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Depressione post-partum: parlarne, comprenderla, affrontarla

Da Studiopsicologiatorino @StudioPsyTorino
Vi ricordiamo che parleremo di depressione post-partum il 17 giugno nel prossimo incontro di Io mamma Immagine Di depressione post-partum si parla relativamente poco, tranne quando giunge sulle prime pagina della cronaca per qualche tragedia familiare o nella rubrica degli spettacoli per le dichiarazioni di qualche attrice famosa.
La nascita di un figlio porta con sé sentimenti contrastanti: da un lato la gioia per una nuova vita, dall’altro il disorientamento per il corpo che in pochi mesi cambia più volte e per lo stravolgimento dei ritmi e delle abitudini di vita che comunque l’arrivo di un bambino comporta. Questa tempesta di emozioni, legata anche ai cambiamenti ormonali tipici di questa fase, porta la mamma ad avvertire sensazioni di malessere che facilmente sfociano in crisi di pianto senza motivi apparenti, cambiamenti di tono emotivo e sbalzi di umore. La situazione generalmente si ristabilisce in poche settimane, ma fondamentale è l’appoggio e l’ascolto su cui la il partner, ma anche la rete di relazioni di cui è parte possono fare la differenza, aiutandola a non sentirsi sola.
Si parla di maternity blues ( "tristezza post-partum") per definire una sindrome benigna transitoria che si manifesta nelle prime 48h dopo il parto, e che si risolve spontaneamente nell'arco di una settimana. Colpisce circa il 70% delle donne,e di queste un 20% può sviluppare una depressione maggiore entro un anno dal parto, perciò è importante identificarla e monitorarla.
Si manifesta generalmente con:
  • sentimenti di inadeguatezza a svolgere ilruolo di madre;
  • labilità emotiva, disforia premestruale, ansia;
  • insonnia e calo ponderale.


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La depressione post-partum esordisce generalmente dopo 3-4 settimane dal parto e la sintomatologia aumenta con manifestazioni cliniche verso il 4-5 mese. In media, colpisce il 20% delle donne entro un anno dal parto.
Le cause  sono molteplici e coinvolgono fattori:
  • ormonali;
  • fisici (stanchezza,...);
  • psicologici (scarsa autostima...); 
  • sociali (giovane età, inesperienza, scarso sostegno,...);
  • cognitivi (aspettative irrealistiche sull'essere madre, sul bambino,...).

I sintomi possono essere di tipo:
  • depressivolabilità emotiva, deflessione dell'umore, sentimenti di inadeguatezza, sentimenti di colpa, irritatibilità;
  • ansiosoansia, stati di allarme, ansia fisica;
  • neurovegetativo:alterazioni del sonno,alterazioni dell'appetito,perdita di interesse in ciò che si fa;
  • relazionale madre-bambinoavvertire il bambino come "un peso",non riuscire a provare emozioni nei suoi riguardi, avere avversione, non voler restare con lui,sentirsi incapace, mancanza di concentrazione nei compiti di accudimento.

Prevenire e intervenire

Immagine È importante ricordare che una depressione post-partum non curata tende a cronicizzare, diminuendo nella madre le capacità di accudimento corretto e impedendo lo sviluppo di una relazione armonica con il nascituro. 
In un'ottica preventiva, aldilà delle cause fisiologiche che possono predisporre la donna , è possibile adottare delle strategie utili sul piano psicologico.
Ad esempio, per la neomamma può essere utile:
  • limitare i visitatori nei giorni del rientro a casa dopo il parto;
  • dormire nelle stesse ore in cui dorme il neonato;
  • seguire una dieta equilibrata che eviti eccessi e l'assunzione di bevande eccitanti;
  • sentirsi legittimate a chiedere aiuto;
  • rafforzare il legame con partner e figure di sostegno;
  • mantenere un atteggiamento realistico su di sè, sul bambino e sul contesto.

Partner e familiari possono dimostrare il loro sostegno alleviando gli impegni della neomamma per es. aiutando nei lavori domestici e in generale offrendo ascolto e supporto, senza sfociare nell'invadenza.
Quando i sintomi diventano allarmanti, persistono da più di due settimane, si manifestano più volte nell'arco della giornata e si ha la sensazione di poter fare del male a se stesse o al bambino, è importante rivolgersi a uno specialista.
A seconda del tipo e della gravità dei sintomi, le cure possono consistere:
  • in una psicoterapia;
  • nella partecipazione a gruppi terapeutici di donne che stanno vivendo la stessa sintomatologia;
  • nella prescrizione di farmaci ansiolitici e antidepressivi (sotto stretto controllo medico)

[Dati Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna]

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