Domenico Quirico, inviato de La Stampa, sta bene. Ha telefonato ieri a casa, dopo 58 giorni di silenzio e di paura. E’ stata una chiamata
Il ministro Emma Bonino
Foto World Economic Forum, licenza CC BY-SA
breve, il tempo di comunicare alla moglie di essere vivo, prigioniero, ma vivo. Ed era questa la notizia che la famiglia aspettava da tempo, nonostante le speranze sembrassero assottigliarsi con il passare dei giorni. In serata la conferma del Ministro degli Esteri, Emma Bonino: “C’è stato un breve contatto, stiamo cercando di capire da dove venisse la chiamata”.
Quirico era scomparso in Siria il 6 aprile, poco dopo essere entrato nel Paese passando per il Libano. L’obiettivo era di raggiungere Homs e in seguito, eventualmente, Damasco. Il 9 aprile, l’ultima notizia. Da quel giorno si era persa ogni tracciabilità ed era cominciata l’angoscia. La Stampa, dal 30 aprile, ha listato il giornale con un fiocco giallo, simbolo di attesa e speranza.
Ora inizia la fase più delicata, di cui si continuerà a occupare l’Unità di crisi della Farnesina. E’ importante mantenere il riserbo, lasciare alle autorità di competenza la libertà di muoversi in silenzio, affinché si possa giungere al risultato in cui tutti confidano. A domandare cautela e prudenza è in primis Mario Calabresi, direttore del quotidiano torinese, che ha postato su twitter la notizia dell’avvenuto contatto: “Domenico #Quirico è vivo e oggi ha parlato con la moglie. È ancora in Siria, speriamo di riabbracciarlo presto”. Poche ore dopo un secondo tweet: ”Grazie a tutti i colleghi che hanno rispettato il silenzio. La Farnesina raccomanda a tutti cautela e prudenza”.
Momento cruciale, dunque. In attesa di poter ricevere ulteriori positivi notizie, lasciamo che le operazioni si svolgano come di dovere. Pronti a poter nuovamente apprezzare il contributo prezioso di una grande penna.
di Virginia Giustetto