Sono finalmente tornata Milano quindi ho finalmente qualcosa da raccontare.
Avrei voluto scrivere di quanto possa essere antipatico essere l’unica vegetariana della famiglia durante le feste di Natale, della ridicola moda del vestirsi in maniera succinta a capodanno, dei negozi affogati nelle pailettes, nei brillantini, nelle calze autoreggenti e della fine del mondo che invece è stata solo, fortunatamente, la fine di tutte le battute ad essa collegate.
Spesso mi capita di sentire le persone lamentarsi di Milano, soprattutto quelle che qui ci sono arrivate da altri posti, e io, che Milano l’ho proprio scelta come mia seconda casa, non posso fare altro che rimanerci un po’ male e non capire come ci si possa lamentare di una città così aperta e accogliente con tutti.
Sì, ho scritto proprio accogliente, e anche se potrà sembrarvi strano perché “i milanesi son tutti antipatici” o “al nord sono più freddi” e bla bla bla, io vi posso assicurare che se si ha "voglia di fare" la provenienza geografica non conta.
E ve lo dice una romana, quindi ci potete credere.Milano è un luogo così europeo e così diverso dalla Capitale che qui puoi comprarti il pellicciotto maculato (ovviamente ecologico) che hai sempre sognato e indossarlo senza che le persone ti guardino come se fossi uscita con un bikini il 23 di dicembre; dove puoi portare i capelli metà rossi e metà rosa perché tanto di sicuro incontrerai qualcuno che ha un qualcosa di più strano di te; dove c’è la nebbia ma se la guardi bene in fondo può risultare quasi romantica; dove puoi pranzare da sola in uno dei tanti posti veloci senza sentirti strana, perché qui tutti mangiano da soli mentre picchiettano velocemente i tasti di un pc o gesticolano segnando appuntamenti sull’ipad.
Certo, è anche la città della moda, e per una ragazza normale come me questo ogni tanto può essere l’ennesimo modo per seppellire l’autostima.
La mia prima settimana qui volevo buttarmi nel Naviglio, ti può capitare in qualunque momento di imbatterti in una bionda la cui circonferenza cosce è pari alla mia circonferenza polso e con due gambe così lunghe che io se mi ci metto di fianco le arrivo al massimo all’ombelico (e la cosa diventa piuttosto grave se aggiungiamo che io il mio metro e settantacinque l’ho sempre considerato un grande vanto, che non sono proprio una tappa).
E’ la città dove uscire struccata equivale ad andare in giro in mutande e reggiseno in un paese arabo! Perché lo sciatto va di moda si, ma fino a un certo punto. Anche lo sciatto deve essere costruito a puntino (e allora che sciatto è?). E infatti non si dice “sciatto" ma "shabby chic", quindi se va in giro con il pigiama con gli orsetti infilati negli ugg, ma ha trucco e parrucco perfetti, allora va bene!... E valli a capire sti modaioli!
L’aperitivo è un rito, è la nuova cena, perché non c’è tempo di andare al ristorante e ordinare e aspettare che tutto arrivi. Deve essere tutto veloce e lì taaac, ti trovi il buffet davanti e recuperi un sacco di minuti preziosi. Che sia mai che un milanese se ne stia dieci minuti tranquillo e sereno.
Ci si lamenta della vita frenetica, delle persone che vanno troppo veloci, dei ciclisti che sfrecciano di qua e di la con le loro cuffie giganti sulla testa, ma vi assicuro che sopravvivere a Milano è possibile, e il mio segreto è semplicissimo, e ve lo svelo volentieri perché io a Milano le voglio proprio bene e mi dispiace sentirla sempre disprezzata.
Provate a uscire di casa quando il sole sta per tramontare, raggiungete un Naviglio e fermatevi lì. Le persone vi passeranno accanto veloci, in coppia, in gruppo, da soli al telefono o con l’ipod, col cane, con i bambini, mano nella mano, abbracciati, lontani.