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De Pedis: un morto che parla…ma anche no

Creato il 16 maggio 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
di Marina Angelo
De Pedis: un morto che parla…ma anche noC’è puzza di morto, o così dicono, oltre il cancello. Si perché i giornalisti sono fuori. Per noi la zona è off limits. Piazza S. Apollinare non è diversa dal solito non foss’altro, almeno per una volta, proprio per noi così tanti alla ricerca di… alla ricerca di che?
Non so se tra noi c’era chi s’aspettava lo scoop dalla tomba di De Pedis, non so se qualcuno, stanco di attendere praticamente nulla rispetto a ciò che già si sapeva, s’è inventato le ossa fuori, dentro, affianco, in prossimità, adiacenti la tomba, la cripta, la zona della sepoltura del gangster.
Non so nulla a dire il vero se non di essere stanca e di voler essere altrove, ma questo ovviamente, è un mio pensiero.
Ho dormito poco e, sinceramente, volevo solo accertarmi che la stasi avesse avvolto la zona chiesa-boss-magliana a due passi dalla piazza delle Cinque Lune dove misteriosamente sparì Emanuela Orlandi.
Lui, il boss, si mantiene bene anche da morto, tanto che riescono perfino a prendere le sue impronte digitali. Insomma all’interno della tomba di De Pedis, c’è De Pedis.
De Pedis: un morto che parla…ma anche noNon mi pare ci sia notizia ma….Si aspetta, si rubano attimi, immagini, scorci, piedi, sagome in divisa “scientifica” tutto è buono, quel giorno, tutto è notiziabile, almeno lì. L’attesa, poi regala, finalmente, Pietro Orlandi che viene letteralmente assalito da flash, microfoni, telecamere ecc ecc.
A dire il vero, dopo di lui, niente di importante almeno fino alle 15 circa, ora in cui le ossa diventano l’argomento principale.
Le ossa.
Stavo per tornare a casa ma, una chiamata mi fa ritornare sul luogo del “delitto”. (si l’unico delitto da spiegare è il perché un boss restasse seppellito in chiesa, non certo purificarsi la coscienza…troppo comodo).
Insomma pare avessero trovato delle ossa ma non avevo capito bene dove esattamente. Ritornata in zona, mi informo ma l’unica cosa che al momento infastidisce è l’Ansa. Si l’agenzia ha battuto una notizia che, sebbene troppo precisa, si fa ad un tratto imprecisa per collocarla in una posizione reale.
Chiamo Raffaella Notariale e poi Pietro Orlandi. Le ossa in questione sono quelle dell’ossario adiacente a quella tomba che il De Pedis si appresta a lasciare, mi spiegano entrambi.
De Pedis: un morto che parla…ma anche noEppure, pur di trovare un qualcosa che potesse portare pepe o comunque riportare l’attenzione dello spettatore, del lettore o del telespettatore in quella piazza morta tanto quanto il corpo riesumato e trovato in perfette condizioni, era sicuramente cosa buona e giusta se non altro per le vendite e gli ascolti.
Ora, a quasi due giorni di bla bla bla, Chi l’ha visto? ripropone la giornata e le evoluzioni del caso.
E’ Pietro in camera che parla e spiega ma prima la Sciarelli avanza un altro, presunto, scoop che vi racconto a breve perché, una telefonata, irrompe negli studi: un uomo dice alla redazione “vergogna”.
Adesso l’importante è l’audience. L’importante è che un poveraccio riproponga delle minacce fatte al centralino.Pare si tratti di De Tomasi ( a proposito, non era stato, mi pare De Tomasi padre -Sergione- a chiamre quella volta, ma il figlio Carlo Alberto).

Insomma se un morto non parla e una scomparsa nemmeno, le occasioni a Rai Tre no mancano.
Come mai, però, non hanno chiamato Raffaella Notariale la stessa che ha fatto lo scoop della tomba di De Pedis? La stessa, che ha parlato e scritto un libro con Sabrina Minardi, la donna di Renatino capace di far riaprire un’inchiesta e, ad un tratto, non più credibile?
De Pedis: un morto che parla…ma anche noLa stessa Raffaella Notariale che s’è vista “sottrarre” alcuni documenti (recuperati a fatica dalla giornalista precaria) con l’eleganza di una scritta “esclusiva” da parte della Rai?
La stessa, che probabilmente in questi giorni viene rincorsa da numerose tv, presentatori e conduttori di importanti trasmissioni ma che, probabilmente non può proferire parola o pensiero perché viene prima Mamma Rai.
Bando alle chiacchere a Chi l’ha Visto? questa sera, un ennesimo scoop sulla vicenda. Un telespettatore scrive alla redazione che, pare già aver verificato alcune informazioni.
L’uomo, scrive, stava lavorando alla ristrutturazione della pontificia Università quando, un certo Rino, intaccando un terreno non compreso nella ristrutturazione, ha rinvenuto 2 scheletri. In quell’occasione, un operaio, andò a curiosare, toccare, cercare di scoprire ciò che ancora era rimasto incassato, e più precisamente 2 teschi e 2 bacini che, secondo gli operai, appartenevano a 2 corpi di donna.
( arriva però subito la rettifica in redazione e parte anche un'Ansa : non è il cortile della basilica di Sant'Apollinare, dove si stanno svolgendo le ispezione sulla bara di Reantino De Pedis, ma «il cortile della biblioteca dell'Università della Santa Croce situato in via dei Farnesi, una zona distante circa un chilometro dall'Apollinare». È quanto precisa Norbero Gonzalez Gaitano, vicerettore per la Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce. «Si tratta - aggiunge - di un edificio di tipo civile in cui sono stati fatti dei lavori nello stesso periodo sotto la supervisione della sovrintendenza dei beni artistici e culturali»).
Mi chiedo era necessario andare in piazza?? in attesa di???
Ed ancora, Pietro Orlandi si è reso conto di essere oggetto di marketing Rai?(no, perché un consiglio vorrei darlo: se continui a cercare tua sorella con una/due truppe al seguito, dubito tu possa trovare anche solo un’informazione in più).
De Pedis: un morto che parla…ma anche noDetto questo una cosa fa davvero notizia e si tratta di alcuni volantini distribuiti nei dintorni dell’ormai nota piazza.
E’ il Corriere della Sera ad informare di come automobilisti e passanti fossero stati incuriositi da fogli A4 pro Renatino che riportavano «La Chiesa sapeva e sà....Ma lo stato italiano ha preferito disturbare l'Eterno Riposo di un uomo morto. Visto che (De Pedis) non può più parlare né per difendersi né per rivelare veramente i colpevoli di questa assurda vicenda ITALIANA»
La Chiesa sapeva e sa, disturbare l’Eterno Riposo di un uomo morto, è un sacrilegio per il defunto e per la famiglia.
Ma lo è ancor più trovarsi il gangster sepolto in una Chiesa e indignarsi se qualcuno lo chiama “boss” quando invece è stato sepolto lì solo perché è un "benefattore".
Insomma un morto che non parla ma che forse più fa (s)parlare.
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