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C.V.D. (by Marius)

Creato il 07 gennaio 2013 da Simo785

 

C.V.D. (by Marius)
Come Volevasi Dimostrare.

Pochi giorni fa, allo stadio Speroni di Busto Arsizio, il rossonero Kevin Prince Boateng nel corso del primo tempo dell’incontro amichevole Pro Patria-Milan scagliò il pallone in tribuna e innescò l’ammutinamento della partita a causa dei poco amichevoli apprezzamenti che piovevano sui giocatori di colore ospiti e i loro parenti o affini. Il capitano Ambrosini, la squadra tutta e la società, senza alcuna remora, avvallarono il gesto del centrocampista ritirando la squadra dal match per protestare contro l’atteggiamento razzista di un piccolo gruppo di spettatori. Sebbene si trattasse solo di poco più di un allenamento la portata dell’accaduto ha fatto il giro del mondo pallonaro e non solo, scatenando applausi da parte di molti per la decisione di ritirare la squadra e anche qualche critica per il modo in particolare da parte del numero uno del calcio mondiale, Sepp Blatter, e di alcuni fischietti italiani. Il mondo della politica ovviamente ha colto la palla al balzo con levate di scudi da destra e da sinistra contro l’atteggiamento di questi “soliti idioti”, così sono stati definiti da qualcuno, salvo poi fare distinguo e acrobazie verbali a seconda dei destinatari dei messaggi di fratellanza e uguaglianza. Pur apprezzando il valore di fondo della questione l’ipocrisia ha avuto buon gioco anche stavolta: tutti d’accordo sulla correttezza della decisione di ritirarsi dal gioco con i buuu nelle orecchie, tutti solerti e pronti nel voler ripetere il gesto di Boateng.

Già, però.

Però tutto ciò è già successo, nel 2005 l’ivoriano Zoro, in forza al Messina, all’ennesimo ululato emesso nei suoi confronti dalla curva nerazzurra durante una partita di campionato allo stadio Meazza si sfilò la maglia con l’intenzione di rientrare negli spogliatoi e non giocare più; fu fermato dai giocatori interisti che lo persuasero a restare in campo. L’arbitro ovviamente fu solo spettatore di tutto ciò.

Però sabato sera, a soli due giorni dal putiferio di Busto Arsizio, nel corso di Lazio-Cagliari allo stadio Olimpico, l’attaccante colombiano rosso-blu Ibarbo, subissato da fischi e belati, ha avuto di che ridire con la sua panchina e con il quarto uomo, ma naturalmente nulla è accaduto.

Sarà che forse i tre punti in classifica, alla fine, valgono più di qualunque buon proposito e di qualunque punto morale?

Come Volevasi Dimostrare. O prima o poi verrà dimostrato il contrario?


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