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Dallas, una squadra rinnovata

Creato il 03 ottobre 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Trovatisi per la prima volta nell’era Mark Cuban con un certo spazio salariale a disposizione, forti delle cessioni di Jason Terry, Jason Kidd, e Brandon Haywood, gli obiettivi della dirigenza dei Mavericks erano chiari: buttarsi sul mercato dei free agent puntando a Deron Williams o, addirittura, a Dwight Howard. Sfumate queste due opportunità (il primo ha rinnovato con i Nets, il secondo si è accasato ai Lakers) Cuban e soci non sono rimasti con le mani in mano ed hanno subito ragionato su come ricostruire un roster che, salvo il trio di veterani composto da Nowitzki, Marion e Carter, dava ben poche certezze.

Sulle prime si era vociferato addirittura su una possibile cessione del giocatore tedesco, ma questo avrebbe significato, salvo incredibili colpi di mercato successivi, disputare almeno la prossima stagione nella mediocrità. Una città come Dallas, che solo poco più di un anno fa aveva assistito alla vittoria del Titolo da parte dei suoi beniamini, non avrebbe probabilmente tollerato un anno trascorso a vedere i Playoffs soltanto davanti ad uno schermo, e il suo uomo-franchigia vestire un’altra maglia.

Mantenendo quindi intatto il proprio nucleo centrale, i Mavs hanno fatto le loro mosse, aggiudicandosi nel mese di luglio Elton Brand, “amnistiato” dai 76ers (il suo acquisto non inciderà quindi nel monte stipendi), firmando Chris Kaman e O.J. Mayo, entrambi ambiti free agent, e ottenendo dopo una trade con i Pacers Darren Collison e Dahntay Jones. A questi si sono uniti anche i rookie Jared Cunningham, Bernard James e Jae Crowder (arrivati dai Cavaliers la notte stessa del draft in cambio di Tyler Zeller e Kelenna Azubuike).

Dove potranno arrivare questi Mavericks? In alto, secondo coach Rick Carlisle, contento del suo nuovo roster:

Qui si gioca per vincere il titolo. È molto semplice: abbiamo una società tra le migliori del campionati e abbiamo il miglior proprietario dell’intero sport professionistico. Ogni giorno ci alleniamo pensando solo a vincere. L’obiettivo è di ripetere quello che abbiamo fatto due anni fa, e di smentire gli scettici“.

La missione sarà tutt’altro che semplice, vista l’agguerritissima concorrenza ed una squadra che non appare possa realmente competere per la vittoria finale (anche se è vero che non lo sembrava neanche due anni fa). Sono arrivate delle preziose aggiunte, come quella di O.J. Mayo, lo scorso anno tra i principali candidati per il premio di sesto uomo dell’anno, che offrirà il suo solito contributo partendo dalla panchina alle spalle del veterano Vince Carter. Chris Kaman, nel ruolo di centro, sarà senz’altro più determinante rispetto a Brandon Haywood (ora ai Bobcats), forse il vero punto debole della squadra lo scorso anno. Il compagno di nazionale di Nowitzki offrirà ai texani la possibilità di giocare con un centro in grado di giocare uno contro uno e rendersi pericoloso anche dalla media, che porterà forse ad un evoluzione per gli schemi dei Mavericks.

Dai ritmi abbastanza lenti delle azioni offensive, si passerà all’atletismo del giovane Darren Collison, che probabilmente costringerà anche i veterani a correre di più. Per ora l’unica nota negativa arriva dalle condizioni di Kaman che ha problemi alla schiena in seguito ad un infortunio in partitella.

Su Dallas restano molti punti interrogativi, tant’è vero che si passa da chi crede che i Mavs raggiungeranno i Playoffs senza problemi a chi è convinto che Dirk e compagni non lotteranno neanche per giungerci. E’ certo però che un veterano come il tedesco, che non manca la post season da 12 anni, non demorderà tanto facilmente. Per certi versi il roster della squadra somiglia un po’ a quello degli Spurs la scorsa stagione, che vede tre veterani partire in quintetto (Nowitzki, Carter e Marion per i Mavs, Ginobili, Parker e Duncan per i bianconeri) e una panchina di giovani innesti in grado di offrire il loro contributo.
Lo scorso anno questo mix si è rivelato efficace per San Antonio, ma forse il paragone è un po’ azzardato in quanto Nowitzki, Carter e Marion non raggiungono lo stesso livello del trio degli Spurs, e non dobbiamo dimenticarci che a amalgamare il tutto dalla panchina c’è un allenatore che negli ultimi anni ha scritto la storia della pallacanestro americana come Gregg Popovich. I Mavericks riusciranno a fare altrettanto? Tra meno di un mese si comincia e ne sapremo di più, intanto continuate a seguirci.


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