulla natura dell’eccidio. Se gli attivisti hanno accusato le milizie lealiste del massacro, l’agenzia statale Sana ha tramesso un comunicato del ministero dell’Informazione in cui si parlava di un gruppo terroristico che avrebbe sequestrato e ucciso i civili a Homs, per poi mandare le immagini alle televisione arabe e attribuire al regime la responsabilità della strage. Oggi, intanto, a quanto riferiscono sempre gli attivisti, una ragazza è stata uccisa a Daraa nell’esplosione di un’autobomba che ha ferito anche altri 25 studenti di una scuola al centro della città.
Il massacro di Homs, proprio come l’assedio da parte delle forze di Damasco alla città di Idlib, nel nord-ovest della Siria, sono avvenuti nello scorso fine settimana, mentre l’inviato di pace di Onu e Lega Araba, Kofi Annan, visitava la capitale siriana per tentare di trovare un piano di pace condiviso tra il presidente Bashar al Assad e le varie forze dell’opposizione. Sebbene l’ex segretario dell’Onu si sia detto preoccupato, ma fiducioso nel buon esito del dialogo, la sua visita è stata definita pressoché inutile in primis proprio dall’opposizione siriana.
Oggi al Palazzo di vetro delle Nazioni Unite si riuniva il Quartetto per il Medio Oriente (Stati Uniti, Russia, Unione Europea e Onu) per parlare proprio di quanto sta accadendo nella regione. Per quanto riguarda la Siria, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha espresso tutta la propria preoccupazione e ha messo in guardia i suoi interlocutori sulla possibilità di una “diffusione del conflitto” nella regione, ma ha anche ribadito la contrarietà di Mosca a un qualsiasi intervento nei confronti del regime di Damasco. Prima di arrivare oggi a New York, Lavrov ha partecipato al Cairo, in Egitto, a un meeting con i rappresentanti della Lega Araba, i quali hanno presentato al ministro russo un piano che prevedrebbe il passaggio di potere al vice presidente siriano. Lavrov ha rimandato al mittente la proposta, ma ha dato il consenso russo su alcuni punti di base sui quali si può lavorare per una futura risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu: un immediato cessate il fuoco; una clausola che prevenga qualsivoglia intervento straniero; rassicurazioni sugli aiuti umanitari; l’approvazione alla missione dell’inviato speciale per la Siria, Kofi Annan.
Unanime la condanna dei partecipanti al meeting del Consiglio di sicurezza nei confronti dell’azione di Damasco. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban ki Moon, ha parlato di “uso sproporzionato della forza” e di “operazione vergognose” e ha mostrato il proprio gradimento nei confronti delle pur deboli aperture da parte di Cina e Russia, ma ha ricordato la necessità e l’urgenza di trovare una strada verso una risoluzione consensuale e determinata da parte del Consiglio di sicurezza. In attesa di sapere se l’ennesima risoluzione allo studio della Lega Araba godrà del supporto del Palazzo di vetro, arrivano da Damasco accuse dirette proprio ad alcuni dei Paesi più importanti dell’organizzazione regionale. Il Qatar, scrive uno dei quotidiani legati al regime, “finanzia i terroristi in Siria” e, con il sostegno dell’Arabia Saudira, starebbero facendo di tutto per far fallire ogni possibile soluzione diplomatica della crisi.
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