Magazine Diario personale
Ergo manca meno di un mese a Natale.
Dunque occorre fare l'albero, addobbare la casa, rendere tutto il più lezioso e colorato possibile.
Oggi è il 26 novembre.
Ed è il compleanno di EducAttrice Ritrovata, che compie l'ultimo compleanno con il 2 davanti, e quindi può e deve concedersi 365 giorni leggeri, dediti alla spensieratezza, che ancora è giustificata dal fatto di essere una ventenne...
Sono i compleanni di quelle persone, i quali, inevitabilmente, ti fanno pensare a te stessa, al tuo trascorso, al vissuto che hai e che i suoi occhi, ti riportano... perché le vostre vite, probabilmente, non si somigliano proprio più... tuttavia la sua parla di te, come la tua di lei...
Alle volte penso a quanti sogni condivisi ci hanno viste unite negli anni, penso al nostro incessante bisogno di trovare risposte, che ci contraddistingue oggi, come quando adolescenti, ci mettevamo in tiro per i mercoledì sera di pseudo catechismo sotto la chiesa...
Rifletto sui nostri presenti, che hanno, per giochi del destino, preso direzioni differenti, con realizzazioni e ricerche, che poco si somigliano vicendevolmente, ma che, come tratto univoco, hanno la volontà di non lasciarsi abbattere dalle scrollate di spalle, anzi, ricercano sempe un'essenza, una verità...
Ieri era il 25 novembre, la giornata in ricordo della violenza contro le donne.
Una giornata che, non so se per un motivo particolare, è proprio ad un mese dal Natale... che le due cose non hanno un filo logico apparente, eppure io credo che nella purezza incasinata di un appuntamento che tutti aspettano, con terrore o con felice eccitazione, ci stia anche il riflettere su un dramma della società moderna: il fallimento della democrazia occidentale.
Perché se un uomo si fa grande, rivalendosi con le mani e con le malaparole, sulla donna, dimostra la piccolezza di un sesso che, forte lo è solo perché convenzione vuole così... ma si sa quanto erronee e nefaste possano essere le convenzioni.
Se l'altro giorno si sbandierava una sorta di femminismo orgoglioso, davanti a Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana ad essere spedita nello spazio, con quella sua figura fiera, una spanna sopra l'universo, fisicamente e mentalmente adatta a sostenere un viaggio interstellare, tanto quanto un uomo, oggi si fa un giro su facebook e si contano le scarpette rosse, dimostrazione delle vittime della violenza maschile, e le pubblicità progresso che vedono le eroine dei cartoon, violate e ferite dai propri compagni, al di sotto di slogan eloquenti, che riportano ad un pensiero: siamo ancora sottomesse, l'emancipazione, nonostante tutto, non è che utopia.
Sono giornate pregne di significati che sfiancano e portano i nostri cervelli a voli pindarici, a pensieri sul piano sociale e personale, senza continuità, ma con la medesima, ininterrotta, richiesta di risposte...
Perchè pare così inverosimile che, accanto alle foto ormai dilaganti delle prime case addobbate a festa, devono fioccare occhi neri, ed ombre minacciose su ragazze inermi?
Ecco perché ho trovato una sorta di collegamento, in quel 25 novembre che è stato ieri: una giustizia di fondo che divide il buono dal cattivo, il bene dal male, l'auspicabile dall'orrore...
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