Nella notte fra il 28 e il 29 luglio 2011, la sceneggiatrice e scrittrice italiana Paola Barbato viene fulminata dall’idea secondo cui il mondo del fumetto italiano necessiti di «una serie intimista, romantica, di formazione, uno shojo manga ambientato qui, nel Bel Paese, con tutte le sue magagne». Un prodotto – e qui sta l’originalità – interamente gratuito, perché pensato per il Web. Si gettano così le basi per Davvero e il giorno dopo è on-line un annuncio nel quale si apre un ‘bando pubblico’ per disegnatori.
Il 7 novembre 2011, su un sito la cui realizzazione è affidata a Thomas Pistoia, viene pubblicata la prima puntata di una storia che intende raccontare un anno di vita di Martina, una diciannovenne benestante e viziata, ignorantella e troppo immatura perfino per la sua età, che va via di casa e scopre (o almeno ci prova) che la vita è dura.
Una trama semplice, che pure si infarcisce di tanti, troppi episodi da soap opera: fughe, tradimenti, omosessualità macchiettistica, sesso e nudo femminile a volontà, fiumi di lacrime, un padre manesco che somiglia ad Edgar Allan Poe per un non meglio precisato ‘omaggio’, ex fidanzati belli ricchi e possessivi che lavorano nella moda…
Il ritmo del racconto è lento, molti sono i dialoghi e i monologhi costruiti su frasi fatte e c’è una sovrabbondanza di inutili spiegazioni psicologiche atte a giustificare i comportamenti apparentemente schizofrenici dei personaggi. Passaggi, insomma, poco funzionali all’evolversi della vicenda narrata; tanto che i commenti postati dagli utenti al di sotto di ogni episodio risultano spesso più interessanti e brillanti. Specie quando è la stessa Barbato a rispondere con (anche troppa) energia alle critiche che le vengono mosse.
Quanto ai personaggi, la protagonista, Martina, appare quella meglio delineata, ma anche colei che riscuote meno simpatia per le ragioni già spiegate. Sopratutto non matura come nelle intenzioni della sceneggiatrice, tanto da sembrare che si spacci per bildungsroman una caratterizzazione del personaggio incoerente con quella iniziale.
Diversi i misteri che avvolgono le figure dei comprimari; ma con Selena, Sara, Riccardo, Marcello si va troppo per le lunghe e l’attenzione cala di tavola in tavola, in modo inversamente proporzionale all’antipatia verso questa teoria di stereotipate figure giovanili.Quanto ai disegnatori, Paola Barbato ha selezionato più di duecento candidati, alcuni dei quali pluripremiati e professionisti, che pare abbiano fatto carte false pur di lavorare gratis. Eppure sono in pochi quelli che brillano per originalità e bellezza del tratto, senza scadere nel manierismo (su tutti spicca l’eccellenza di Corrado Roi). Spesso i personaggi vengono caratterizzati a livello visivo in modo tanto differente da un episodio all’altro da far perdere fluidità alla lettura e renderli di volta in volta quasi irriconoscibili.
Nonostante ciò, alla settantesima puntata Davvero interrompe la sua pubblicazione on-line per approdare in edicola: Star Comics presenterà la versione cartacea del fumetto al prossimo Lucca Comics and Games. I disegni saranno diversi, le sceneggiature completamente riscritte, i profili dei personaggi analizzati con maggior dettaglio e già dal quinto volume (a cadenza mensile) si giungerà a sviluppi inediti della storia.
Se valga la pena acquistare questo fumetto e continuare a seguire le vicende dei suoi protagonisti potrà dirlo solo il tempo. E lo zoccolo duro di ammiratori che Davvero ha allevato sul Web, già pronto a correre in edicola.
Angela Pansini
Paola Barbato (sceneggiatura), Davvero, pubblicazione on-line (http://www.davvero.org)