Domodossola, chiuso il punto nascite
le mamme incinte occupano il comune
Hanno occupato il municipio anche di notte, alternandosi a turno, nel presidio, per contestare la chiusura del punto nascite. Una decisione che le costringerà ad andre a partorire a Verbania, a 50 chilometri di distanzadi DIEGO LONGHIN
Di certo il pancione non le ha fermate. Chi fra un po' di mesi diventerà mamma si è messa alla guida della protesta, occupando il municipio di Domodossola, dove ha passato le ultime tre notti, nella sala del Consiglio, dandosi il cambio con le altre donne. Un sit-in ad oltranza per dire "no" alla chiusura del punto nascite dell'ospedale della città. "Resteremo qui sino a che non otterremo garanzie per poter far nascere i nostri figli senza dover fare ottanta chilometri di strada", dicono le promotrici del comitato di lotta che, stamani, hanno fatto un blitz anche a Montecrestese dov'era in programma una prova del campionato europeo di trial, per distribuire volantini che le motivazioni della loro protesta.
L'Asl del Verbano Cusio Ossola conferma la chiusura del punto. Uno stop passato come temporaneo, ma in realtà "ci sono i camion che portano via gli arredi". Le neo mamme, quasi mamme e aspiranti mamme non si fermeranno, anche perché è annunciata per settembre la chiusura del servizio pediatrico. Il sindaco di Domodossola è dalla loro parte: "Stiamo mobilitando tutti gli amministratori della zona - dicono - e vogliamo incontrare il direttore della Sanità piemontese, Paolo Monferino. E se riusciremo il presidente Cota: venga a renderci conto delle promesse fatte in campagna elettorale quando aveva garantito che non ci sarebbero stati tagli". La Regione di fronte all'inconsueta protesta ha deciso di andare incontro alle mamme: ha concesso loro, per la prossima settimana, un faccia a faccia con Monferrino, direttore generale della sanità. A Torino, in piazza Castello.
(10 luglio 2011)
Domodossola, chiuso il punto nascite
le mamme incinte occupano il comune
Hanno occupato il municipio anche di notte, alternandosi a turno, nel presidio, per contestare la chiusura del punto nascite. Una decisione che le costringerà ad andre a partorire a Verbania, a 50 chilometri di distanzadi DIEGO LONGHIN
Di certo il pancione non le ha fermate. Chi fra un po' di mesi diventerà mamma si è messa alla guida della protesta, occupando il municipio di Domodossola, dove ha passato le ultime tre notti, nella sala del Consiglio, dandosi il cambio con le altre donne. Un sit-in ad oltranza per dire "no" alla chiusura del punto nascite dell'ospedale della città. "Resteremo qui sino a che non otterremo garanzie per poter far nascere i nostri figli senza dover fare ottanta chilometri di strada", dicono le promotrici del comitato di lotta che, stamani, hanno fatto un blitz anche a Montecrestese dov'era in programma una prova del campionato europeo di trial, per distribuire volantini che le motivazioni della loro protesta.
L'Asl del Verbano Cusio Ossola conferma la chiusura del punto. Uno stop passato come temporaneo, ma in realtà "ci sono i camion che portano via gli arredi". Le neo mamme, quasi mamme e aspiranti mamme non si fermeranno, anche perché è annunciata per settembre la chiusura del servizio pediatrico. Il sindaco di Domodossola è dalla loro parte: "Stiamo mobilitando tutti gli amministratori della zona - dicono - e vogliamo incontrare il direttore della Sanità piemontese, Paolo Monferino. E se riusciremo il presidente Cota: venga a renderci conto delle promesse fatte in campagna elettorale quando aveva garantito che non ci sarebbero stati tagli". La Regione di fronte all'inconsueta protesta ha deciso di andare incontro alle mamme: ha concesso loro, per la prossima settimana, un faccia a faccia con Monferrino, direttore generale della sanità. A Torino, in piazza Castello.
(10 luglio 2011)