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Diaz processo «all'intenzione»

Creato il 12 giugno 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale

di Simona Zecchi

 
Dopo la conferma all’assoluzione nei confronti dei vertici per l’irruzione alla scuola Diaz che hanno avuto come risultato 93 vittime fra stranieri e italiani, inclusi un anziano e un giornalista inglese, Mike Covell, un ulteriore colpo alla giustizia viene dal processo svoltosi l'11 giugno. 
 

Diaz processo «all'intenzione»: le richieste dell'accusa senza arresti

Se da una parte come abbiamo anche scritto il 28 maggio (http://www.nottecriminale.it/diaz-confermata-azione-abusiva-per-gli-atti-di-genova-insieme-all-assoluzione-per-de-gennaro.html), l’episodio delle molotov è stato l’evento che ha fatto scaturire la violenta irruzione alla Diaz, cui seguirono anche le torture presso la caserma Bolzaneto, il PG Pietro Gaeta d’altra parte ha anche confermato che non sono stati ammessi dei reati a parte quelli fabbricati (ossia l’aver portato le due molotov all’interno della scuola). 
Non c’è motivazione più contraddittoria in questa requisitoria la cui sintassi è difficile anche comprendere perché ammette il reato e allo stesso tempo lo derubrica. Il PG dichiara nei passaggi della requisitoria: «Le molotov alla scuola Diaz del G8 di Genova costituiscono la prova storica, l'episodio portante» e inoltre continua «si è artificiosamente creata una resistenza attiva attraverso false ipotesi per fare arresti di massa». 
«Le molotov» sottolinea Gaeta «non sono state portate casualmente nella palestra. Anzi, ha sottolineato, «le molotov compaiono 40 minuti dopo l'ingresso di Gratteri all'interno della palestra». Per gli arresti però «occorrono i reati e, al di là di quelli che sono stati fabbricati, non ne sono stati commessi». Secondo sempre il pg, Francesco Gratteri (ex direttore Sco) era «il comandante effettivo», per cui per lui si attesta la responsabilità sul blitz alla Diaz basata su «elementi concreti che hanno ampiamente dimostrato che Gratteri non ha mai chiesto una relazione di servizio a Canterini». 


 

Diaz processo «all'intenzione»: le richieste dell'accusa senza arresti

Nessuno dei 25 imputati del processo finirà in carcere. Per tutti quanti sarà, infatti, applicato l'indulto mentre dovrebbe rimanere la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Le condanne più alte restano: a Vincenzo Canterini, ex dirigente del reparto mobile di Roma, 5 anni per lesioni gravi e falso. Le altre condanne sono quelle per Francesco Gratteri, ex direttore Sco (4 anni); Giovanni Luperi ex vicedirettore Ucigos (4 anni); Gilberto Caldarozzi (3 anni e 8 mesi); Spartaco Mortola ex dirigente della Digos di Genova (3 anni e 8 mesi); Massimo Mazzoni ex ispettore capo Sco (3 anni e 8 mesi). 
In base alle richieste fatte al momento dal pg della Cassazione, dovrebbe essere chiesta la conferma delle condanne per chi ha firmato i verbali del blitz nella Diaz e la pubblica accusa ha inoltre chiesto di confermare le condanne per le lesioni e per il reato di falso in atto pubblico a carico di Canterini. 
In particolare per la posizione di Massimo Nocera, il pg ha chiesto di rideterminare la pena a 3 anni e 5 mesi, chiedendo così la cancellazione di 3 mesi. Chiesta inoltre la prescrizione per il reato di calunnia nei confronti di Pietro Troiani la cui condanna era di 5 anni e 8 mesi. 
Ulteriore beffa il divieto per il giornalista Mark Covell, autore dell’inchiesta sulle molotov oltre ad essere anche stato tra le vittime più vessate di quella notte, di indossare durante il processo la maglietta con la scritta 'Diaz mai più’. Covell ha dovuto togliersela e indossarla capovolta in modo che la scritta non fosse leggibile per poter entrare in Cassazione. Il suo legale, l'avvocato Massimo Pastore, ha protestato con i responsabili della polizia facendo presente che «queste misure sono eccessive ed esagerate perché nella scritta sulla maglietta non c'era nessuna frase offensiva, né, tantomeno, Mark ha intenzioni offensive». 
L'avvocato ha anche detto che Covell è stato costretto a lasciare i poster del film 'Diaz' di Daniele Vicari che aveva con sé arrotolati e chiusi per portarli a Londra.



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