Magazine Media e Comunicazione

Da oggi la lotta antimafia si chiama anche Rizzotto

Creato il 25 maggio 2012 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Da oggi la lotta antimafia si chiama anche RizzottoNel Tg de La7 non solo la situazione  politica del giorno ma, anche un giusto spazio,  dedicato a chi ha perso la vita, lottando contro la mafia a Corleone nel 1948.  Corleone, luogo emblematico, per ricordare, luogo emblematico, per la commemorazione dei funerali di Stato e onoranze postume al sindacalista siciliano.

Da oggi la lotta antimafia si chiama anche Rizzotto
Un contadino quasi dimenticato, il cadavere di Rizzotto era stato occultato, gettato in una profonda cavità naturale nel territorio corleonese, e oggi, medaglia d’oro alla sorella.  Il  Paese ha tributato gli onori alla memoria del sindacalista socialista della Cgil, assassinato a 34 anni. Oggi,  il Paese  intero ha conosciuto la storia  di Rizzotto e riconosce  uno dei primi oppositori della mafia, quando ancora quella parola non si pronunciava. In Chiesa persone comuni e istituzioni, tensione e preoccupazione nel dopo Brindisi ma, al passaggio della bara, un’ovazione, per rendere onore a chi coraggiosamente, nella patria inespugnabile di cosa nostra, ha lottato e pagato con la vita.

Sono trascorsi sessantaquattro anni dalla morte di Placido Rizzotto, rapito e ucciso dalla mafia nel 1948 per il suo impegno a favore dei contadini siciliani. Di lui si erano letteralmente perse le tracce.  I suoi resti  trovati solo nel 2009 nelle foibe sui monti siciliani.  L’ esame del Dna che conferma.   E ora, dopo, troppi  anni, dove sembrava che la giustizia si fosse dimenticata di lui. Ora, finalmente lo Stato ne ha onorato la memoria con i funerali di Stato. La cerimonia si è svolta nella chiesa madre di Corleone alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano e del segretario della Cgil, Susanna Camusso. Presenti anche la sorella e il nipote omonimo del sindacalista.

A dimostrazione che dopo l’insabbiamento, arriva la giustizia. A occuparsi delle indagini sulla morte di Rizzotto fu un giovane capitano dei carabinieri, Carlo Alberto dalla Chiesa. Vennero arrestati e processati due uomini, Vincenzo Collura e Pasquale Criscione, che ammisero di aver partecipato al rapimento insieme a Luciano Liggio. Furono trovate anche alcune tracce della vittima, a conferma dell’avvenuta esecuzione, ma non il corpo. La vicenda processuale, però, si concluse con l’assoluzione degli imputati per insufficienza di prove  e nel frattempo tutti avevano ritrattato. Poi il nulla, il silenzio omertoso della paura, sceso sulla vicenda.  Oggi, la giustizia ad orologeria ritardata, ha segnato un altro traguardo a favore della legalità.  Oggi,  la gente ha gridato, ha applaudito e accompagnato i resti di quello che  diventa un altro simbolo del bene contro il male. 

Da oggi la lotta antimafia si chiama anche Rizzotto
L’impegno sindacale e il sacrificio di Rizzotto si inseriscono all’elenco dei nomi noti che hanno  trovato la morte nella lotta alla criminalità organizzata, al quale, possiamo anche aggiungere un’ulteriore  nota informativa, Rizzotto è ricordato anche grazie al vino prodotto dalla cooperativa siciliana ” Placido Rizzotto Libera terra”. Le uve utilizzate provengono da vigneti confiscati alla mafia nell’Alto Belice Corleonese.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :