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Delitto dell’Olgiata: le piste investigative

Creato il 16 dicembre 2011 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
di Valentina Magrin
Delitto dell’Olgiata: le piste investigative
LE PRIME IPOTESI - Nelle prime ore e nei primi giorni a ridosso dell’omicidio sono due le piste investigative che prendono corpo. La prima è quella dell’omicidio a scopo di rapina: dalla stanza della vittima, infatti, mancano alcuni gioielli, in particolare un anello con brillanti e un collier di diamanti di sicuro valore (si parla di alcune centinaia di milioni di lire). La contessa, rientrata nella sua stanza, potrebbe aver sorpreso il ladro e questi, di conseguenza, l’avrebbe aggredita. È questa l’ipotesi portata avanti dai carabinieri. 
Tuttavia la stanza è in ordine e al polso della vittima è rimasto, in bell’evidenza, un orologio Rolex d’oro: questo particolare potrebbe far supporre che la rapina, in realtà, sia solo una messa in scena. A questo elemento si aggrappa la seconda pista investigativa, sostenuta in particolare dal magistrato Martellino, che è quella dell’omicidio passionale. Iniziano a emergere alcuni dissapori che ci sarebbero stati tra Alberica Filo Della Torre e il marito, Pietro Mattei, tuttavia l’alibi dell’uomo viene subito accertato e regge (un tesserino magnetico conferma la sua uscita dal comprensorio dell’Olgiata alle 8.30). 
Ma forse Alberica aveva un amante, o qualcuno che la corteggiava e che, respinto, ha perso la testa… Al di là delle ipotesi ci sono i testimoni, che fin da subito sfilano uno dopo l’altro davanti agli inquirenti. Vengono sentiti gli operai presenti la mattina del delitto a casa Mattei, il marito, i figli, la baby sitter inglese e le due domestiche filippine. Nulla. Nessuno sembra in grado di fornire elementi utili. 
 C’è però un elemento interessante, che fa riflettere gli inquirenti: la famiglia Mattei ha 2 cani, un molosso e un vivacissimo Yorkshire. Ebbene, nessuno dei 2 cani quella mattina ha abbaiato, cosa che solitamente accade quando entra un estraneo. Di conseguenza, l’assassino forse si trovava già all’interno della villa, o è comunque una persona che abitualmente la frequenta. 
Delitto dell’Olgiata: le piste investigativeI PRIMI SOSPETTI - L’attenzione degli inquirenti si concentra intorno a due figure: Roberto Jacono e Manuel Winston. Il primo è un ragazzo di 30 anni vicino di casa dei Mattei, con qualche precedente penale e alcuni problemi psichiatrici. Frequenta villa Mattei (è solito andare a fare il bagno in piscina) e spesso accompagna i figli della contessa a lezione di equitazione. Sua madre, fino a 20 giorni prima del delitto, lavorava presso la famiglia Mattei come insegnante privata dei piccoli Domitilla e Manfredi. 
Manuel Winston, invece, è un filippino di 21 anni che lavora all’Olgiata e che per due mesi (marzo e aprile 1991) aveva lavorato a villa Mattei per sostituire un’altra domestica. Al termine di questo periodo la contessa Alberica Filo Della Torre aveva deciso di licenziarlo. Proprio sui motivi del licenziamento sorgono i primi dubbi: secondo le persone vicine alla vittima, Winston si sarebbe rivelato una persona inaffidabile. 
Non solo, pare che l’uomo continuasse ad andare alla villa per chiedere somme di denaro alla contessa. Il filippino, invece, dice che il rapporto di lavoro era finito serenamente e che i soldi pattuiti gli erano stati corrisposti. Inoltre, pare abbia un alibi per la mattina del delitto, che è lui stesso a raccontare: 
Dalle 8 alle 10 di mercoledì scorso ero in una villa bifamiliare dell' Olgiata a fare pulizie, nell' abitazione accanto c'era un operaio che stava facendo dei lavori. In quelle due ore ero in quella villa dell'isola 79. Le chiavi mi erano state date dal padrone, in quel momento assente. Non so se chi lavorava nella villa accanto mi abbia visto. Alle 10, con mio cognato, sono partito per andare all' ambasciata filippina per fare alcuni documenti che mi servono per le mie prossime nozze''. 


