Se a vincere i Titoli NBA fossero quelle squadre che ad ogni inizio stagione vengono inserite nella lista delle “possibili sorprese” i Portland Trail Blazers sarebbero diverse piste davanti a tutte le altre squadre. Quando la regular season inizia, immancabilmente, la franchigia dell’Oregon è inserita tra quelle che faranno di sicuro i playoff nella terribile Western Conference, ma anche tra quelle che non hanno chance di vittoria finale. Ed il triste epilogo di tutte le ultime stagioni dei Blazers dà ragione a chi realizza questi pronostici.
Quest’anno, ancora una volta, la stagione si può definire buona, perché comunque è arrivata la vittoria della propria Division (anche se gli infortuni che hanno minato i Thunder sono stati decisivi) e l’ennesima partecipazione alla post season, ma di sicuro si può definire anche deludente vista la precoce eliminazione al primo turno per mano dei Memphis Grizzlies che di fatto tranne 1 partita (senza Conley) hanno sempre dominato senza problemi.
Alla squadra di coach Terry Stotts si possono dare le solite attenuanti degli infortuni (anche questi accompagnano Portland ormai da decenni) perché la perdita di Wesley Matthews (rottura del tendine d’Achille) si è rivelata decisiva per gli equilibri soprattutto difensivi e perché l’inserimento di Arron Afflalo, acquisito da Denver per allungare una panchina che faceva fatica, è stato difficoltoso proprio per l’assenza di Matthews. E ancora il problema al pollice per LaMarcus Aldridge che sembrava doverlo tenere fuori per dei mesi e che l’ha condizionato non poco nei playoff quando il texano ha stretto i denti per cercare di esserci. Il problema è che queste scusanti arrivano immancabilmente ogni fine stagione e forse è arrivato il momento di cambiare qualcosa per cercare di invertire la rotta.
Questa estate in effetti uno scossone a Portland arriverà visti i contratti in scadenza di LaMarcus Aldridge, Robin Lopez, Wesley Matthews, Dorell Wright, Steve Blake (player option), Arron Afflalo (player option), Alonzo Gee tutti unrestricted e di Joel Freeland unico restricted free agent. Riuscire a confermare i tre del quintetto base non sarà facile e ci sono tantissime voci che vorrebbero LMA intenzionato a lasciare per tornare nel suo Texas (Spurs e Mavs in prima fila con Knicks e Lakers alla finestra) e Matthews con parecchio mercato a cifre piuttosto alte viste le sue buone prestazioni anche quest’anno.
La presenza di Afflalo e l’esplosione nei playoff di McCollum potrebbero far propendere la dirigenza di Portland a lasciar partire la guardia per cercare di concentrare gli sforzi economici nel trattenere Aldridge, oppure cercare di convincere qualcuno dei free agent su piazza (Gasol, Millsap, Monroe, Jordan tutti però molto ambiti).
Perdere il proprio leader offensivo sarebbe comunque un durissimo colpo, difficile da rimpiazzare, e che toglierebbe tempo e risorse per rimpolpare la panchina che ancora una volta è stata al di sotto dello standard richiesto per i livelli dei playoff ad Ovest.
Ma soprattutto metterebbe tutta la pressione sulle spalle di Lillard e Batum, due che pur essendo cresciuti e aver messo in mostra i loro numeri (21 punti e 6 assist il primo e 9+6+5 il secondo) non hanno ancora fatto quel salto di mentalità necessario per affermarsi come Stelle. Il playmaker che fino all’ASG stava giocando in modo incredibile (come tutti i Blazers, secondi a Ovest per larghi tratti di stagione), si è spento pian piano giocando una seconda parte di anno davvero grigia, con una difesa assolutamente latente e troppe forzature con pessime percentuali al tiro, che la difesa di Memphis ha esposto in modo particolare.
Se il futuro di Portland è legato in modo indissolubile alle scelte di mercato che faranno certi giocatori (sugli unrestricted le squadre non hanno controllo), lo è altrettanto alla definitiva consacrazione di Lillard che, oltre ad offendersi facendolo sapere a tutti per la mancata convocazione all’All-Star Game (poi arrivata in extremis causa vari infortuni), dovrà anche crescere mentalmente e tatticamente per diventare leader durante tutta la partita e non solamente a fiammate per incendiare compagni e pubblico come succede ora.