Ho fatto un week-end nella città del momento ed ora posso finalmente tirarmela un po’ pure io parlando a caso di cose su Berlino!
Mentre sto a guardare la gente che passa, due ragazzine sedute accanto a me mandano dei messaggini del cellulare e una discreta signora aspetta spazientita l’arrivo di qualcuno. Il Tegel Flughafen ha una piacevole forma esagonale ma è un po’ una fregatura perchè, da qualsiasi parte tu entri, ci metti almeno 10 minuti prima di capire dov’è il tuo gate e come ci puoi arrivare. Sto aspettando l’aereo per Milano ma è ancora presto e posso permettermi il lusso di scrivere due righe su tutta ‘sta gente che arriva e fa il giro intero dell’esagono, poi capisce che ha sbagliato e finalmente trova la strada per andare in centro. Tutti con una borsa, al massimo un trolley, arrivano da Madrid e prendono la navetta fino alla metro B, ritornano in Cina (no, non è solo un nostro problema) oppure fanno aperitivo nelle sciccosissime cafèterìe del Tegel. Di nessun paese più che della Germania abbiamo una immagine stereotipata. Sarà la concitazione degli ultimi anni che ci ha visti involontariamente opposti, sarà che è da quando sono nato che sento dire che parlano come i nazisti. In effetti, all’inizio dell’Erasmus ci avevo fatto caso pure io.
E allora, dall’alto delle mie 100 ore in terra germanica, sono quasi in dovere di fare alcune considerazioni riguardo a Berlino! Le poche persone tedesche che ho avuto il piacere di incontrare mi sono sembrate tutte molto tranquille, poco inquadrate rispetto a quanto si dica. Credo che il primato di simpatia agli stranieri possa tranquillamente rimanere oggetto di contesa fra il popolo francese e le vecchiette del nord-italia. Quando un amico più fortunato di te afferma boriosamente che Berlino è avanti anni luce rispetto alle altre città europee non sta parlando solo di club e vita notturna. Bisognerebbe vedere con i propri occhi per capire cosa si può fare di una città distrutta durante la guerra, poi ricostruita in modo folle nel periodo freddo e ri-pensata completamente in meno di vent’anni. Camminando per le zone meno famose, nei quartieri in pieno processo di gentrificazione, è possibile essere coinvolti in una diversificatissima offerta di gallerie d’arte, pubs, locali per ballare Tango piuttosto che Charleston, torterie, centri sociali perfettamente integrati con la vita del quartiere.
Sono seduto in aeroporto che mi mangio il quinto hamburger in quattro giorni. Mi sa che i week-end a Berlino non sono proprio sani. Girava voce, prima di partire, che il viaggio in Germania non fosse proprio un viaggio gastronomico e infatti credo di aver accumulato nei gomiti più schifezze durante questa vacanza che durante tutto il periodo di esami. Mentre i giovani stanno bene anzi benissimo, la quantità di adulti svaccati che abbiamo visto in giro è stata impressionante. E’ come se a 30 anni qualcuno ti presentasse il conto da pagare per tutti quei currywurst mangiati in mezzo ad una strada e tu di colpo diventassi il sosia di Biz Markie senza poterci fare niente.
Grazie a Valentina Di Natale – in arte Zanzu – per le foto all’interno del pezzo!