in questi giorni a Bologna c'è il Future Film Festival e prima di quest'anno io non c'era mai stata, per lo stesso motivo per cui non bevevo Jägermeister. anzi, veramente il motivo è un altro: non sono una fan tanto accanita del cinema fantastico da trascinare le mie chiappe fino a Bologna, inoltre ritenevo erroneamente che le proiezioni si svolgessero solo di sera. poi l'anno scorso quando ero al Far East Film Festival di Udine ho avuto l'illuminazione, nel senso che ho scoperto che uno dei film che mi era piaciuto di più era prima passato per Bologna. tornata a casa, mi sono fatta un appunto sull'agenda e quest'anno ho voluto provare pure l'esperienza bolognese, seppure in forma molto più blanda, difatti pensavo di vedere solo tre film, dei quali il primo è stato proiettato mercoledì pomeriggio (si trattava della versione con attori in carne ed ossa di Gatchaman, già passato in forma di anime sulla TV qualche decennio fa; forse i più antichi di voi se lo ricordano), ma ovviamente mi sono fatta fottere proprio riguardo a quello a cui tenevo di più e che ci sarebbe stato domenica. motivo: non sapevo che i biglietti per le singole proiezioni si potessero acquistare on line e quando l'ho scoperto i posti erano già tutti esauriti. mi hanno consigliato di provare a vedere se qualcuno non si presenta all'ultimo, cosa che farò, anche perchè domenica vado comunque per l'altro film e non mi costa niente aspettare mezz'ora; tra l'altro il cinema è anche vicino alla stazione.
io comunque continuo a non capire; parlo per il giapponese, ma immagino che la cosa valga anche per i film parlati in altre lingue.
a questi festival le pellicole arrivano in lingua originale e vengono sottotitolate in italiano (anche perchè quasi sempre non vengono successivamente distribuite e quindi non avrebbe senso doppiarle); nel caso dei film giapponesi ho notato che si usano copie già sottotitolate in inglese ed evidentemente quelli che vengono tradotti sono i sottotitoli inglesi. allora: tanto per cominciare, con Gatchman ho letto cose che in giapponese erano diverse, e siccome sono una spaccamaroni non capisco perchè, per esempio, devono tradurre how are you un'espressione che significa è da tanto che non ci si vede. d'accordo che il senso generale non ne pativa più di tanto, però... la perla più bella però è venuta dalla traduzione dall'inglese all'italiano; io non sarò laureata, ma mi viene il dubbio che avrei potuto fare di meglio. di sicuro non avrei tradotto l'espressione a piece of cake, corrispondente al nostro un gioco da ragazzi, con il letterale un pezzo di torta, che anche solo a senso logico alla fine di una scena in cui ci si complimenta con una che ha appena disinnescato una bomba salvando la vita a un milione di persone non mi sembra che ci stia. a meno che quel genio che ha tradotto i sottotitoli non abbia pensato che disinnescare bombe mette appetito.