Le lobby del petrolio e affini sono le organizzazioni commerciali, forse, piu’ potenti del Mondo. E se non lo sono, se la giocano con quelli che producono armi e con pochi altri.
Le dimostrazioni sono molteplici e sotto i nostri occhi, ma basti dire che riescono a influenzare non solo l’andamento economico globale, ma anche l’accesso a posizioni politiche di grande rilievo e la ricerca tecnologica. Se oggi non esistono vere alternative commerciali al petrolio, al gas e al carbone, e’ perche’ nei decenni questi signori hanno fatto si’ che la ricerca non giungesse mai allo stadio della distribuzione di massa.
E’ incredibile, poi, la loro capacita’ di far lievitare il prezzo del petrolio e di innalzare, in tempo reale, il costo alla pompa dei carburanti. Salvo poi fare rarissimamente retromarcia, e solo per importi irrilevanti, quando lo stesso prezzo della materia prima scende. D’altronde, essendo societa’ che, per mandato, devono guadagnare sempre di piu’, come potrebbero abbassare i prezzi? I problemi, sostanzialmente, sono due:
1- Il fatto che non esiste un organismo di controllo e garanzia veri (e nazionale), come ad esempio l’AGCOM per le Telecomunicazioni, che faccia un monitoraggio dei prezzi e, quando necessario, li imponga, a costo di ricorrere a pesantissime sanzioni;
2- Le accise statali.
Partiamo dal punto 2, anche perche’ sul punto 1, purtroppo, c’e’ poco da dire. Le accise (mai termine fu piu’ adeguato, visto che in dialetto napoletano significa “uccise”, con chiaro riferimento alle tasche dei contribuenti) sono tasse e nient’altro che tasse. Il problema e’ che sono imposizioni anacronistiche e superate da tempo. Eccole:
- 1,90 lire per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935;
- 14 lire per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
- 10 lire per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963;
- 10 lire per il finanziamento dell’alluvione di Firenze del 1966;
- 10 lire per il finanziamento del terremoto del Belice del 1968;
- 99 lire per il finanziamento del terremoto del Friuli del 1976;
- 75 lire per il finanziamento del terremoto dell’Irpinia del 1980;
- 205 lire per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
- 22 lire per il finanziamento della missione UNMIBH in Bosnia Erzegovina del 1996;
- 0,020 Euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
(prese da Wikipedia)
Ora, la domanda e’ la seguente: ma perche’ dobbiamo continuare a pagare per eventi che risalgono a 30, 50 e perfino 66 anni fa? Non e’ ridicolo e iniquo?
Per non parlare del fatto che paghiamo perfino per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri!!! Una cosa inaudita e impossibile da deglutire!
Pero’ queste accise ci sono, e spesso contituiscono anche la meta’ del prezzo alla pompa, senza contare che l’IVA viene calcolata anche su questi importi. Altra faccenda vergognosa, perche’ equivale a pagare un’imposta su una tassa!
Il problema pero’ e’ che se non c’informiamo correttamente, a partire dal sottoscritto, restiamo ignoranti, e continuiamo a puntare il dito solo in una direzione:
“La benzina costa cara perche’ la meta’ sono tasse!”.
Vero, ma non e’ tutto. Certo e’ che se si potesse eliminare l’IVA sulle accise e si potessero almeno togliere i contributi per tutti i fatti risalenti al periodo antecedente al 1980 (30 anni mi sembra un arco di tempo piu’ che accettabile), il prezzo scenderebbe gia’, e non poco.
Ma la verita’ pero’ e’ anche un’altra. E per farvela vedere, sono andato sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico, dove si possono scaricare tutti i prezzi e le imposte dei carburanti, dalle origini ai giorni nostri.
E poi ho fatto due conti e ho messo in piedi qualche grafico che copre un periodo di 12 mesi, da marzo 2010 e marzo 2011.
NB: sono piccoli per ragioni di spazio, ma se ci cliccate su potete vederli in tutto il loro splendore.
Iniziamo dalle accise:
Clicca per ingrandire
Come si vede le accise sono li’, ci sono, ma da 12 mesi a questa parte sono rimaste le stesse.
Quello che cambia, invece, e’ il Prezzo al netto delle imposte:
(clicca per ingrandire)
Si e’ passati, ad esempio nel caso del gasolio per auto, dai 578 millisimi di Euro del marzo 2010 ai 765 di marzo 2011, cioe’ un aumento superiore al 32%!
Inutile sottolinare che il costo totale delle imposte lievita comunque, perche’ aumenta l’IVA in modo proporzionale a come aumenta il prezzo netto alla pompa. Ecco qua:
(clicca per ingrandire)
E allora, sommando tutto, ecco come, nel giro di un anno, e’ aumentato il prezzo totale dei carburanti:
(clicca per ingrandire)
Riprendendo l’esempio del gasolio per auto, l’aumento complessivo e’ stato del 18,65%, che a casa mia e’ parente stretto del 20%. Tradotto il soldi significa che se prima facevo il pieno alla macchina con 50 Euro, adesso ne servono quasi 60! Con un’auto che percorre, che so, 50.000 Km all’anno e che percorre mediamente i 12 Km al litro, si parla di un esborso di quasi 6.000 Euro contro i 5.000 Euro di prima.
MILLE EURO IN PIU’ ALL’ANNO. E parliamo di percorrenze piu’ o meno normali e di consumi accettabili. Proviamo a metterci nei panni degli autostrasportatori… Oppure moltiplichiamo questi soldi per tutti i mezzi di trasporto che abbiamo in famiglia e mettiamoci su anche la bolletta dell’energia e quella del riscaldamento.
Ma come possiamo sostenere aumenti di questa portata anno su anno???
E allora, va bene protestare contro l’accisa per la Cultura, va bene dire Governo Ladro perche’ ci sta sempre bene a prescindere, ma qui i ladri sono pure altri:
I PETROLIERI, CAZZO!