Ingredienti: per 8 persone
pasta frolla surgelata g 400
gelatina di frutta g 200
2 arance
un pompelmo
un uovo
burro e farina per la spianatoia e lo stampo
Per la crema pasticcera:
latte g 300
zucchero semolato g 100
farina bianca g 50
3 tuorliGli agrumi sono i frutti più ricchi in Vitamina C, ingrediente essenziale per elevare il livello di epinefrina (adrenalina) e norepinefrina (noradrenalina) nel cervello.
Questi sono i neurotrasmettitori che ci mantengono attenti, agili, reattivi e svegli.
Preparazione: 45’
- Lasciate scongelare la pasta frolla.
- Infarinate la spianatoia e stendetevi la frolla allo spessore di circa mm 3.
- Imburrate e infarinate uno stampo per crostate, a bordo scannellato, del diametro di cm 26, quindi foderatelo con la pasta frolla.
- Coprite il fondo della crostata con carta da forno e fagioli secchi, dopo averlo bucherellato con i rebbi di una forchetta.
- Battete leggermente l'uovo e pennellate con esso i bordi della crostata.
- Infornate a 180° per circa 25'.
- Preparate la pasticcera: mescolate in una casseruolina i tuorli con lo zucchero, unitevi la farina e stemperate con il latte caldo, versato a filo.
- Ponete sul fuoco, fate prendere il bollore e, sempre mescolando, cuocete la crema per circa 5 minuti.
- Togliete la crostata dal forno e vuotatela dalla carta e dai fagioli, quindi lasciatela intiepidire.
- Riempitela con la crema, livellandola.
- Tagliate a fette sottili e regolari le arance e il pompelmo e decorate la superficie della crostata con le fette più belle, disponendole alternate.
- Mettete la gelatina in una casseruola con poca acqua, fatela sciogliere e pennellate con essa la superficie della frutta.
Quanto nutre una porzione: 345 calorie
Vino consigliato: Moscato di Siracusa.
Il Moscato di Siracusa definito sin da allora, e non a sproposito, "Il Nettare degli Dei", trova costanti citazioni di elogio in tutti i periodi storici che si sono susseguiti fino ai giorni nostri, dagli antichi storici dell’epoca ad Albert Jouvin de Rochefort nel suo Grand Tour; da Giovanni Verga che faceva bere ai suoi personaggi "il buon moscato di Siracusa" ad Alexandre Dumas che ne "Il grande dizionario della cucina" lo colloca tra i crus più famosi nel paragrafo dei "Vini liquorosi stranieri".
Naturalmente, come tutte le cose terrene, nel corso dei secoli si sono susseguite alterne vicende.
Una prima battuta di arresto il Moscato di Siracusa, assieme a tutti gli altri vini, la ebbe alla fine dell’ottocento quando l’epidemia di fillossera distrusse quasi totalmente i vigneti d’Europa. a fu a partire dagli anni cinquanta che, per una serie di motivazioni socioeconomiche e culturali locali, il cordone ombelicale che legava il moscato di Siracusa alla sua storia ed al suo territorio si affievolì fin quasi a rompersi del tutto.
Nonostante il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata avvenuto nel 1973, il Moscato di Siracusa era considerato ormai un vino fantasma, citato dai sacri testi di enologia ma che nessuno riusciva più a trovare.
Soltanto grazie ad un manipolo di intraprendenti produttori, di giovani vignaioli, armati di tanto amore per la natura, questo prodotto è rinato, si sta rivalutando e speriamo presto, possa riprendere il prestigioso posto che aveva da sempre occupato.
E’ in questo contesto che la nostra azienda, non avendo mai interrotto questo rapporto diretto con la madre terra, forte delle esperienze tramandate di generazione in generazione, ha ripreso con successo questo percorso facendo rivivere al Moscato di Siracusa una nuova eterna giovinezza ritornando a far parlare di se in tutto il mondo.
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