La depressione pre vacanze? E chi colpisce?
Colpisce quasi sempre gli anziani e tutti coloro che non si possono muovere come vorrebbero,quindi si sentono soli e abbandonati.
L’aumento delle temperature provoca diversi problemi psicofisici, come l’alterazione di sali minerali, una leggera ipertensione e episodi di aritmia; per non parlare del rischio psicologico, non meno pericoloso! Il caldo e l’estate provocano frequentemente ansia e depressione, specie, appunto, negli anziani. Questo studio è stato condotto da Parola di Paola Vinciguerra, psicologa e presidente Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico).
Per l’anziano è più pericoloso e difficile sottostare al cambiamento dei ritmi di vita, che obbliga ad una permanenza a casa quasi totale, non trovarsi vicini i propri familiari in ferie, i diversi punti di riferimento chiusi, le partenze di alcuni amici più cari: tutto questo lo pone ad una situazione d’isolamento e solitudine. “Le pareti domestiche che di solito sono protettive e rassicuranti vengono ben presto percepite come schiaccianti ed oppressive” (Paola Vinciguerra).
La nuova situazione provoca stati d’ansia, che si manifestano con vari sintomi: aritmie, vertigini, senso di spossatezza, situazioni spesso scambiate per problemi fisici, etc. tutti questi sintomi innescano uno stato d’ansia e di paura che le persone tendono a tenere nascosto e che le porta a chiudersi in casa.
Si consiglia a questi soggetti, di cercare di non rimanere a casa da soli, ma di uscire e cercare compagnia.
Tutto ciò non colpisce solo gli anziani, ma anche i giovani e i genitori alle prese con i figli, insomma tutti coloro che durante l’anno sono oberati di lavoro e di impegni famigliari e che, al rientro dalle vacanze, hanno bisogno di pace. Quindi, vi è anche la situazione inversa di quella precedente, depressione post vacanze.
Secondo una ricerca pubblicata recentemente la sensazione di relax acquisita con le vacanze svanisce appena si rientra a casa o ci si reca a lavoro, a dare questo allarme è la dottoressa Jessica de Bloom, della «Radboud University» nei Paesi Bassi, che ha analizzato lo stato di benessere psicofisico nelle due settimane prima della partenza e dopo il rientro (controllando anche il periodo vacanziero).
Il risutato conferma l’esistenza della “sindrome da rientro”. Esistono sinonimi vari: stress da rientro, “post vacation blues” , depressione post vacanza, ecc.
Tutto ciò fa pensare che è vero che in vacanza si sta molto meglio!
Il nostro fisico e soprattutto la nostra mente hanno bisogno di riposo, si sà.
I dati Istat affermano addirittura che un italiano su 10 soffre di questa sindrome.
L’effetto “riposo” consiste nel cambiamento dei ritmi quotidiani; alzarsi tardi, mangiare bene, andare a ballare etc.
Il ri-cambiamento repentino di abitudini, per le persone che si sono già abituate al riposo,porta a: stato d’ansia, noia, apatia, insonnia, aggressività, malinconia, depressione.
Per cercare di non cadere nella tristezza e nella malinconia più profonda, rovinando i ricordi delle vacanze si consiglia di rientrare con qualche giorno d’anticipo rispetto alla data prevista per il ritorno al lavoro. In tal modo ci si potrà organizzare con più calma alla ripresa della vita lavorativa e da città, non svegliarsi troppo presto al mattino e godersi qualche altro giorno di libertà e riposo.