Delitto dell’Olgiata: le piste investigativeGLI AVVISI DI GARANZIA - Il 16 luglio 1991, subito dopo la celebrazione del funerale della contessa Filo Della Torre, vengono sequestrate due paia di pantaloni, uno appartenente a Manuel Winston e l’altro a Roberto Jacono. 
Nei pantaloni di quest’ultimo sono evidenti alcune tracce di sangue. Che si tratti di quello della vittima? 
Nelle stesse ore la mamma della contessa, Anna Del Pozzo, racconta che la figlia negli ultimi mesi le aveva confessato di essere preoccupata a causa di un uomo… 
Il 23 luglio 1991 il Sostituto Procuratore Cesare Martellino emette un avviso di garanzia nei confronti di Roberto Jacono che nel frattempo, stressato dalle indagini e dai giornalisti, è stato ricoverato nel centro di igiene mentale dell’ospedale San Filippo Neri. 
Una settimana più tardi è la volta di Manuel Winston, raggiunto anch’esso da un avviso di garanzia. Tuttavia né sui pantaloni di Jacono né su quelli di Winston vengono trovate tracce riconducibili alla contessa Filo Della Torre. 
Delitto dell’Olgiata: le piste investigativeLA RICOSTRUZIONE DEI FATTI - Nei mesi seguenti le indagini proseguono senza grossi colpi di scena. 
Nell’aprile 1992 viene depositata la perizia medico-legale, che permette agli inquirenti di ricostruire in maniera verosimile l’accaduto: ad uccidere Alberica Filo della Torre è stato qualcuno che la conosceva, al 99% un uomo, destrimano, che ha ucciso con determinazione dopo averla malmenata e ridotta all'incoscienza in un moto di rabbia. 
L'assassino non era entrato nella stanza della contessa per uccidere ma, una volta di fronte alla donna, è stato probabilmente provocato, forse colpito da una frase di grande disprezzo, parole o gesti che lo hanno accecato e portato ad assalire con rabbia e grande violenza. Alberica Filo Della Torre non era preparata a difendersi e non ha reagito. 
E' stata picchiata, sbattuta contro il muro, colpita alla testa con un oggetto non identificato, forse lo zoccolo. Ma tutto si è consumato molto velocemente. Nel giro di pochi minuti la contessa era a terra, rantolante, priva di sensi. 
È stato a quel punto, si desume dal rapporto del perito, che l'aggressore si è sentito senza via di scampo e ha deciso di uccidere. 
Per finire Alberica non aveva armi e non ha perso tempo a guardarsi intorno: ha usato la mano destra. L'ha serrata a morsa attorno alla laringe, forse per tre, forse per cinque minuti, quanto bastava perché la donna smettesse di respirare. 
Delitto dell’Olgiata: le piste investigativeLO SCANDALO SISDE - Tra il 1993 e il 1994 si apre un nuovo filone d’indagine, legato questa volta allo scandalo SISDE. 
L’ex 007 Michele Finocchi, indagato per la costituzione di fondi privati tramite fondi del Sisde, è stata una delle prime persone (il suo arrivo, pare, è antecedente a quello dei carabinieri) accorse a villa Mattei la mattina del delitto. 
Tra lui e la contessa Filo Della Torre c’era un’amicizia molto stretta, secondo alcuni addirittura intima. Alla contessa e a suo marito, inoltre, erano intestati ben 6 conti in Svizzera, contenenti svariati miliardi.
