Povero Barilla, cotto a puntino dai maccheroni del moralismo, per essere andato contro il politicamente corretto all’amatriciana.
Come si è permesso il Re “Vermicello”? Paga lo scotto, non per la pasta scotta, ma per l’affronto agli Gnocchetti senza Farfalline, ai quali l’uscita dell’imprenditore è rimasta sui Garganelli.
Costui ha dichiarato di non volere famiglie gay nelle pubblicità del suo prodotto. Saranno Paccheri suoi? Ed, invece, no! Gli Strozzapreti non vogliono sentire ragioni e adesso lo tirano per le Orecchiette e lo chiamano fascista: dove c’è “Balilla” c’è casa. Certo, però senza Orecchioni tra i piedi.
Ma Barilla non è un pappamolle e di fronte alle critiche non si è fatto Agnolino. Lui è uno che ci tiene alla tradizione, il suo motto è “Paternostri, Fusilli patri e Tofe tricolori”. Molti nemici, meno posti a tavola.
Insomma, un uomo senza Cazzetti per la testa che non ama le Pappardelle e le Mezze Maniche, specie se mezze puttanesche. I Riccioli alla Checca non entreranno nei suoi spot. Né ora né mai. Per Barilla il primo è solo alla Norma. Le linguine malevoli si mettano i Cuori in pace e ripongano i Cannoli in altri calderoni.