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Quello che in Italia è in sofferenza è in prima cosa l'immagine che l'Italia ha dato di sè ai partner europei, una immagine sfortunatamente non sempre di partner affidabile, ma magari minato alla base dalle lotte intestine interne di tipo politico.
L'unità d'Italia si è realizzata tanto tempo fa, eppure quel principio che sanciva una sorta di nazione che staa nascendo, si è poi frantumato nella nostra storia, una storia fatta di piccoli comuni, cresciuti nella diversità.
L'Italia degli anni 60-70-80 è cresciuta letteralmente rimboccandosi le maniche e facendo la fortuna di un paese, ma questa fortuna è andata poi nel corso degli anni sparendo, questo perchè lo stesso principio che l'aveva fatta, non era più adeguato.
L'Italia del fai da te, del mi faccio da solo ha trainato questo paese per tanto tempo e ha prodotto a dispetto delle diversità, una base di ricchezza nella quale più o meno tutti, sono riusciti a costruirsi una nicchia di benessere.
Poi il mercato è cambiato, il mercato è diventato qualcosa di globalizzato nel quale la competizione si è spostata su una scacchiera di tipo mondiale, nel quale certamente il nostro individualismo non ci poteva aiutare.
Così, anno dopo anno, quel benessere faticosamente costruito, si è piano piano sgretolato, a favore di un sistema nel quale non si guarda più al singolo lavoro della persona, ma a chi può fare quel lavoro a un costo più basso.
Mario Monti è un economista, e come economista non chiediamo a lui la risoluzione dei problemi che affliggono il nostro paese, potrà solo essere una fase di transizione che ci traghetta fuori dall'attuale emergenza.
Nel 2012, sarebbe auspicabile che il paese cominciasse a capire che siamo tutti nella stessa barca, che tra nord e sud alla fine non ci sono tutte queste grandi differenze, che i miti che hanno accompagnato il nostro crescere del tipo " vieni al Nord che c'è più lavoro", fanno parte del passato.
L'Italia che si deve svegliare con il nuovo anno, deve essere un paese nuovo dal punto di vista mentale e culturale, un paese che agisce in maniera unita e compatta, per operare quel cambiamento che continuiamo a delegare ad altri.
Non sarà Mario Monti o nessun governo che verrà dopo l'artefice di un cambiamento di questo genere, ma la difficoltà comune dovrà farci maturare come popolo, per capire che non si va da nessuna parte, se si lascia qualcuno indietro.
Buon anno nuovo a tutti Nicky Brancatelli e Alessandro Baldini
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