Atlante e Deucalione furono i primi che fondarono colonie e dominarono in Grecia. Cecrope fondò Atene, che da lui fu detta Cecropia. Vi furono Codio, Cotlìos e Drymas, i cui nomi sono di origine frigia, come ampiamente riconosciuto. Ora Atlas, in lingua albanese, significa padre decrepito: al (da cui in Omero abbiamo αττα - atta, “padre”) e lascio – losc, “decrepito”, da cui deriva dunque atlasc, atlosc.
Busto di monsignor Giuseppe Crispi (1781 – 1859) che si trova nel Pantheon dei personaggi illustri di Palermo, all'interno della chiesa di San Domenico
Atlante fu anche chiamato Henoch “lunare”, nome derivato da hën “luna”. Inoltre fu detto hanach, che in albanese vuol dire “torquato”, “collana”, proprio come i Latini da torques, “collana”, diedero il nome a Torquato.
I discendenti di Atlante, essendo i progenitori di Cadmo, vennero denominati Crysopelechi, voce greco-barbara[1], che significa “aurei antichi”: pellechët infatti vuol dire “vecchi”, “antichi”, e χρυσοί (crisoi) “aurei”.
Cecrope, recatosi nella sterile Attica, scoprì che gli abitanti vivevano in caverne, per cui fu chiamato, con un termine frigio-albanese, ghien-crop “trova-cave”, o “fosse”: crop, infatti, vuol dire “caverna” o “fossa”, da cui derivò il greco κρύπτα (cripta) “grotta”, e κρύπτω (cripto) “nascondo”.
Deucalione istituì il rito di bollire in grandi pentole legumi, per distribuirli ai poveri in onor di Bacco; e quelle pentole erano dette cutri dal greco κύτροι (kitri). In lingua albanese coth vuol dire “pignatta”; dal cui significato Cothos prese il suo nome; o semplicemente dal termine “vaso”, o perché si volle alludere al suddetto rito delle sacre pentole di Bacco.
Codros significa “pane”, giacché in albanese codr vuol dire “pane”, o piuttosto “biscotto”. Ma, se invece di Codros volessimo leggere Cordos, il termine significherebbe “spada”, o “scimitarra”, poiché cord in albanese questo vuol dire: denominazione appropriata ad un gran guerriero quale fu Codro. Se poi si volesse sapere l'etimologia del nome di Deucalione, lo si riscontrerà ugualmente nella lingua albanese. Dè significa “terra”, pronunciata in dialetto eolico invece di γά (ga), in quanto l’originario γή (ghe), cambiando la η in α, diventa γά, e trasformandosi poi il γ in δ, si ottiene δά (dha), parola usata anche dai Dori nel loro dialetto: e câ lën vuol dire “ha lasciato”. Dunque Deucalione significa “ha lasciato la terra”, alludendo al mito per cui Deucalione, lasciata la terra, che stava per essere sommersa dal diluvio, si salvò su un'arca, la quale poi approdò sulle montagne dell'Attica.
Drymas, o piuttosto Drymath, “grande vite” od “albero”, potrebbe significare “grande come un albero”, o “rigoglioso come una vite”.
Il nome del frigio Pelops è composto da due termini: pelë, “cavalla” e lops, “vacche”, per denotare le ricchezze di Pelope, che consistevano in cavalle e in vacche, poiché le maggiori sostanze degli antichi furono costituite dal bestiame, come anche per i patriarchi.
Il nome di Priamo, molto simile a Pariamo, proviene da par, che vuol dire “primo”, voce analoga al παρά (para) greco “davanti”, a denotare un “prevosto”, od un “sovrano”: e da questa stessa parola i Latini fecero discendere il loro primus, simile a parimus. Paride deriva da un vezzeggiativo albanese, cioè parìthi, che si potrebbe tradurre con “il piccolo primo”, o il “piccolo principe”, per rappresentare il figliuolo d'un re, come Omero descriveva Alessandro (questo è il nome originario di Paride) “dal divino aspetto”, cioè θεοειδής (theoidis), per grazia e per bellezza.
[1] Greco-barbara, cioè non greca.
Liberamente tratto dal libro Memoria sulla lingua albanese di Giuseppe Crispi
Link versione albanese: Deukalioni