La donna, in compagnia di Finocchi, aveva anche fatto un viaggio in Svizzera. Il sospetto è che in questi conti ci siano ingenti somme provenienti dai fondi statali riservati del Sisde, poi convogliati verso il deposito svizzero siglato FF2927, che finirà al centro di diverse inchieste su Tangentopoli. 
 Nel 1994 Emilia Parisi Halfon, una nobildonna amica di Alberica Filo Della Torre e diventata, per un periodo dopo la sua morte, l’amante di Pietro Mattei, fa recapitare all’allora Sostituto Procuratore della Repubblica di Milano Antonio Di Pietro (che sta indagando sulla maxi tangente Enimont) l’abito che verosimilmente Mattei indossava il giorno del delitto. Insomma, tutto fa pensare che dietro la morte della contessa dell’Olgiata possa esserci uno scandalo finanziario, un movente di tipo economico con eventuali legami passionali a far da cornice… 
Ma anche questa ipotesi, sicuramente suggestiva, nonostante alcuni strascichi si rivela in una bolla di sapone e viene messa da parte. 
Delitto dell’Olgiata: le piste investigativeIL COINVOLGIMENTO DI ROLAND VOLLER, IL SUPERTESTIMONE DI VIA POMA - Nel novembre 1994 finisce nell’inchiesta sul delitto dell’Olgiata anche il cittadino austriaco Roland Voller, lo stesso uomo che aveva accusato il giovane Federico Valle di essere l’assassino di Simonetta Cesaroni. Voller questa volta viene fermato con l’accusa di ricettazione perché trovato in possesso di documenti riservati riguardanti l’omicidio della contessa Filo Della Torre. 
Viene arrestato anche un vice ispettore di polizia del commissariato Flaminio Nuovo, Consiglio Pacilio, e viene indagata un’agente del Sismi, Gabriella Gagliardini (poi definitivamente prosciolta): sarebbe stato Pacilio, aiutato dalla Gagliardini, a fornire quel dossier a Voller, con l’intento di farlo recapitare a una giornalista. 
Pacilio, infatti, voleva rendere nota una sorta di indagine parallela che lo aveva portato alla convinzione che l’assassino della contessa fosse il marito Pietro Mattei. 
Poco tempo dopo si scoprirà che proprio Mattei aveva pagato 250 milioni di lire all’amico ed editore Leone Cancrini, affinché si adoperasse a smorzare i toni delle notizie che, nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria, riguardavano direttamente il marito della contessa e che puntualmente venivano riprese dai quotidiani. 
Cancrini nei mesi successivi verrà coinvolto in un giro di usura e rinviato a giudizio per i reati di associazione a delinquere, usura, calunnia ed estorsione. 
LA PISTA CINESE - Nel 1995 si sviluppa la cosiddetta “pista Cinese”, che vede protagonista Frankin Yung, un imprenditore cinese che possiede una villa all’Olgiata. È amico della contessa Filo della Torre e di suo marito, con il quale ha anche fatto qualche affare. Le persone che lo conoscono lo descrivono come una persona violenta. Il suo alibi per la mattina del delitto ha un buco che non convince i magistrati, al punto da farli volare a Hong Kong per interrogarlo. 
Ma anche Yung, come gli altri prima di lui, uscirà ben presto dall’inchiesta. Giri d’affari, passione, soldi, potere, servizi segreti: nei primi anni le indagini sull’omicidio della contessa Alberica Filo Della Torre ruotano intorno a tanti moventi e a tanti personaggi, di volta in volta sospettati e poi puntualmente scagionati. La particolare posizione sociale della famiglia Mattei, i loro giri d’affari e le loro conoscenze sembrano per forza di cose nascondere delle trame oscure e intricate. La verità, però, molto spesso è semplice e banale, e per questo passa inosservata, o quasi… 
 LEGGI ANCHE:
  Il delitto dell’Olgiata: la ricostruzione della morte della Contessa Alberica Filo Della Torre

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