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CRONACA : Immobiliarista freddato l'altro giorno, aveva paura e aveva assunto una guardia.

Creato il 27 gennaio 2012 da Maurizio Picinali @blogagenzie

ROMA - Aveva paura Antonio Maria Rinaldi, qualcuno lo minacciava. L’immobiliarista di 64 anni, freddato con una revolverata in faccia martedì scorso nel garage della sua abitazione alla PisanA ROMA si faceva guardare le spalle: il testimone che era con lui al momento dell’agguato non era un semplice amico, ma una specie di guardia del corpo che gli faceva anche da autista. Il giovane di 35 anni, con un precedente per reati allo stadio era stato assunto da poco, segno che Rinaldi sapeva bene che la sua vita era in pericolo. Ma chi poteva odiarlo fino al punto da volerlo morto?CRONACA : Immobiliarista freddato l'altro giorno, aveva paura e aveva assunto una guardia.
Sull’omicidio di Bravetta indagano gli agenti della Mobile e e la Direzione distrettuale amtimafia, gli investigatori stanno ricostruendo il giro d’affari della vittima che si occupava di compravendite immobiliari collegate alle aste giudiziarie e aveva aperto anche due società nello stesso campo e cercava una sede nella zona dell’Eur. Rinaldi è stato coinvolto anche in inchieste che riguardavano il traffico di droga e storie di ricettazione, ed è anche su questo suo passato che gli inquirenti stanno indagando per scoprire il movente del delitto.
Il testimone ha raccontato che il killer ha sparato per rapina, ma gli investigatori non credono a questa storia.
Il sicario aspettava la vittima nascosto nel garage condominiale della palazzina in via del Fontanile Arenato, dove Rinaldi viveva con la madre in un elegante appartamento al terzo piano.
L’agguato si è consumato all’ora di pranzo, una vera esecuzione. Rinaldi è nella Smart guidata dal suo factotum, la macchina percorre la rampa d’accesso ed entra nel garage. L’immobiliarista scende e all’improvviso il killer sbuca dal nascondiglio. Il testimone racconta: «Antonio è sceso dall’auto per salire in casa, io ero ancora in macchina, ho sentito quell’uomo che gli urlava dammi i soldi, poi lo sparo. Forse Antonio aveva reagito ed è partito il colpo. Tutto è stato velocissimo, sono uscito dalla macchina e ho visto l’uomo vestito di nero che scappava. La faccia era nascosta da un cappuccio, oppure da una sciarpa e da un cappello, non ho visto bene».
Il suo racconto è al vaglio degli investigatori, quel «dammi i soldi», poteva non riferirsi ai soldi nel portafogli, ma a ben altro.
L’assassino è qualcuno che ritiene di essere stato truffato dall’agente immobiliare? È una storia che ha a che fare con un’asta? Il sicario ha agito da solo oppure ci sono anche un complice e un mandante?
Secondo alcuni testimoni l’uomo vestito di nero è scappato scavalcando i balconi al primo piano della palazzina che sporgono sulla rampa del garage, l’uomo ha attraversato la strada e ha scavalcato la sbarra di ferro che chiude la strada privata di fronte alla palazzina: «era molto agile - hanno detto - ha superato la sbarra con un salto da acrobata, quasi certamente è un uomo giovane».
L’assassino è poi sbucato su via della Pisana, dove probabilmente aveva parcheggiato una moto o una macchina per la fuga, ma dove è anche possibile che lo aspettasse un complice.TRATTO dal tempo edizione romana.it 26 gennaio 2012


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